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Il 7 ottobre presso l’Università Cattolica di Milano si è svolta la quarta edizione del Workshop sulle Fondazioni, organizzato dal Centro di Ricerche sulla Cooperazione e sul Nonprofit dell’Università Cattolica (CRC) e dal Dipartimento di Scienze economico-sociale e matematiche-statistiche dell’Università degli Studi di Torino. L’evento è stato occasione per presentare e discutere alcune ricerche sulle fondazioni finanziate dall’International Research in Philanthropy Awards (IRPAs) – ente che si occupa di sviluppare ricerche, soprattutto di carattere economico, sul mondo delle fondazioni a livello nazionale ed internazionale – attraverso borse di studio. Vi proponiamo un breve riassunto dei contenuti dei paper presentati, senza alcuna pretesa di esprimere la complessità e la ricchezza degli stessi, in attesa che siano quanto prima disponibili online i materiali del Workshop.

I lavori della mattinata, aperti dal rettore della Cattolica Franco Anelli, sono stati introdotti da Gian Paolo Barbetta, direttore del CRC, che ha ricordato il contributo fornito dai Workshop nello sviluppo di una discussione ampia e strutturata circa il ruolo delle fondazioni sia nel quadro italiano che internazionale.
Il primo panel, presentato da Edoardo Gaffeo (Università di Trento) e discusso da Luca Colombo (Università Cattolica del Sacro Cuore) si è incentrato sul tema “Using information markets in grantmaking activity. An assessment of the issues involved and an application to Italian banking foundation”. Nel corso della presentazione di Gaffeo è emerso come informazioni asimmetriche e/o incomplete siano un problema particolarmente rilevante nelle decisioni delle fondazioni in qualità di grantmakers. In questo senso l’utilizzo delle informazioni secondo criteri usati nelle scelte di mercato potrebbero risultare strumenti particolarmente utili per evitare la dispersione delle informazioni più importanti e facilitare il compito degli enti filantropici. Nel corso della discussione Colombo ha elogiato il lavoro svolto, ma ha tuttavia sottolineato come il grado di efficienza delle informazioni provenienti dai mercati assumano livelli profondamente diversi, e come occorra pertanto una grande attenzione nell’utilizzo di tali strumenti in ambiti delicati come quelli in cui tradizionalmente operano le fondazioni grantmaking.

A seguire si è svolto un interessante panel sul tema “Making grants, but to serve what purpose? An analysis of trust and foundation support for women in the UK” presenta da Sionhan Daly (Northumbria University), collegata in video conferenza dal Regno Unito, e discusso da Paolo Profeta (Università Bocconi). La presentazione si è incentrata sull’analisi degli investimenti fatti dalle fondazioni britanniche a sostegno delle politiche di genere e lo sviluppo di nuove modalità di intervento soprattutto nell’ambito del welfare. L’analisi si è concentrata su due aspetti fondamentali: l’engagement delle donne nell’ambito filantropico e il supporto delle fondazioni verso le politiche dedicate alle donne. Nel corso della discussione si è rilevato in particolare come, nonostante l’impegno delle fondazioni nell’erogazione di risorse per la risoluzione delle questioni di genere, non ci sia un’agenda comune che favorisca partnership tra i diversi attori per rispondere proattivamente ai rischi e bisogni cui sono esposte le donne. Questo fattore è probabilmente riconducibile alla mancanza di un numero congruo di donne all’interno dei board delle diverse fondazioni, o alla loro difficoltà nello sviluppare percorsi comuni per indirizzare il lavoro delle realtà in cui operano.

I lavori della mattinata sono stati conclusi da Steen Thomsen della Copenhagen Business School, che ha incentrato la propria analisi sul tema “Foundation owning firms”. Nel corso del suo intevento Thomsen ha presentato diversi modelli di fondazione d’impresa esistenti a livello internazionale, andando a vedere il loro ruolo in alcuni contesti nazionali, come quello danese, e presentato alcuni casi concreti, come quello della fondazione creata dal gruppo indiano Tata. L’analisi si è quindi concentrata su alcune teorie relative alla governance delle fondazioni e sulle conseguenze che questa determina in merito alla loro attività nei propri ambienti operativi, prendendo in esame numerosi dati economici e non solo.

Nel corso dei lavori del pomeriggio sono stati presentati altri due paper.
Il primo, presentato da Emily Janson dell’International Development Research Centre (IDRC) e discusso da Silvia Marchesi (Università Milano-Bicocca) si è incentrato sul tema “From gaining to giving wealth: business leader philantropy in India”. Il paper indaga lo sviluppo di forme di moderna filantropia in India, cercando di capire quali siano le implicazioni generate dalle “nuove” fondazioni (circa il 42% di tutte le fondazioni indiane sono nate nell’ultimo decennio) nel complesso contesto socio-economico del Paese asiatico. Al centro dell’analisi, che l’autrice ha svolto anche grazie a un’ampia gamma di intervisti con diversi protagonisti del sistema filantropico indiano, i rapporti delle fondazioni con altri attori fondamentali del sistema (governo, società civile e settore privato) e il loro ruolo per il progresso del loro Paese.

Il secondo “The role of board’s competences and processes in shaping an effective grant-making strategy” è stato presentato da Antonio Parbonetti (Università di Padova) e Paolo Balduzzi (Università Cattolica). Il paper indaga il legame esistente tra la composizione del board delle fondazioni filantropiche e la loro capacità di sviluppare strategie di investimento delle risorse efficaci ed efficienti. L’analisi dimostra come un CdA composito e diversificato, se caratterizzato da una governance forte, possa dar vita a strategie d’intervento particolarmente sofisticate ed articolate. Il ruolo del CEO, in particolare, può risultare di particolare importanza se esso decide di coinvolgersi attivamente nei processi decisionali della sua fondazione.

A conclusione della giornata si è svolta la tavola rotonda “Come si dovrebbero governare le fondazioni?” moderata da Marco Demarie cui hanno partecipato Antonio Bernardi, Fondazione Vodafone Italia, Giacomo Boesso, Università di Padova, Marco Cammelli, Presidente della Fondazione Banca del Monte di Bologna, Vittorio Conti, ex-commissario della Consob, Paolo Morerio, Fondazione Vismara, Luisa Torchia, docente presso l’Università Roma Tre.

 

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