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Il 23 settembre a Milano è stato inaugurato Yoroom, un nuovo coworking che ha aperto le porte nel quartiere Isola, vicino alla stazione ferroviare di Porta Garibaldi.

Il nuovo spazio si estende per più di 1.000 metri quadri all’interno di un ex opificio completamente ristrutturato ed è in grado di accogliere oltre 60 coworker e nomad worker. Un nuovo spazio che dunque va ad arricchire l’offerta del capoluogo meneghino per quei professionisti che, per periodi più o meno lunghi, necessitano di spazi flessibili e adattabili alle loro esigenze lavorative.

Nel nostro Paese, tuttavia, gli spazi per il lavoro condiviso sono ormai una realtà abbastanza affermata. Lungo la Pensiola ormai se ne contano quasi 300, distribuiti soprattutto al Nord (190) e, in numero minore, al Centro (55) e al Sud (40). Dove sta quindi la novità di Yoroom? Anzitutto nella forma giuridica assunta da questa nuova realtà , nelle attività che intende sviluppare grazie ad essa e, inoltre, per il dialogo e le attività di collaborazione avviate con alcuni importanti attori che si occupano di impatto sociale – tra cui Human Foundation, Ashoka e Nativa – che sono intervenuti in occasione dell’inaugurazione.


Un’anima B Corp 

Yoroom si pone un obiettivo che va ben oltre le classiche funzioni de coworking. Questa realtà, infatti, si prefigge di contribuire alla costruzione di una comunità socialmente responsabile facendo impresa, creando sviluppo, sostenendo l’economia e creando un impatto concreto sulla vita delle persone con cui entrerà in contatto. 

Per farlo, Yoroom ha assunto lo status giuridico di Società Benefit ed è pending B Corp, cioè sulla strada per ottenere la piena certificazione al compimento del primo anno di attività. Come ci aveva spiegato Giulio Pasi qualche mese fa, le Benefit Corporation sono aziende di capitali che, all’interno della loro attività economica, forniscono un significativo contributo allo sviluppo, all’ambiente e al sociale, perseguendo finalità di beneficio comune e operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente.

Le B Corp operano in base a paradigmi nuovi rispetto alle normali imprese: utilizzano modelli di gestione innovativi, non mirano meramente al profitto e lavorano per generare un impatto positivo non solo per se stesse e per i propri clienti, ma anche per dipendenti, fornitori e, più in generale, per i membri della comunità in cui si trovano ad operare. Nella visione delle B Corp, dunque, il core business è la creazione di valore condiviso in grado di generare un impatto positivo sulla società nel suo insieme.


Attenzione ai giovani

Forte di questa forma giuridica, Yoromm intende essere un luogo di crescita professionale, capace di generare opportunità e sostenere nuovi progetti imprenditoriali, soprattuto se provenienti da giovani. In questo senso, nelle prossime settimane sarà lanciata una call per talenti, progetti e imprese under 35 – denominata YO-Young Organizations – che metterà a disposizione dei vincitori postazioni di lavoro gratuite, supporto economico e possibilità di accedere a finanziamenti utili a sostenere le proprie idee. 

Il bando selezionerà e promuoverà la nascita di start-up in ambiti diversi, ma ispirate a modelli imprenditoriali responsabili sul piano sociale, ambientale e culturale. Yoroom, quindi, ospiterà sia imprese che vogliono generare un impatto economico e sociale positivo sul territorio – come le B Corp – sia organizzazioni non profit o associazioni. L’obiettivo è essere aperti a settori e professionalità diverse, in modo da attivare un virtuoso scambio di competenze a beneficio della comunità.  Le occasioni di contaminazione e arricchimento in tal senso saranno diverse: formazione, tutoring, eventi di networking, servizi di consulenza (business plan, marketing digitale) e supporto legale per lo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali con possibilità di accedere a finanziamenti agevolati.

L’inaugurazione

Durante l’inaugurazione Cristina Tajani, Assessore al Lavoro del Comune di Milano ha ricordato come in questi ultimi anni siano nati 58 coworking, un dato che dimostra come "la via scelta dal Comune per offrire nuovi strumenti in un mercato del lavoro in trasformazione ha trovato apprezzamento, soprattutto tra i lavoratori e professionisti tra i 30 e i 45 anni, maggiormente soggetti all’evoluzione del mercato che chiede sempre più flessibilità, competenza, scambio e condivisione dei saperi". Secono Tajani infatti "il coworking offre non solo luoghi fisici di condivisione del lavoro, ma anche un sistema di idee aperto per favorire lo sviluppo di progetti imprenditoriali innovativi che spesso mattono al centro il miglioramento sociale dei luoghi in cui sono inseriti”.

“Credendo nella responsabilità sociale della comunità che vogliamo andare a costruire – ha affermato il fondatore di Yoroom, Luca Diodà (un passato da economista e ricercatore presso le Nazioni Unite) – abbiamo deciso di intraprendere il processo di certificazione come Benefit Corporation e diventeremo a breve startup innovativa. Vogliamo supportare nuovi progetti imprenditoriali attraverso bandi e possibilità di accesso a finanziamenti con l’obiettivo di diventare incubatore di imprese certificate e di progetti ad alto impatto sociale ed economico per il territorio. Parteciperemo al tavolo giovani 2016 e ci siamo candidati per ospitare una start up nell’ambito de programma di scambio economico bilaterale Milano – New York, promosso dal Comune di Milano”.

Eric Ezechieli, Cofounder di Nativa prima B Corp e Società Benefit in Italia, ha sostenuto la scelta di Yoromm, affermando che “il futuro appartiene alle aziende rigeneratrici, quelle che hanno un impatto positivo sulle persone e sul pianeta. Nativa nasce come Benefit Corporation perché crede nel ‘Business come Forza Positiva’ e ora trova in Yoroom una community che condivide la medesima visione.”

Roberto Galimberti, Vice Presidente Human Foundation, ha voluto ricordare come Milano "si sta sempre più caratterizzando come polo d’attrazione per tutti coloro che si occupano di innovazione sociale. La modalità con cui si crea e distribuisce valore è profondamente cambiata, spazi di co-working, incubatori ed accelleratori sono oggi gli elementi da cui partire per sviluppare nuove forme economiche centrate sulla collaborazione piuttosto che sulla concorrenza. Un’economia delle relazioni sociali che sta cambiando profondamente, ed in meglio, la città. Sono certo vi saranno diverse occasioni di collaborazione tra HF e Yoroom per contribuire a rafforzare l’ecosistema dell’innovazione sociale."

Alessandro Valera, Direttore Ashoka Italia, ha ricordato come la sua organizzazione creda che ognuno possa essere protagonista del cambiamento, qualsiasi sia l’ambito di lavoro o la storia personale che lo contraddistingue. Valera ha quindi applaudito la scelta di Yoromm di ospitare gratuitamente un’organizzazione che si occupa di migrazione e rifugiati: ci auguriamo che sempre più migranti e rifugiati residenti in Italia possano vedersi non solo come utenti di servizi organizzati da altri, ma come imprenditori sociali che attivamente migliorano la società in cui vivono. Per questo sosteniamo la volontà di Yoroom di rivolgersi ai migranti come innovatori sociali.”
 

Riferimenti

Il sito di Yoroom