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L’1 e 2 dicembre a Johannesburg, Sudafrica, si è svolto il Primo Summit Globale della Filantropia di Comunità. Un evento che, a testimonianza dell’evoluzione della filantropia di comunità in tutto il mondo, ha visto la partecipazione di oltre 350 persone in rappresentanza di 1.800 fondazioni di comunità provenienti dai cinque Continenti. 


Hai detto fondazioni comunitarie?

Le fondazioni di comunitarie, come vi avevamo raccontato nel Primo Rapporto sul secondo welfare nel capitolo dedicato a queste realtà, sono istituzioni filantropiche nate per sviluppare condizioni che incoraggino, semplifichino e rafforzino l’atto di donare per il perseguimento del bene comune. 

Sono enti che, nell’intento di democratizzare la filantropia fungono da catalizzatori e facilitatori per tutti quei soggetti che vorrebbero contribuire allo sviluppo del proprio territorio e della sua società ma, per ragioni differenti, non riescono a farlo individualmente. Si tratta, in poche parole, di intermediari finanziari e sociali che sostengono iniziative d’interesse per le comunità, capaci di rafforzare rapporti fiduciari che generani relazioni favorevoli allo sviluppo umano, economico e culturale.

Nate oltre cento anni fa negli Stati Uniti, oggi le fondazioni di comunità sono diffuse in tutto il mondo: secondo il Community Foundation Atlas ce ne sono complessivamente 1.838, di cui 38 italiane. 

L’obiettivo del Summit

Il Summit è stato promosso dal Global Fund for Community Foundations e dalla Global Alliance for Community Philanthropy con l’obiettivo di generare un cambiamento verso un nuovo paradigma che metta al centro dello sviluppo le persone. Il programma della due giorni lascerà molto spazio al racconto di esperienze, al dibattito e al confronto, e ruoterà attorno a otto pilastri di “buon sviluppo”:

  1. la partecipazione e la mobilitazione delle persone;
  2. il valore aggiunto della Filantropia di comunità in relazione a temi specifici;
  3. le risorse da utilizzare diversamente;
  4. l’utilizzo di dati e testimonianze per migliorare il proprio lavoro;
  5. il rafforzamento del lavoro delle istituzioni mostrando vie alternative e nuove forme di partecipazione;
  6. la valorizzazione degli interventi efficaci;
  7. la narrazione e la comunicazione;
  8. l’architettura e l’ibridazione per incoraggiare forme nuove ed emergenti verso lo sviluppo locale.


Keynote speaker di livello internazionale

All’evento sono intervenuti ben trenta keynote speaker, che toccherranno i numerosi temi sopra indicati. Tra di essi si segnala in particola la presenza di:

Gracia Machel, noto avvocato internazionale per i diritti delle donne e dei bambini e attivista politico-sociale. È stata il primo Ministro dell’Istruzione in Mozambico. Celebre è il suo Rapporto sull’impatto dei conflitti armati sui bambini (The Machel Reports), pubblicato nel 1996. Machel è stata al servizio di molte organizzazioni internazionali: ONU, il Forum delle Pedagogiste Africane, il Forum per la Leadership Africana e l’International Crisis Group.

Gerry Salole è Chief Executive della European Foundation Centre (EFC), associazione di oltre 230 Fondazioni di utilità pubblica e di finanziatori aziendali attivi nell’ambito della filantropia in Europa e non solo. Precedentemente è stato rappresentante dell’ufficio Southern Africa della Fondazione Ford, con sede a Johannesburg, e direttore del Dipartimento di programma Documentazione e Comunicazione del Bernard Van Leer Foundation, con sede a L’Aia. Ha lavorato anche per Save the Children in Etiopia e Zimbabwe, Redd Barna (Norwegian Save the Children), OXFAM UK e UNHCR in Etiopia. 

Jenny Hodgson è considerata "la donna delle Fondazioni di Comunità". Dirige il Global Fund of Community Foundations, l’ente finanziatore che promuove e sostiene le istituzioni della Filantropia di Comunità in tutto il mondo e che ha promosso il Primo Summit Globale. Negli ultimi dieci anni si è dedicata allo sviluppo della filantropia locale in ex Unione Sovietica, nell’Africa Sub Sahariana e nel Sud Est Asiatico. Dal 1998 al 2000 è stata co-direttrice del Charities Aid Foundation (CAF) a Mosca e ha lavorato come consulente per CAF, l’ufficio di Fondazione Ford per l’Africa orientale e Allavida a Nairobi, in Kenya. Dal 2004 al 2006 ha lavorato come consulente per molte Fondazioni, associazioni e network in tutto il mondo.


La delegazione italiana

Tra i partecipanti anche alcuni italiani, in rappresentanza delle ormai numerose fondazioni comunitarie presenti nella Penisola. La partecipazione italiana al Summit mirava a rafforzare il capacity building, le competenze e il network degli operatori delle Fondazioni comunitarie, e di ASSIFER, l’associazione italiana della filantropia istituzionale, attraverso il confronto, il dialogo e il networking internazionale.

Grazie al contributo di Compagnia di San Paolo, di Fondazione Cariplo e di Fondazione CON IL SUD, sono stati 14 i delegati che in Sudafrica hanno rappresentato altrettante realtà nate nel nostro Paese: Fondazione della Comunità del Canavese, Fondazione della Comunità Comasca, Fondazione della Comunità Messina, Fondazione della Comunità di Mirafiori, Fondazione della Comunità Nord Milano, Fondazione della Comunità di San Gennaro, Fondazione della Comunità Ticino Olona, Fondazione della Comunità Monza Brianza, Fondazione della Comunità Salernitana, Fondazione della Comunità Valle d’Aosta, Fondazione della Comunità del Verbano Cusio Ossola (su Vita è disponibile l’elenco approfonito).

La delegazione è stata coordinata da ASSIFERO, l’associazione nazionale di categoria che riunisce le fondazioni filantropiche italiane. Fondata nel 2003, aggrega oggi 102 fondazioni private: di famiglia, corporate e di comunità.


Riferimenti

Le fondazioni di comunità: una nuova declinazione della filantropia
Lorenzo Bandera, Primo Rapporto sul secondo welfare in Italia

In Sudafrica il primo Summit Mondiale della Filantropia di Comunità
Anna Omodei, Vita, 24 novembre 2016

Filantropia di Comunità, i nomi e le esperienze della delegazione italiana
Anna Omodei, Vita, 29 novembre 2016