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Occuparsi di Impact Investing – e cioè lavorare affinché il mercato della finanza a impatto sociale si possa sviluppare e possa affermarsi in tutto il mondo – non vuol dire solo spingere investitori e intermediari finanziari ad offrire capitali che guardino intenzionalmente anche all’impatto sociale oltre che al rischio e al rendimento. Si tratta anche di avere uno sguardo ampio sull’ecosistema Impact, ovvero su tutti quegli elementi ed attori necessari per favorire gli investimenti ad impatto sociale.

Lo ha dimostrato il report presentato in questi giorni da Tiresia, che presenta i numeri sull’Impact Investing in Italia. I dati parlano chiaro: 210,5 milioni di capitali Impact, pronti a salire a 300 in tre anni, a fronte di sole 627 imprese sociali pronte ad accogliere investimenti. Nonostante un’offerta di capitali strutturata, c’è una domanda ancora tutta da costruire. Da qui lo sforzo necessario da parte degli operatori sociali per allinearsi a standard più strutturati e coordinati e, in questo modo, andare incontro ad una offerta di investimento che appare, al contrario, estremamente matura.

Accanto a un deficit di domanda, resta carente anche la presenza di politiche efficaci a supporto di questo mercato, spesso caratterizzato da strumenti tradizionali non profilati sulla diversa natura dei destinatari. Un Terzo Settore presente e ramificato, ma ancora immaturo rispetto al mutamento di paradigma che gli investimenti ad impatto implicano.

All’interno di questo orizzonte, nascono network “di servizio” su cui è importante accendere i riflettori. È il caso, ad esempio, di ESELA (European Social Enterprises Law Association), l’associazione che riunisce i giuristi europei esperti in materia di non profit, filantropia, impresa sociale ed impact investing che si propone di studiare ed approfondire le tematiche legali più innovative che afferiscono a questo settore. Si tratta di un network di avvocati, che si propone anche come quella terza figura necessaria tra il modo dell’imprenditoria sociale e quello della finanza per favorire un linguaggio comune e un punto di incontro. L’associazione promuove, infatti, a livello europeo, la tutela della relazione tra impresa sociale e diritto attraverso il monitoraggio delle novità legislative, la condivisone delle buone prassi più efficaci, l’organizzazione di eventi e materiali di analisi confronto e ricerca tra i vari sistemi giuridici nazionali. Un supporto per difendere i legittimi interessi di chi lavora nel sociale, quindi, ma anche un accompagnamento verso la possibilità di scalare le iniziative ad impatto.
Il prossimo 4 maggio ESELA organizza la sua conferenza annuale al Politecnico di Milano, dedicata all’Impact Investing e ai trend legali globali.

Un’occasione di confronto con esperti legali che da tutta Europa lavorano per sostenere tecnicamente il settore e che affronteranno temi innovativi come il ruolo delle sempre più note Benefit Corporation, ma anche temi di attualità come l’integrazione dei rifugiati attraverso modelli di impresa. Verrà offerta anche una prospettiva più ampia relativa ai diversi contesti normativi europei e quanto questi stanno incoraggiando questo nuovo paradigma economico.