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A novembre vi avevamo raccontato dell’edizione pilota di “Un Giorno in Dono”, progetto realizzato dal Gruppo UBI Banca in collaborazione con Fondazione Sodalitas per sviluppare il volontariato d’impresa all’interno delle banche appartenenti a UBI. Ora, visti i risultati positivi della sperimentazione svoltasi nell’area di Milano, il Gruppo ha scelto di allargare l’iniziativa, aprendo una prospettiva molto interessante per il volontariato d’impresa nel nostro Paese.


I risultati del progetto pilota di Milano

Il progetto “Un Giorno in Dono”, come vi avevamo raccontato, permette ai dipendenti UBI di utilizzare un giorno delle proprie ferie per svolgere attività di volontariato presso alcune organizzazioni non profit, a cui l’azienda si impegna inoltre a corrispondere il valore economico della giornata lavorativa donata dal dipendente.

La sperimentazione, che si era sviluppata nelle filiali dell’area di Milano e provincia, ha permesso a 337 dipendenti di svolgere un giorno di volontariato in una delle 11 organizzazioni non profit individuate da Fondazione Sodalitas. Gli esiti dell’iniziativa si sono rivelati particolarmente positivi. I dipendenti si sono detti molto soddisfatti di aver donato il proprio tempo per la realizzazione di attività ad alto contenuto sociale, l’azienda si è rinforzata sotto il profilo della CSR e, ovviamente, le organizzazioni non profit partecipanti hanno ottenuto un importante sostegno sia operativo che economico. A fronte dei risultati ottenuti dal progetto pilota, UBI Banca ha quindi scelto di ampliare l’orizzonte di “Un Giorno in Dono”, offrendo di fatto a tutti i dipendenti del Gruppo, e non solo a quelli dell’area interessata dalla sperimentazione, la possibilità di partecipare al progetto.


Prospettive, ragioni e numeri del “salto” nazionale

Mario Napoli, responsabile risorse umano di UBI Banca, ci ha spiegato come UBI operi sul fronte del volontariato già da diverso tempo. Cinque anni fa, ad esempio, il Gruppo ha iniziato a promuovere i “pranzi di Natale”, durante i quali circa 150 dipendenti assistevano oltre 1.000 persone disagiate offrendo loro un pasto caldo nel periodo natalizio. Tuttavia “la volontà di coinvolgere un numero sempre maggiore di colleghi” e di “rendere l’attività di volontariato continuativa e riconoscibile sia all’interno che all’esterno del Gruppo” ha spinto UBI ad avviare iniziative maggiormente strutturate.

Nel 2014 è così partita la collaborazione con Fondazione Sodalitas, con cui è nata l’idea di “Un Giorno in Dono”. I risultati positivi della sperimentazione sopra descritti hanno portato la Banca a compiere un passo ulteriore e portare l’iniziativa a livello nazionale. Grazie a questo “salto” circa 3.500 dei 18.000 dipendenti del Gruppo ora possono donare un giorno di ferie a una delle 77 organizzazioni selezionate da Fondazione Sodalitas scegliendo, in base alle proprie attitudini e competenze, tra 216 progetti di volontariato attivati dalle ONP in 29 province. Il 13 aprile hanno preso avvio le prime attività di volontariato, che si svolgeranno fino alla fine del mese di giugno lungo un percorso strutturato su 64 giornate.  “Le iscrizioni al progetto”, ha spiegato Napoli “sono partite il 25 marzo grazie a un sito dedicato, dove i dipendenti possono acquisire tutte le informazioni necessarie ad aderire, e saranno aperte fino al 17 aprile. Le adesioni sono già numerose e ci aspettiamo quindi una risposta molto positiva da parte dei colleghi”.


Misurazione, valutazione e visione: perché UBI è un modello da seguire

Ma qual è la peculiarità del progetto di UBI Banca rispetto ad altre iniziative di volontariato d’impresa che, comunque, sono ormai diffuse in molte aziende italiane? La risposta a questa domanda è arrivata da Ugo Castellano, Consigliere d’Indirizzo di Fondazione Sodalitas, che si è occupato della realizzazione del progetto. Castellano ha sottolineato che “oggi più che mai non possiamo permetterci di buttare i soldi fuori dalla finestra, avviando progetti sociali solo sulle ali dell’entusiasmo”.  

La scelta di UBI di sviluppare un progetto pilota, valutarne i risultati, misurarne le potenzialità attraverso specifici indicatori e, solo in seguito, proporlo a tutti i dipendenti, dimostra un approccioassolutamente in linea con i parametri internazionali usati per valutare l’impatto dei progetti sociali”. Inoltre, sul fronte dei rapporti tra UBI e le organizzazioni non profit selezionate nulla è stato lasciato al caso. “Le attività sono state seriamente discusse e coordinate con le ONP coinvolte, con le quali sono stati firmati contratti per mettere nero su bianco gli impegni reciproci”.

UBI Banca ha quindi adottato grande attenzione e gradualità nello sviluppo del progetto, prediligendo un approccio che favorirà la continuità e l’incisività del progetto negli anni a venire. “Così come abbiamo misurato i risultati del progetto pilota, allo stesso metodo misureremo il follow up dell’espansione dell’iniziativa. In questo modo avremo a disposizione dati importanti per capire come portare avanti e migliorare questo genere di esperienza”. In tale senso le valutazioni d’impatto sul livello nazionale potranno aiutare a comprendere meglio il valore del volontariato d’impresa nelle diverse dimensioni in cui esso si declina: valorizzazione dei dipendenti, CSR delle aziende coinvolte, vantaggi per le ONP e più in generale per i territori e le comunità verso cui è diretto. La seconda fase di “Un Giorno in Dono” sarà un bel banco di prova per UBI Banca, ma si configurerà come un’importante cartina tornasole per le aziende che in Italia stanno investendo sul volontariato d’impresa.

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