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L’era della digitalizzazione dei processi e dei prodotti guidati dall’Intelligenza Artificiale (AI) nella quale stiamo entrando e della quale ancora non conosciamo i confini non riguarda solo il mondo dell’industria (“Industry 4.0”), ma coinvolge sempre di più la vita di ognuno. Uno degli ambiti nei quali la cosiddetta Quarta Rivoluzione si sta facendo strada è quello sanitario nel quale gli investimenti verso la “digital health” (ossia l’applicazione di tecnologie digitali hardware e software nei settori della salute e del welfare) hanno raggiunto quota 6,1 miliardi di euro nel 2016 e sono stimati, da qui al 2022, in crescita del 22%, con punte del 34% nel segmento della “sanità mobile” (fonte: Research&Markets e CB Insights).

La Digital Health in Italia

Anche in Italia qualcosa si muove: la stima per la spesa sanitaria al 2020 supererà i 118 miliardi di euro e ad oggi (dato 2016) una prima quota dell’1,1% è già destinata all’e-Health. “Sanità digitale” e benessere gestiti tramite soluzioni informatiche sono, quindi, una realtà destinata a crescere notevolmente sia nell’ambito dei servizi di welfare pubblico, sia in quelli del welfare privato (aziendale, in primis) dove l’impiego di applicazioni e portali web è sempre più diffuso.

La tecnologia “4.0”, inoltre, sta pervadendo anche la complessiva vision degli operatori del settore dei servizi sanitari e di quelli di supporto al welfare più in generale. Questo vale in modo particolare per le realtà del Terzo Settore che, grazie alle tecnologie di ultima generazione, stanno sperimentando anche dei percorsi di ibridazione che li pongono in concorrenza con realtà tradizionalmente rimaste estranee al loro perimetro d’azione (basti pensare all’ingresso di alcune cooperative sociali nel mercato dei servizi digitalizzati a supporto delle policy di Welfare che ha letteralmente posto il mondo dell’impresa sociale in competizione con le agguerrite aziende profit: una competizione che se ha modificato la loro vision, non ha però impattato sulla mission di queste realtà che resta quella di porre sempre al centro del proprio operato la Persona per la quale quei servizi sono progettati ed erogati).


Il programma di Generali Italia e H-Farm

Nello scenario della “Sanità digitale” assume un particolare rilievo il programma voluto da Generali Italia e H-Farm, denominato “Generali Health&Welfare Accelerator”. L’obiettivo è quello di identificare e collaborare con start-up innovative che stiano sviluppando soluzioni hi-tech destinate ai settori della prevenzione e dell’accessibilità alle cure (applicazioni per diagnosi da remoto, soluzioni online per la prevenzione e l’educazione alla salute) e del welfare aziendale (con strumenti per il controllo del benessere dei dipendenti, della gestione dello stress e della prevenzione del "burnout").

Il programma di open innovation prevede una selezione delle cinque migliori candidature pervenute (entro il 10 novembre 2017) che accederanno ad un percorso di accelerazione che si svolgerà, per quattro mesi, presso il Campus di H-Farm (un unicum a livello internazionale, con 14 mila metri quadri di edifici su oltre 20 ettari di terreno alle porte di Venezia), mentre Generali Italia offrirà alle start-up servizi in grado di sviluppare il loro business.

Generali Italia è fortemente impegnata sul piano dello sviluppo della conoscenza delle prassi di welfare e delle soluzioni destinate a migliorarne la capacità di risposta rispetto ai bisogni (in particolare nell’ambito dell’attività di ricerca nel settore del Welfare Aziendale è ormai ben noto l’appuntamento annuale con “Welfare Index PMI” che analizza un ampio panel di imprese e premia le più innovative best practice).

Per Marco Sesana, Country Manager e AD di Generali Italia, “la collaborazione con H-Farm mira ad accelerare lo scouting delle idee e delle tecnologie più innovative con la finalità, non ultima, di acquisire nuovo know-how che possa migliorare l’offerta dei servizi” della Compagnia assicurativa che nel mercato dei servizi di supporto al welfare aziendale intende posizionarsi anche come vero e proprio provider (è di pochi giorni fa la news, ripresa dal Piccolo di Trieste, che la società del Leone intende costituire una newCo dedicata ai servizi di welfare aziendale con un progetto che prevede 100 assunzioni entro il 2019).

Per Riccardo Donadon, Presidente e AD di H-Farm, la partnership con Generali Italia sarà capace di generare “nuove idee nel settore dell’Health&Welfare applicato al mondo del lavoro che ha enormi potenzialità e che nei prossimi anni sarà rivoluzionato dall’innovazione a tutti i livelli”.

L’appuntamento è al 2018 quando una Demo Night di presentazione dei progetti realizzati metterà le start-up nelle condizioni di incontrare una platea di investitori, business angel e venture capital che potranno decidere di investire o di creare sinergie commerciali o tecnologiche. Quel giorno il welfare avrà la possibilità di fare un passo in avanti, non solo sul piano delle tecnologie, che sempre più caratterizzeranno l’efficacia delle risposte ai bisogni, ma anche sul piano dell’ottimizzazione delle risorse necessarie perché quei bisogni trovino risposte concrete.