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Il welfare aziendale, come sappiamo, per molto tempo si è sviluppato prevalentemente nelle imprese di grandi dimensioni che, a differenze delle PMI, hanno a disposizione le risorse necessarie per pensare, implementare e mantenere sistemi complessi a tutela dei bisogni sociali dei propri dipendenti. 

Grazie alle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 – e i successivi aggiornamenti inseriti nel testo 2017anche le piccole e medie imprese hanno però iniziato a muoversi con maggiore convinzione nel campo del welfare aziendale. Come hanno spiegato anche Franca Maino e Giulia Mallone in un recente volume sul tema, l’utilizzo di strumenti come il contratto di rete per il welfare, la diffusione dello smartworking, lo sviluppo di progetti complessi come le reti territoriali di conciliazione lombarde e, più in generale, il ricorso alla contrattazione di secondo livello, hanno aperto nuove possibilità anche per le piccole e medie imprese che vogliono implementare forme di welfare all’interno delle proprie organizzazioni.

Tra le diverse sfide legate a questo ambito, due sono in particolare quelle percepite con maggiore urgenza su diversi territori. Da un lato, la necessità di individuare modalità che permettano alle best practices di diffondersi e "contaminare" altre aziende, in particolare le PMI, che vogliono investire in welfare; una sfida che in parte è stata raccolta da Welfare Index PMI, che sta svolgendo un interessante lavoro per mappare e individuare le esperienze più positive sviluppatesi in diversi settori produttivi. Dall’altro lato, il bisogno di trovare strade attraverso cui il welfare aziendale, soprattutto se condiviso da più imprese che hanno scelto di investire congiuntamente in questo ambito, possa assumere una dimensione sempre più territoriale. In altre parole, la volontà di capire se e come servizi di welfare pensati prioritariamente per la popolazione aziendale possano progressivamente aprirsi a tutti i cittadini residenti in una data area geografica.


L’Alleanza tra Confcommercio Veneto e TreCuori

È in questo quadro che Confcommercio Veneto ha scelto adottare una piattaforma, presentata il 2 febbraio a Mestre, che per quanto ci è dato sapere non ha precedenti in Italia, quanto meno per l’ampiezza del territorio coinvolto e per il numero potenziale di imprese e dipendenti interessati. L’idea è di per sè semplice: ricorrere a uno strumento che mette in aziende, lavoratori, consumatori ed enti non profit per sviluppare sistemi di welfare aziendali all’avanguardia che, nel contempo, permettano di portare benefici anche le comunità di appartenenza delle PMI che scelgono di implementarli. 

Si tratta di un obiettivo con cui, a onor del vero, hanno già provato a misurarsi tanti altri, soprattutto in Emilia Romagna. Dove sta allora la novità? A parere di chi scrive nella scelta di adottare, appunto, un’infrastruttura tecnologica all’avanguardia, nata con lo specifico obiettivo di creare forme di secondo welfare che contemporaneamente possano portare beneficio a imprese, cittadini e organizzazioni del terzo settore.

L’infrastruttura in questione è TreCuori: una piattaforma online, accessibile anche attraverso un’apposita App, facilmente fruibile sia dalle aziende che vogliono investire in welfare – a cui sono garantiti bassi costi e una gestione semplificata delle pratiche legate alla contabilità – che dai loro lavoratori – che possono spendere la  propria quota di salario sotto forma di welfare direttamente dai propri fornitori di fiducia. Un sistema che promette di rendere smart e veloci procedure che oggi portano tante aziende a rinunciare allo sviluppo di propri piani di welfare.

Come dovrebbe funzionare il sistema

L’impresa eroga il premio di produzione sotto forma di welfare attraverso TreCuori. Il dipendente accede con le proprie credenziali alla piattaforma, dove può vedere il proprio "credito welfare" e spenderlo scegliendo tra un’ampia gamma di esercizi commerciali registrati sulla piattaforma stessa. A disposizione ci sono negozi – librerie, agenzie viaggi, supermercati, distributori di carburante, ecc – ma anche erogatori di servizi sociali – studi medici, strutture sanitarie, assistenti familiari per anziani e persone non autosufficienti, baby sitter, asili, scuole, corsi sportivi, ecc. – dove i beni e servizi sono pagabili dal dipendente direttamente tramite app, scalando le risorse dal proprio credito virtuale. 

Da un parte, il dipendente non è vincolato a scegliere tra gli esercizi commerciali indicati dall’azienda (così come avviene nella maggior parte dei portali di welfare presenti sul mercato) ma può recarsi in tutte le realtà registrate sulla piattaforma e/o coinvolgere nella stessa qualsiasi negozio o erogatore di servizio del territorio. Dall’altra, l’azienda ha a disposizione un sistema informatizzato rapido e semplice per la gestione diretta di tutte le pratiche amministrative per ottenere i benefici fiscali previsti dalla Legge di Stabilità 2016 e confermate da quella del 2017.

Inoltre, come detto, oltre a rendere più semplici le modalità di spesa in welfare, la piattaforma permette di generare un beneficio per le realtà della società civile. TreCuori, infatti, punta ad anche ad aiutare le organizzazioni non profit che operano sul territorio: ogni singolo bene o servizio erogato dall’azienda ai lavoratori tramite il piano welfare permette di sostenere organizzazioni non profit scelte dai lavoratori stessi. Ogni esercizio commerciale che si registra (gratuitamente) alla piattaforma, infatti, si impegna a destinare una percentuale del guadagno ottenuto a realtà del terzo settore (associazioni non profit, società sportive, gruppi di volontariato, ecc.) registrate (e registrabili) sulla stessa piattaforma. 
 


Le prospettive di questa sinergia

Tanto Confcommercio che TreCuori ritengono che la nuova sinergia che hanno scelto di stringere possa portare benefici a entrambe le organizzazioni ma, soprattutto, a tutti i territori in cui imprese, cittadini e realtà della società civile decideranno di sperimentare questo nuovo strumento.

Massimo Zanon
, Presidente di Confcommercio Veneto, ha sottolineato che la decisione di dar vita a questa iniziativa è nata dalla convizione che questa possa essere "un veicolo formidabile per la tutela e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio e la diffusione e il consolidamento dell’associazionismo. Sono le persone, dai lavoratori ai consumatori, alle imprese, alle associazioni non profit, alle scuole a imprimere al meccanismo un movimento circolare. Una sorta di cinghia di trasmissione azionata tanto dai consumi quanto dalla solidarietà". In quest’ottica "più soggetti aderiranno, più saranno i vantaggi per tutti”. In altre parole, un nuovo modo di concepire la responsabilità sociale d’impresa, che con TreCuori di fatto diventa circolare e diffusa. 

Alberto Fraticelli
, direttore di TreCuori, ha sostenuto che la scelta di Confcommercio rappresenta un passo avanti importante perché "i benefici della legge nel campo del welfare non rimangano teoria sulla carta, ma possano davvero essere goduti da lavoratori e imprese di qualsiasi dimensione". Ora le PMI interessate, grazie alla mediazione degli uffici di Confcommercio, potranno attivare in maniera sempice propri piani di welfare utilizzando TreCuori, che nel contempo potrà diffondersi e farsi conoscere quale "attivatore economico spinto dall’interesse per il bene comune e dalla tecnologia".



Uno strumento aperto a tutti dalle enormi potenzialità

Dal punto di vista del welfare aziendale, dunque, i benefici garantiti dall’alleanza tra TreCuori e Confcommercio si presentano numerosi. La cosa interessante, tuttavia, è che la piattaforma può generare benefici che vanno al di là del perimetro di imprese, lavoratori e fornitori che scelgono di usare la piattaforma per il welfare aziendale.

Tutti i cittadini possono infatti iscriversi alla piattaforma, che è libera e fruibile da chiunque in qualsiasi parte del Paese, e orientare i propri acquisti in favore degli esercizi convenzionati che, come detto, riconoscono il loro contributo a organizzazioni non profit scelte dai cittadini stessi. Ne dervia un circolo virtuoso che, mettendo al centro del sistema i cittadini, garantisce alle attività sociali del territorio risorse sostenibili, eque e durature, e alle attività economiche un efficace strumento di promozione. Un sistema che una volta entrato a pieno regime, promette di generare effetti positivi sia sotto il profilo dei consumi – incentivando ad esempio quelli legati ai negozi di vicinato, alla ristorazione e ai viaggi – sia sul piano sociale, attraverso un sostengo continuativo alle realtà non profit.

Per capire meglio il funzionamento di TreCuori, uno strumento semplice nella concezione ma complesso per quanto riguarda il funzionamento e le dinamiche che è in grado di generare, il consiglio è di vedere il breve video qui sopra, consultare il sito e, eventualmente, contattare chi l’ha ideato, sviluppato e implementato, e che ora ora sta provando con coraggio e determinazione a diffonderlo. La possibilità di far dialogare mondi che parlano lingue diverse e che, nella maggior parte dei casi, faticano a mettersi in relazione, è sicuramente un elemento fondamentale. Ma non bisogna trascurare anche la capacità di ri-generare relazioni sociali che sui territori negli ultimi anni sembrano essersi progressivamente affievolite. Rilanciando tra l’altro anche dinamiche economiche più che mai fondamentali in contesti territoriali fortemente toccati dalla crisi. Tutti elementi di cui il nostro Paese in questo frangente storico ha un tremendo bisogno.

Riferimenti

Il sito di TreCuori