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Le fondazioni di partecipazione sono un istituto giuridico che unisce caratteristiche della fondazione, come l’immutabilità dei fini e la conservazione del patrimonio, con caratteristiche dell’associazione, come la democraticità e l’apertura a nuove adesioni. In virtù di tale assetto, negli ultimi anni si è assistito a una grande diffusione dell’istituto, prima in ambito culturale e poi dei servizi alla persona, in particolare nella gestione del cosiddetto “durante e dopo di noi”. Nell’ambito degli approfondimenti dedicati a questo tema (che trovate in calce all’articolo) Percorsi di Secondo Welfare ha scelto di occuparsi delle fondazioni di partecipazione operanti nella Regione Emilia-Romagna. Dopo l’esperienza della Fondazione Le Chiavi di Casa Onlus, della Fondazione Pia Pozzoli e della Fondazione Dopo di Noi Bologna in questo articolo vi raccontiamo della Fondazione Dopo di Noi Correggio “Verso Casa”.


Storia e caratteristiche

Il percorso che ha portato alla nascita della Fondazione Dopo di Noi Correggio “Verso Casa” inizia tra il 2004 e il 2005 quando il Piano di Zona dell’Unione di Comuni Pianura Reggiana (Campagnola Emilia, Correggio, Fabbrico, Rio Saliceto, Rolo, San Martino in Rio) inizia a interrogarsi sui bisogni delle persone con disabilità ed insieme ad alcune organizzazioni del terzo settore partecipanti al tavolo tematico avvia una ricerca qualitativa. Queste organizzazioni sono ANFFAS Correggio che sul territorio si occupa di tutte le disabilità congenite (a livello nazionale l’attività è invece limitata alle sole disabilità intellettive), l’associazione Sostegno e Zucchero attiva con le disabilità psichiche e l’associazione Traumi Cranici legata alle disabilità acquisite.

La ricerca ha coinvolto le tre associazioni, l’Unione di Comuni (attraverso il servizio sociale integrato), e l’Ausl distretto di Correggio; un ricercatore professionista ha coordinato i lavori e aiutato a impostare il questionario, mentre rappresentanti delle associazioni hanno intervistato le famiglie. È stato ritenuto opportuno che il lavoro sul campo fosse svolto da persone già note agli intervistati in modo tale che, essendoci un rapporto di fiducia, si sarebbero aperti con maggiore facilità.

Dalla ricerca sono emersi diversi bisogni e richieste delle famiglie, in particolar modo riguardanti il “durante e dopo di noi”, settore d’intervento che sul territorio non trovava risposte. Le famiglie cercavano un servizio che desse garanzie certe ma allo stesso tempo fosse flessibile, che le rappresentasse ma fosse in collegamento con gli enti pubblici locali (Comuni, Ausl) e unisse nella medesima struttura tutti gli attori del territorio; per tali ragioni è stato scelto l’istituto della fondazione di partecipazione.

In seguito, le associazioni hanno presentato i risultati della ricerca in un convegno e iniziato a cercare i soci per costituire la Fondazione che è nata nel dicembre 2007 con le tre associazioni, diverse famiglie, la Fondazione Pietro Manodori (fondazione di origine bancaria erede della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia) e i consorzi di cooperative sociali, Oscar Romero e Quarantacinque. Per ragioni fiscali i Comuni non potevano aderire come soci fondatori, sono quindi entrati in seguito come soci benefattori.

Gli organi della fondazione sono l’Assemblea dei Fondatori e Benefattori, il Consiglio di Amministrazione, il Presidente della Fondazione, il Collegio dei Revisori dei Conti e il Direttore, carica ora non ricoperta. Tutti gli incarichi sono ovviamente gratuiti. I soci sono di tre tipi: fondatori, benefattori, partecipanti ordinari. È possibile entrare nella Fondazione sia mediante donazione di beni e servizi sia attraverso il volontariato. La Fondazione attualmente non ha personale retribuito alle proprie dipendenze; la gestione è svolta da volontari, tra cui alcune persone con grande esperienza in campo amministrativo, mentre, come si vedrà in seguito, gli operatori sociali e assistenziali sono esterni.

Il patrimonio della Fondazione è stato costituito attraverso le donazioni dei fondatori (minimo 5000 euro) e successivamente dei soci benefattori (minimo 1500 euro); l’attività corrente si finanzia invece con i contributi che le famiglie e i Comuni versano per la partecipazione delle persone con disabilità ai progetti. Vi è poi la raccolta fondi sia direttamente attraverso concerti, eventi, offerte (tra cui il 5x mille), sia indirettamente attraverso le associazioni fondatrici che organizzano iniziative finalizzate al progetto. Viene però rilevato come la disabilità sia un settore dove è difficile raccogliere fondi in quanto i cittadini non la percepiscono come un problema cogente che può interessare la loro famiglia e su cui è necessario investire, a differenza del settore anziani o del primo soccorso sanitario.

La Fondazione, pur non partecipando a reti formalizzate, collabora a livello locale con le associazioni fondatrici che coinvolgono i loro volontari nelle diverse iniziative, in particolare per il tempo libero (in molti casi le persone con disabilità sono seguite sia dalle associazioni che dalla Fondazione), con altre associazioni presenti sul territorio ed è in contatto con altre fondazioni di partecipazione e con altre sedi ANFFAS che già da tempo affrontano il tema del “durante e dopo di noi”.


Servizi offerti

I servizi offerti dalla Fondazione Dopo di Noi Correggio “Verso Casa” sono: a) consulenza giuridica; b) formazione e supporto agli amministratori di sostegno; c) convegni e corsi di formazione (è in fase di realizzazione il corso sulla “sessualità e disabilità”); d) progetti per l’autonomia .

La Fondazione collabora con un avvocato che offre consulenze gratuite in materia di lasciti testamentari, amministrazione di sostegno, bilancio delle risorse famigliari e materie affini. Questa attività è molto importante per le famiglie che spesso sono in difficoltà nella gestione del patrimonio e nell’individuazione delle tutele legali per il figlio con disabilità.
A questo servizio si affiancano i corsi per amministratore di sostegno realizzati in collaborazione con il CSV e aperti a tutti i cittadini, necessari per formare amministratori che supportino le persone con disabilità. Chi preferisce non assumersi l’incarico può contribuire aiutando a compilare i documenti e accompagnando le persone ai servizi.

Il “dopo di noi” deve essere gradualmente preparato nel “durante noi” sostenendo l’acquisizione di competenze da parte delle persone con disabilità e facilitando la famiglia nella fase del distacco. A tale scopo è stato proposto il progetto Week End, una palestra per l’autonomia. La Fondazione ha ricevuto un appartamento in comodato d’uso da parte di una cooperativa di abitanti, situato proprio in un condominio vicino al Parco Urbano. Ogni week end va a vivere nell’appartamento un gruppo di giovani adulti con disabilità sotto la supervisione di una governante (operatore con formazione da O.S.S.) e con il supporto relazionale di un educatore; i giovani devono gestire in autonomia la casa, fare la spesa, cucinare, curare l’igiene della propria persona decidendo in gruppo le attività; il sabato sera escono e scelgono insieme cosa fare (pizzeria, cinema, feste di paese o invitare amici…). Il progetto dei week end è strettamente connesso con le attività delle associazioni, in particolare con il gruppo del “tempo libero” di ANFFAS, quindi se vi sono eventi o attività i giovani vi prendono comunque parte. In tutto vi sono quattro gruppi di ragazzi e ragazze, circa una ventina, che si alternano nel fine settimana.

Recentemente il progetto week end è stato esteso all’intera settimana: sono stati costituiti due gruppi di giovani con disabilità con discrete autonomie che trascorrono in appartamento un’intera settimana durante la quale svolgono regolarmente le attività lavorative(inserimenti lavorativi in aziende o cooperative, laboratori, atelier) e nel frattempo si occupano della casa; questo significa imparare a gestire i tempi della giornata, a fare i lavori domestici nonostante abbiano già lavorato fuori casa, a comprendere quando si può dedicare del tempo a divertirsi e quando occorre riposarsi…

Uno dei due gruppi è misto (due ragazzi e due ragazze): nonostante le resistenze e perplessità iniziali, l’esperienza sta dando risposte molto positive sulla relazione e l’aiuto reciproco tra loro.

Il progetto è guidato da una coordinatrice pedagogica, dipendente della Cooperativa con la quale la Fondazione ha attivato una convenzione che fornisce il personale, che valuta le richieste delle famiglie e monitora mensilmente l’andamento dei percorsi dei singoli giovani contestualizzandoli nel progetto steso insieme al Servizio Sociale Integrato e all’Ausl.
La gestione del progetto è condivisa con il Servizio Sociale Integrato e il Dipartimento di Salute dell’Ausl attraverso un tavolo tecnico a cui partecipano la coordinatrice pedagogica e un rappresentante della Fondazione. Il tavolo si occupa dell’ammissione dei giovani con disabilità al progetto, definisce gli obiettivi ed effettua il monitoraggio di lungo termine (si riunisce ogni due o tre mesi).


Alcune riflessioni

La Fondazione Dopo di Noi Correggio “Verso Casa” mette in luce le caratteristiche del welfare mix così come si è sviluppato in Emilia Romagna. La Fondazione si sviluppa infatti grazie all’impegno di alcuni attori privati, come le associazioni famigliari, delle reti primarie, come le famiglie, in un contesto caratterizzato da un forte partenariato tra pubblico e privato come il Piano di Zona. Il fattore che ha spinto all’azione l’associazionismo famigliare è stata proprio la ricerca promossa dal Piano di Zona per rilevare i bisogni del territorio in materia di disabilità; inoltre l’Unione di Comuni ha da subito supportato l’iniziativa aderendo alla Fondazione.

Se si guarda ai soci della Fondazione è possibile ritrovare gli attori più rappresentativi del welfare locale: i Comuni, le associazioni famigliari e le organizzazioni di volontariato, le cooperative sociali, la fondazione di origine bancaria, le stesse famiglie.

È chiaro quindi come questo tipo di esperienza sia frutto peculiare di un dato territorio ove il partenariato di pubblico e privato e la collaborazione tra cittadini sono un fatto storico, una prassi consolidata. L’attività stessa della Fondazione avviene sempre in collaborazione con le istituzioni locali in una logica d’implementazione dell’offerta di servizi in risposta ai bisogni specifici del “durante e dopo di noi”.

 

Il presente articolo è stato scritto grazie alle informazioni e alla documentazione raccolta nel corso di una lunga intervista realizzata il 10 maggio 2016 con la sig.ra Claudia Guidetti (vicepresidente della Fondazione Dopo di Noi Correggio).