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Parte da Torino il primo progetto nazionale di Social Impact Bond (SIB) per il reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute. A fare da apripista sarà la casa circondariale Lorusso e Cutugno che, prima in Italia, utilizzerà gli strumenti finanziari pay by result per ridurre la recidiva dei detenuti. L’obiettivo, in poche parole, è che meno persone rientrino in carcere dopo il percorso di reinserimento sostenuto grazie a questo strumento, determinando un risparmio per la Pubblica Amministrazione e, quindi, per l’intera collettività.

L’iniziativa è promossa da Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e Human Foundation, che hanno curato anche lo studio di fattibilità “L’applicazione di strumenti pay by result per l’innovazione dei programmi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute” (ve ne avevamo parlato qui) per sviluppare questo nuovo modello di collaborazione tra pubblico e privato.

Lo studio, realizzato con l’apporto del Politecnico di Milano, dell’Università di Perugia e di KPMG, con il supporto del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la fattiva collaborazione della direzione dell’Istituto Lorusso e Cutugno, è stato la base su cui è stata poi strutturata l’iniziativa vera e propria, presentata il 12 giugno in Fondazione CRT a Torino alla presenza del Ministro della Giustizia Andrea Orlando.


Come funziona lo strumento

Il social impact bond, noto anche come “pay for success bond”, è uno strumento finanziario con cui il settore pubblico raccoglie investimenti privati per pagare chi gli fornisce servizi di welfare. La remunerazione del capitale investito viene agganciata al raggiungimento di un certo risultato sociale che può essere tradotto in un risparmio per l’intera società.

Nel caso dello strumento sviluppato da Human e Fondazione CRT, se al termine del percorso di reinserimento sostenuto grazie al SIB la persone non faranno ritorno nel circuito carcerario, la Pubblica Amministrazione e la collettività beneficeranno di un risparmio. Questo sia rispetto ai costi sia diretti – ad esempio il minor numero di pasti da erogare e la riduzione delle spese legate a garantire le misure di sicurezza nell’istituto – che quelli indiretti – abbassamento del tasso di criminalità – sino ad arrivare ad un maggiore gettito fiscale laddove il detenuto venga impiegato stabilmente.

Nel caso in cui questi risultati siano effettivamente raggiunti e verificati da un valutatore indipendente, allora la PA ripagherà gli investitori privati che, di fatto, hanno anticipato il finanziamento per testare l’efficacia del progetto, riducendo per lo Stato il rischio d’investimento e il dispendio dei contributi fiscali dei cittadini.

Un’opportunità unica per sperimentare

Il SIB che sarà implementato nel carcere torinese rappresenta senza dubbio una sperimentazione molto importante. Nonostante se ne parli ormai da diversi anni, sugli strumenti pay by result permangono infatti diversi dubbi (come vi abbiamo raccontato in tanti articoli che trovate nella nostra sezione dedicata alla finanza sociale) e una "messa alla prova" nel contesto italiano può chiarire parecchie cose.

Tale sperimentazione non sarebbe stata possibile senza l’impegno assunto da Fondazione CRT. Nel corso della presentazione il Presidente Giovanni Quaglia, ha voluto sottolineare proprio il ruolo che fondazioni di origine bancaria svolgono in qualità di  "apripista e sperimentatori" in quanto "interpreti del cambiamento dei territori". Secondo Quaglia "gli strumenti pay by result, come i social impact bond, rappresentano una nuova risposta alle esigenze della società”.

Il Segretario Generale della Fondazione CRT e della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT Massimo Lapucci ha inoltre ricordato come i social impact bond siano un importante stimolo all’innovazione sociale in quanto "strumenti in grado di favorire concreti risultati sociali e prospettive di ritorno dei capitali investiti nel tempo: un campo in cui la collaborazione pubblico-privato ha ampie potenzialità". "In tal senso" ha ricordato Lapucci divienta però ancor più fondamentale il tema della valutazione, verso il quale "occore promuovere una cultura diffusa che consenta agli organismi impegnati nel sociale di avere un riscontro tangibile e continuato degli interventi promossi”.

La Fondazione Sviluppo e Crescita CRT in questo senso "è pioniera nello stimolare e proporre in Italia nuovi approcci all’investimento, soprattutto in quei settori in cui è più arduo sperimentare e in cui il pubblico ha maggior difficoltà a investire risorse". Ad affermarlo è stata la Presidente della Fondazione Sviluppo e Crescita CRT Cristina Giovando, che ha ricordato come "la Fondazione ha aperto le porte a forme di filantropia innovativa, che prevedono un sostegno costituito da investimenti pazienti, oltre alla promozione e al rafforzamento delle competenze”.

La possibilità di sperimentare offerta da Fondazione CRT non sarebbe stata adeguatamente sfruttata senza la spinta propulsiva di Human Foundation che, come ha dichiarata la Presidente Giovanna Melandri, "ha tra i suoi obiettivi principali quello di testare modelli di intervento innovativi per mettere a disposizione dei decisori pubblici evidenze sull’efficacia dei programmi e delle politiche di welfare". Melandri ha sottolineato la convizione che la sperimentazione che sarà avviata presso la casa circondariale Lorusso e Cutugno "possa contribuire alla diffusione degli schemi pay by result, che favoriscono sia l’erogazione di risorse pubbliche "collegate ai risultati" che la partecipazione dei privati alle politiche sociali. Solo così con innovazioni profonde e sperimentazioni coraggiose possiamo difendere lo Stato Sociale e fare meglio con le risorse date".

A far ben sperare circa gli esiti della sperimentazione torinese è anche la posizione assunta dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Parlare di innovazione significa rispondere in modo nuovo alle marginalità sociali: le migliori pratiche possono e devono fare scuola e questo progetto pilota è quanto mai significativo non solo per l’Italia, ma per l’Europa intera". Lo schema pay by result di Torino infatti "apre a una sinergia pubblico-privato innovativa ed estendibile ad altri campi del welfare". Secondo Orlando, dopo aver parzialmente risolto il problema del sovraffollamento, è più che mai necessaria "una rivoluzione copernicana del sistema carcerario, guidata da un’inversione dello sguardo dall’interno verso l’esterno: l’istituto penitenziario deve qualificarsi non come strumento punitivo, bensì come luogo di risocializzazione, in primis attraverso il lavoro”.

Riferimenti

L’applicazione di strumenti pay by result per l’innovazione dei programmi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute