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La pandemia di Covid-19 ha messo sotto forte pressione il sistema di protezione sociale italiano. L’emergenza pandemica ha infatti evidenziato molti limiti del nostro Welfare State nell’affrontare, ad esempio, le difficoltà del sistema sanitario, i crescenti bisogni degli anziani e l’aumento della povertà, anche a causa delle scarse competenze digitali – si pensi a quanto accaduto nelle scuole con la Didattica a distanza -, che hanno complicato lo sviluppo di risposte rapide e efficaci.

Come spiegammo nel nostro Quinto Rapporto biennale, tuttavia, la pandemia ha anche offerto l’occasione di realizzare sinergie inedite in un’ottica di secondo welfare, che hanno permesso e permettono a vari attori pubblici e privati di lavorare insieme per rispondere a bisogni sociali specifici. In questo quadro le Fondazioni di Origine Bancaria hanno avuto un ruolo di primo piano, sia nelle prime fasi dell’emergenza che in quelle successive in cui hanno individuato strade innovative per rispondere a bisogni sociali vecchi e nuovi enfatizzati dal Covid.

Sulla Rivista Impresa Sociale le nostre ricercatrici hanno pubblicato un articolo che mette in luce questo tema raccontandolo a partire dall’esperienza del Bando Next Generation We (NGWE) promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, a cui ha collaborato anche Secondo Welfare.

Le Fondazioni, il Covid e la sfida delle competenze

Durante e dopo la pandemia le Fondazioni di Origine Bancaria hanno giocato un ruolo di primo piano per affrontare gli effetti sociali del Covid. Dopo essere prontamente intervenute nella fase più acuta dell’emergenza pandemica, nei mesi successivi hanno lanciato svariati programmi per aiutare le comunità ad affrontare le situazioni venutesi a creare a causa del virus. Queste iniziative si sono declinate in sostegni al Terzo Settore e agli enti pubblici, in interventi diretti verso varie aree di bisogno, ma anche in iniziative volte a favorire l’empowerment delle persone e il capacity bulding delle organizzazioni in un’ottica di innovazione sociale.

Rapporto Acri 2020: nell’anno della pandemia cresce il sostegno delle Fondazioni ai territori

In tale ambito si inseriscono anche diverse iniziative legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in particolare per quel che riguarda lo sviluppo delle competenze degli enti pubblici. In molti Comuni, specialmente quelli più piccoli, è infatti emersa a più riprese una ridotta capacità dei dipendenti di affrontare quelle mansioni necessarie a candidare i progetti, ricevere i finanziamenti e realizzare le progettualità del PNRR. Difficoltà dovute a vari fattori come il numero limitato del personale, la scarsa formazione e l’età media elevata, riconducibili soprattutto al blocco degli organici e agli scarsi investimenti in capitale umano.

In questo quadro le Fondazioni di origine bancaria – come detto – hanno messo in campo numerose iniziative volte a creare migliori condizioni in cui gli enti pubblici potessero gestire il Piano e, più in generale, i finanziamenti strutturali provenienti dal livello nazionale ed europeo.

Il bando Next Generation We

Tra queste iniziative c’è Next Generation We (NGWE), bando promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino che, attraverso uno stanziamento complessivo di 6 milioni di euro, sta sostenendo gli enti pubblici territoriali di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta nell’accesso alle opportunità di finanziamento rese disponibili dal PNRR.

L’obiettivo del bando è aiutare le pubbliche amministrazioni di questi territori a definire progetti rilevanti finanziabili dal PNRR, rafforzando le competenze e l’esperienza del personale e accompagnandone la progettazione. Per far questo la Compagnia ha stimolato la costruzione di partnership tra enti pubblici territoriali per poter ampliare la loro capacità progettuale e di implementazione degli interventi. L’idea di base è di favorire un “effetto leva”, cioè sostenere azioni che consentano un ritorno sociale ed economico per le comunità e le amministrazioni partecipanti superiore al valore del contributo erogato dal bando.

Come raccontavamo in un nostro precedente articolo Next Generation We sta iniziando a dare i suoi frutti, permettendo di sviluppare progettualità nell’ambito del PNRR che altrimenti non sarebbero state possibili ma anche cambiando l’approccio culturale con cui i territori, e in particolare le loro amministrazioni, si rapportano con progettazioni complesse come quelle avviate.

I Comuni che non faticano col PNRR

L’analisi di Secondo Welfare, basata sull’esperienza diretta

Proprio per mettere in luce questi aspetti così interessanti e sfidanti Percorsi di secondo welfare ha scritto l’articolo “PNRR e fondazioni: il Bando Next Generation We come leva di capacity building per le amministrazioni locali” pubblicato sulla Rivista Impresa Sociale. Il testo, scritto da Franca Maino, Chiara Lodi Rizzini, Celestina Valeria De TommasoEster Bonomi mira ad indagare se e con quali strumenti il Bando NGWE abbia trasformato la sfida del PNRR in un’opportunità per le amministrazioni locali e il welfare di prossimità, esplorando in particolare il nesso tra Fondazioni, innovazione sociale e capacity building.

Il contributo si basa sull’esperienza diretta del Laboratorio e delle sue ricercatrici, che nell’ambito di NGWE hanno accompagnato i Comuni selezionati dalla Compagnia nella preparazione delle proposte progettuali da presentare ai bandi PNRR riferiti alla Missione 51. L’approccio adottato è stato quello della progettazione partecipativa, stimolando la collaborazione tra attori diversi e promuovendo l’innovazione sociale attraverso un’intensa attività di supporto tecnico e consulenza strategica svolta insieme ad altri partner formatori. Le azioni intraprese hanno permesso di indirizzare le amministrazioni verso soluzioni innovative, spesso attraverso l’introduzione di pratiche di governance multilivello e community building.

Fondazioni di origine bancaria: il nesso tra innovazione e cambiamento

L’articolo propone gli esiti di un’analisi che, attraverso metodologie qualitative, ha avuto come oggetto 17 progetti candidati al Bando NGWE da amministrazioni liguri, piemontesi e della Valle d’Aosta. L’obiettivo è rispondere a due domande specifiche. Da un lato quale può essere il ruolo delle Fondazioni nel supportare le amministrazioni locali nel partecipare ai bandi PNRR e che tipo di sfida rappresenta il PNRR per il welfare locale. Dall’altro, in che misura le Fondazioni possono in questo modo orientare i Comuni verso logiche di innovazione sociale e di prossimità.

L’articolo, disponibile gratuitamente sul sito della Rivista Impresa Sociale, è una rielaborazione del paper “La sfida del PNRR e la leva del Bando NGWE per le amministrazioni locali” (di E. Bonomi, A. Gazzetti, C. Lodi Rizzini, F. Maino, V. De Tommaso), presentato a Roma alla Conferenza SISP 2022  (Panel 5.9. “Regulatory quality and policy effectiveness: the implementation of EU countries’ recovery and resilience plans).

 

 

Note

  1. Le Missioni rappresentano i settori d’intervento prioritari del PNRR. Ogni Missione è divisa in componenti, formate da un numero variabile di misure (o ambiti di intervento), a cui afferiscono investimenti e riforme settoriali. La Missione 5 su “Inclusione Sociale e coesione” nella sua versione originale prevedeva lo stanziamento di 19,85 miliardi di euro per 3 Componenti: Politiche per il lavoro, Valorizzazione del terzo settore e del sociale, Riequilibrio e coesione territoriale.
Foto di copertina: Matt Hardy, Unsplash