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In un momento storico delicato come quello attuale come è possibile rispondere a bisogni sociali sempre più complessi e, nel contempo, garantire una spesa pubblica sostenibile che non vada a pesare sulle spalle delle generazioni future? È questa la domanda che ha contraddistinto il Forum “Generare impatto sociale. Misura, progetti, alleanze per una nuova economia”, organizzato dalla Fondazione EY Italia Onlus e svoltosi il 21 aprile scorso presso la Camera dei Deputati.

Nel corso dell’evento rappresentati di istituzioni, associazioni e imprese si sono confrontati sui modelli più interessanti di imprenditorialità e innovazione in ambito sociale, ritenuti capaci di dare vita a un’evoluzione del sistema di welfare e, contemporaneamente, dare impulso all’economia. La discussione si è concentrata in particolare su modelli che si sono dimostrati capaci di perseguire questo obiettivo e sulla condivisione di esperienze che dimostrano come pubblico, privato e terzo settore possano positivamente collaborare fra loro andando in questa direzione.

Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY Italia, introducendo l’evento ha affermato: “Stiamo attraversando una fase di cambiamento epocale. Per questo dobbiamo rivoluzionare il nostro approccio innovando e valorizzando le opportunità disponibili. Una su tutte, quella offerta dalle tecnologie digitali che, anche in ambito sociale, consentono di raggiungere una maggiore efficienza, con minore dispendio di risorse". Iacovone ha quindi sottolineato come In Italia "non ci manca la creatività. Il nostro punto debole è la capacità di fare sistema". Per questa ragione Fondazione EY Italia Onlus "da tre anni ha avviato un dialogo tra pubblico, privato e non profit" e ha promosso un momento di confronto, il Forum, "per dimostrare che fare sistema si può, si possono ripensare le alleanze e si può generare valore adottando un approccio imprenditoriale e dimostrando l’impatto delle attività".

Il Forum si è quindi articolato in due tavole rotonde: “Guardare oltre per creare partnership di successo. Modelli innovativi di governance e collaborazione tra Pubblico, Privato e Terzo Settore” e “Misurare per dare valore. La valutazione d’impatto come supporto alla decisione e all’approccio imprenditoriale”. Di seguito vi proponiamo una breve sintesi degli spunti emersi da entrambi i confronti. 

Partneship tra pubblico, privato e non profit: modelli di successo 

La prima tavola rotonda, ha messo a confronto, moderati dal giornalista del TG2 Stefano Bellini, Anna Ascani, Deputato e Membro Intergruppo per l’Innovazione Tecnologica, Marco Morganti, CEO Banca Prossima, Federico Florà, Presidente Fondazione ItaliaCamp, Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale Anci, Raffaella Pannuti, Presidente Fondazione ANT, Sabrina Florio, Presidente Anima per il sociale nei valori d’impresa, Alberto Radice, Managing Director E.ON Connecting Energies Italia, e Francesco Cappè, Executive Chairman Fondazione garageErasmus.

Anna Ascani ha presentato l’impegno attuale del Governo spiegando come "La politica è sempre più attenta al Terzo Settore, che è diventato il primo in termini di sviluppo". Un’affermazione confermata anche dagli ultimi dati del censimento Istat, che parla di oltre 300.000 organizzazioni non profit presenti nel Paese, circa 5 milioni di volontari, 64 miliardi di euro di entrate e circa 700.000 persone impiegate nel comparto. Secondo Ascani la crisi ha avuto il merito di "aver abbattuto molte barriere tra Stato e Mercato, e il Terzo Settore non è una nicchia o una terza via, ma il ponte tra i due". Tuttavia resta necessario "superare il pregiudizio sull’antagonismo tra profit e non profit. L’interazione tra i due mondi è possibile e necessaria per creare sviluppo e un Welfare State sostenibile" come dimostra anche la legge di riforma del terzo settore "che verrà a breve definitivamente approvata".

Marco Morganti durante il suo intevento ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme, creando alleanze tra soggetti diversi, pubblici e privati per far emergere le migliori potenzialità del terzo settore. Occorre però "confezionare proposte che valorizzino le competenze tecniche e sociali. Si tratta quindi di creare un sistema che sia in grado di garantire valore sociale ed economico e in questo quadro la banca gioca un ruolo fondamentale coniugando profitti, efficacia e impatto sociale". Secondo Morganti "la logica della restituzione è superata" e in questo senso "Occorre allargare l’accesso ai servizi: questa è la chiave per la vera creazione di valore sociale. “Insieme” non è una parola di circostanza ma un valore fondativo per il Terzo Settore”.

Federico Florà ha invece spiegato il lavoro che la sua organizzazione sta facendo sul fronte dell’innovazione sociale: ”I due concetti a cui dobbiamo puntare sono la sostenibilità economica dei progetti e l’innovazione relazionale". In questo senso diventa fondamentale "mettere in contatto pubblico, privato e non profit aiutando le aziende a fare proprio il processo che genera valore sociale, ed è proprio su questo che si concentra Italia Camp".

Enzo Bianco ha portato invece il punto di vista dei Comuni italiani riuniti nell’ANCI. Da un lato i bisogni di welfare sono aumentati, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, la minor aggregazione familiare e la crisi economica. Dall’altro la spending review ha tagliato drasticamente le spese del sociale. In questo difficile contesto per Bianco "occorre reagire con svolte radicali: mettendo a fattor comune il know how professionale dei diversi soggetti su progetti concreti e creando una rete profit e non profit a supporto di progetti concreti che intercettino bisogni reali e permettano di creare nuovi posti lavoro. Questa è una condizione indispensabile per contrastare il malaffare”.

Raffaella Pannuti ha quindi presentato una concreta esperienza in ambito sanitario: “non solo pubblico per erogare servizi pubblici: oggi gli enti locali hanno l’opportunità di mettere in rete le organizzazioni non profit anche per la loro capacità di intercettare i bisogni del territorio”. Sabrina Florio nella sua duplice veste di Presidente di Anima e imprenditrice ha sottolineato come da 15 anni la sua organizzazione promuova la cultura della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa: "vogliamo diffondere un modello di impresa etica, responsabile e aperta al confronto con gli stakeholder, in una logica di triangolazione tra attore pubblico, altre imprese, terzo settore. Da sempre abbiamo “contaminato” la cultura aziendale con i valori della solidarietà e attenzione ai più deboli che tradizionalmente sono patrimonio del mondo del non profit. Siamo un network e promuoviamo la nascita di alleanze e partnership, poiché crediamo nella collaborazione come strumento fondamentale del processo di creazione di valore condiviso”.

Alberto Radice ha presentato un esempio di partnership tra impresa, banca e fondazione: “una sinergia nella promozione dell’economia sociale ha permesso soluzioni energetiche accessibili per il terzo settore e ha creato opportunità concrete di lavoro in imprese sociali qualificate. Il privato in questo caso ha avuto un ruolo di garanzia ed è diventato un tramite per lo sviluppo del non profit”. Francesco Cappè ha portato invece un caso europeo di rete tra partner pubblici e privati, nazionali e internazionali: “La dinamica pubblico-privato che è giustamente considerata virtuosa, in Italia trova lacune nella fase di investimento iniziale, ovvero in fase di start up. Laddove inizialmente era il pubblico a investire, oggi con il venire meno del suo contributo, si rischia di far mancare gli investimenti necessari a supportare le nuove iniziative”.

La valutazione d’impatto come supporto per le imprese

Nella seconda tavola rotonda, moderata dal giornalista di Vita Vittorio Sammarco, si sono confrontati Carlo Cici, Director EY; Francesca Romana Medda, Professore Ordinario di Economia e Finanza Applicata alla University College London; Enrica Baricco, Presidente Casa Oz e Consigliere Regionale Piemonte; Vincenzo Linarello, Presidente del Gruppo Cooperativo GOEL, Lorenzo Di Ciaccio, CEO & Cofounder Pedius, e Giangi Milesi, Presidente CESVI.

Carlo Cici, ha presentato un modello di misurazione dei bisogni sociali di un territorio sottolineando che “per definire uno scenario dei bisogni affidabile è fondamentale per costruire un modello di pianificazione e valutazione credibile e comparabile uguale per tutti”. Francesca Romana Medda ha portato la sua esperienza internazionale sottolineando come "i beni pubblici che noi non valorizziamo sono una fonte di grande ricchezza e opportunità per il nostro Paese e solo attraverso una corretta gestione possiamo attirare i capitali e le risorse al fine di generare maggiori ricadute sociali e ambientali”.

Lorenzo Di Ciaccio ha portato un’esperienza concreta su come l’innovazione tecnologica possa mettersi al servizio del sociale, affermando che la sfida oggi "è trovare le modalità per misurare il valore sociale dei progetti. La tecnologia è stato l’enzima che ha permesso di portare una soluzione per un grande problema sociale, come quello della sordità, senza gravare sulla sanità pubblica”. Enrica Baricco ha portato un’esperienza di Onlus e di consigliere regionale: “E’ fondamentale continuare a lavorare per far crescere la collaborazione tra profit e non profit, ma soprattutto definire strumenti per incrementare la lettura dell’impatto sociale come valorizzazione dei servizi offerti”.

Vincenzo Linarello ha descritto un progetto concreto e sostenibile: “L’Etica non può più accontentarsi di essere giusta ma deve divenire efficace. Noi abbiamo costruito risposte imprenditoriali concrete ai bisogni delle persone e offerto una proposta sociale di cambiamento al territorio Calabrese in cui operiamo. Il successo del nostro marchio Cangiari dimostra che la scelta Etica che abbiamo fatto rappresenta un vantaggio competitivo e che anche il mercato ci riconosce”.


Bobba: necessario trovare strade che favoriscano ibridazione 

Luigi Bobba, Sottosegretario del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, concludendo i lavori del Forum ha ricordato come oggi “non abbiamo sistemi di misurazione univoci e condivisi ed anche per questo è difficile ridurre a numero l’impatto delle iniziative sociali. È ormai superato il concetto che il benessere sia limitato al PIL, ovvero al profitto. In realtà il valore di un territorio è ben altro, la ricchezza di una comunità passa attraverso lo sviluppo di fattori quali ‪digital, green e ‪social.

Bobba ha ricordato come "oggi sono troppi i bisogni non soddisfatti" e proprio per questo "è necessario trovare strade innovative e contare sulla “ibridazione” tra pubblico e privato. Bisogna trovare le forme efficaci per portare la maggior parte della popolazione del nostro paese a un più alto livello di benessere".

Il Sottosegretario ha parlato anche dell’attesa riforma del Terzo Settore, recentemente approvata dal Senato e ora al passaggio finale alla Camera dei deputati, ricordando come questa "introdurrà per la prima volta la riconoscibilità di questo settore e permetterà di avere gli elementi per differenziare". Tra questi, ha ricordato Bobba, risulteranno di particolare rilevanza la misurazione dell’impatto sociale e l’accesso al credito facilitato. 

Gli spunti più interessanti emersi nel corso del Forum

La ricchezza e la diversità delle testimonianze emerse nel corso del Forum hanno fatto emergere alcuni temi condivisi. In primo luogo è impellente individuare e sintonizzare i reali bisogni sociali del territorio con i piani di azione il più possibili condivisi. Definire le priorità è infatti condizione necessaria per produrre valore sociale ed economico. In tal senso un’imprenditorialità sociale aperta anche a metodologie più tipicamente manageriali può sviluppare progetti sostenibili economicamente, senza tradire la propria missione: bisogna quindi superare la tradizionale contrapposizione tra profit e non profit che, al contrario, sono poli di un sistema che deve diventare sempre più interconnesso. 

In questo senso una rete integrata e omogenea tra i diversi attori della pubblica amministrazione e le organizzazioni non profit potrebbe consentire di creare servizi più efficienti, risparmiare risorse pubbliche, valorizzare il capitale umano, le competenze e le risorse messe in campo dal Terzo Settore.

Infine, è apparso chiaro come il Terzo Settore offre un potenziale enorme, che tuttavia non è valorizzato in termini di produzione di servizi, sviluppo di occupazione, valore civile. L’ambito sociale è, di fatto, un concreto laboratorio di innovazione e di sperimentazione per giovani ‘creativi’ e intraprendenti e può rappresentare un’opportunità di formazione e occupazione.