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Lo scorso 11 aprile i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil di Lodi hanno firmato con l’Associazione degli Industriali del Lodigiano un innovativo accordo di carattere territoriale. Si tratta di uno strumento nato dalla collaborazione tra i rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori per favorire lo sviluppo di strumenti di welfare aziendale e conciliazione famiglia-lavoro sul territorio lodigiano.

Nel dicembre 2012 Regione Lombardia ha pubblicato il decreto n. 12138 "Approvazione delle indicazioni per la partecipazione alle iniziative di welfare aziendale e interaziendale e alla dote conciliazione servizi alla persona in attuazione della Dgr. del 25 ottobre 2012 n. 4221”, e il relativo bando intitolato “Sostegno del welfare aziendale ed interaziendale e della conciliazione famiglia- lavoro in Lombardia”. Tra le misure previste, il bando stanzia 5 milioni di euro per il finanziamento di progetti di welfare aziendale e interaziendale a beneficio delle PMI lombarde. Per il 2013 il bando prevede però un requisito aggiuntivo rispetto all’edizione precedente: l’aver concluso, o almeno avviato, contrattazione di secondo livello. Una condizione, quella della contrattazione decentrata, che costituisce un vero ostacolo per le PMI. Spesso infatti le micro, piccole e medie imprese non soddisfano il requisito, e per questo sono automaticamente escluse dalla possibilità di presentare domanda di finanziamento.

Come possono dunque le parti sociali agevolare la partecipazione delle piccole realtà imprenditoriali? Sperimentando soluzioni innovative, come la creazione di un accordo di ambito territoriale che consenta alle PMI interessate di aderire su base volontaria e, così facendo, introdurre in azienda una sorta di meccanismo di contrattazione “standard” precedentemente condiviso dai rappresentanti locali delle parti sociali. Con la collaborazione di istituzioni locali come le ASL, che già svolgono il compito di capofila all’interno delle reti territoriali lombarde.

Il primo caso è costituito dalla firma, da parte di Assolombarda, Confindustria Monza e Brianza, APA Confartigianato Milano-Monza e Brianza, Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza, Confapi Industria, Unione Artigiani e Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza, dell’accordo sperimentale di carattere territoriale per favorire la partecipazione delle PMI della provincia al bando regionale, siglato lo scorso 19 marzo. L’esempio è stato poi seguito, appena un mese dopo, dai rappresentanti del territorio lodigiano.

Il bando regionale per i progetti di welfare aziendale fa parte della strategia dell’amministrazione lombarda di riorganizzazione dei servizi di welfare. Un impegno che negli ultimi anni si è articolato in iniziative di natura diversa, come l’assegnazione da parte delle ASL della Dote Conciliazione e lo sviluppo sui territori delle “reti di conciliazione”. Ed è stata proprio l’attività della rete di conciliazione di Lodi – guidata dalla ASL di Lodi e composta da numerosi soggetti pubblici e privati – a costituire la premessa per il raggiungimento dell’accordo territoriale per il welfare. Nel testo dell’accordo, i firmatari ripercorrono le tappe principali del percorso di costruzione di un modello territoriale di conciliazione, segnandone l’inizio proprio nel luglio del 2011 con la sottoscrizione dell’Accordo di Collaborazione per la Realizzazione della Rete Territoriale di Conciliazione promosso da Regione Lombardia, Asl di Lodi, Provincia di Lodi, Comune di Lodi, CCIA di Lodi, Consigliera Provinciale di Parità e Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci.

L’accordo elenca, a titolo esemplificativo e non esclusivo, una vasta serie di strumenti di welfare aziendale e di conciliazione famiglia-lavoro implementabili da parte delle aziende del territorio, mentre in allegato gli imprenditori interessati trovano il modulo da firmare per associarsi automaticamente all’accordo. L’importanza dell’iniziativa sta proprio nell’opportunità per le PMI del territorio di partecipare al bando regionale per il finanziamento delle iniziative di welfare, nonostante la frequente mancanza del requisito della contrattazione di secondo livello, grazie alla possibilità di “associarsi” all’accordo territoriale.

 

Per capire meglio la storia, le motivazioni, e le potenzialità dell’accordo abbiamo intervistato Silvana Nicola, referente per la conciliazione famiglia-lavoro della Asl di Lodi, e Sarah Rossini, funzionario di Assolombarda, sede di Lodi.

Come, quando e da chi è nata l’idea di stipulare un “accordo sperimentale per il welfare aziendale”?

S.R.: L’Associazione degli Industriali del Lodigiano, di concerto con CGIL, CISL e UIL territoriali, ha ritenuto opportuno sottoscrivere l’accordo sperimentale in tema di conciliazione. I soggetti sottoscrittori avevano come obiettivo principale garantire, sul territorio lodigiano, la piena operatività del D.d.u.o. del 13.12.2012 n. 12138 di Regione Lombardia.

Perché si tratta di un’iniziativa di carattere sperimentale?

S.R.: L’accordo territoriale è inteso come sperimentale perché rappresenta una novità sul territorio: la prima azione concreta a sostegno del welfare aziendale.

Si inserisce nell’ambito di un quadro di azioni più ampio, che vede coinvolte organizzazioni di rappresentanza datoriale e sindacale a livello nazionale. Nel mese di marzo 2011 è stato infatti avviato dal Ministero del Lavoro un confronto con le parti sociali sul tema della conciliazione, che ha visto attivamente coinvolta anche Confidustria. Il percorso ha portato alla sottoscrizione di un’intesa tra il Governo e le Parti Sociali per lo sviluppo di azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro. L’idea quindi di sottoscrivere un accordo territoriale sperimentale per il territorio lodigiano trova fondamento nella convinzione delle parti sottoscriventi che un sostegno alle politiche di welfare aziendale possa portare un contributo per un benessere di lungo periodo e una crescita economica sostenibile.

Come funziona l’accordo sperimentale? Come intende facilitare gli imprenditori nel presentare progetti per il welfare aziendale?

S.N.: L’accordo sperimentale costituisce un passo importante, una premessa fondamentale alla possibilità di presentazione di progetti di welfare aziendale e inter-aziendale da parte di micro, piccole e medie imprese. In queste realtà è infatti difficile che esistano accordi di contrattazione decentrata, e il fatto che Assolodi abbia promosso questo accordo a favore delle imprese aderenti consentirà alle stesse imprese di fare riferimento alla contrattazione territoriale presentando progetti.

L’accordo contiene esempi di iniziative concrete di conciliazione che possono essere attuate dagli imprenditori tramite la presentazione di progetti. L’approvazione del progetto costituisce infatti la chiave di accesso ai contributi economici.

In che modo l’accordo agevola la partecipazione delle aziende al bando regionale lombardo?

S.R.: Nel bando sul welfare aziendale ed inter-aziendale promosso da Regione Lombardia, pubblicato il 7 gennaio 2013, vi è la precisazione che le aziende interessate alla presentazione della domanda di ammissione debbano essere in possesso di alcuni requisiti, tra cui l’aver avviato o concluso un percorso di contrattazione di secondo livello. Ciò significa l’inevitabile esclusione delle imprese non in possesso di questo requisito.

Le Parti firmatarie, in considerazione del tessuto imprenditoriale del territorio lodigiano – per la maggior parte costituito da piccole e medie imprese – e considerato il requisito di ammissibilità relativo alla contrattazione di secondo livello, hanno convenuto circa la necessità di sottoscrivere un accordo finalizzato a garantire a tutte le imprese del territorio la medesima opportunità di accesso al Bando.

• Come riesce l’accordo a “sostituirsi” al requisito regionale dell’accordo sindacale?

S.R.: Con la sottoscrizione dell’accordo territoriale, il requisito della contrattazione di secondo livello è sostanzialmente assolto. Le aziende interessate a partecipare al bando dovranno fare riferimento all’accordo territoriale sottoscritto l’11 aprile 2013 da Assolodi, CGIL, CISL e UIL, mediante la presentazione del modulo allegato all’accordo.

In questo modo forniamo una soluzione alle aziende che intendono attivare al proprio interno politiche di welfare aziendale senza tuttavia avere i requisiti per accedere ala contrattazione di II livello. Queste possono infatti aderire all’accordo territoriale e così facendo integrare il requisito del Bando Regionale.

• Che natura ha l’accordo territoriale?

S.R.: L’accordo territoriale, essendo un accordo prima di tutto sindacale, è da intendersi come accordo quadro, a “copertura” di tutte quelle realtà aziendali nelle quali non vi è una contrattazione di secondo livello in essere. Non sostituisce quindi il requisito richiesto dal bando regionale, ma ne integra gli estremi.

• Su quali aspetti si è concentrata la discussione tra parti datoriali e sindacali?

S.R.: Come si è detto, la discussione è stata avviata sul piano nazionale. Nella fattispecie concreta del nostro territorio è stato essenziale riflettere sulle modalità operative con cui favorire iniziative di welfare aziendale e inter-aziendale, e misure di sostegno della conciliazione famiglia e lavoro.

Trovare il sistema per bilanciare nel miglior modo possibile il tempo lavorativo e quello dedicato alla famiglia e alla cura rappresenta un contributo importante per un benessere e un equilibrio sociale che possa portare alla crescita economica. Certamente il tema della conciliazione da solo non basta a risolvere il problema della disoccupazione – soprattutto femminile – se non è sostenuto da una rete di servizi pubblici e privati finalizzati, per esempio, alla custodia e cura delle persone non autosufficienti, da una migliore organizzazione degli orari degli asili nido, delle scuole, dei negozi, degli uffici pubblici, dei trasporti e delle aziende ospedaliere, e molti altri servizi al cittadino che si intersecano con il mondo del lavoro e produttivo. Per questo sappiamo che il successo di queste iniziative è fortemente condizionato dall’esistenza di un contesto territoriale in cui la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro sia oggetto di interventi concreti da parte degli Enti Locali, per esempio in infrastrutture e servizi pubblici.

• Come si ricollega questa azione alla rete territoriale di conciliazione? Ci sono nuovi progetti allo studio?

S.N.: Si tratta di un’azione autonoma ma effettivamente collegata alla rete territoriale di conciliazione. Nel mese di febbraio 2013 si è svolto un incontro promosso dalla CCIAA di Lodi in collaborazione con ASL e STER per la presentazione del Bando integrato regionale alle associazioni di categoria e alle OO.SS., in cui è stata rappresentata la necessità/opportunità di azioni volte a favorire accordi territoriali per la contrattazione di secondo livello al fine di integrarsi al meglio con le politiche sociali e di sviluppo economico. Assolodi ha raccolto questo invito impegnandosi per arrivare in tempi brevi alla sottoscrizione dell’accordo. Nell’ambito della rete di conciliazione locale si auspica ovviamente che anche altre associazioni di categoria possano fare lo stesso, con la collaborazione delle OO.SS. già firmatarie dell’Accordo sperimentale.

• Quale è stato il ruolo della ASL di Lodi all’interno del percorso intrapreso rispetto ai temi del welfare e della conciliazione?

S.N.: L’ASL di Lodi, in qualità di capofila dell’Accordo territoriale per la conciliazione siglato a Lodi l’8 luglio 2011, ha incontrato in questi due anni numerosi soggetti pubblici e privati del territorio al fine di promuovere la cultura della conciliazione e di cercare di stimolare l’adesione alla rete territoriale. L’Accordo, sottoscritto dagli Enti promotori (Regione Lombardia, Asl, Provincia, Ente capofila del Piano di Zona, Consigliera di Parità, CCIAA) prevedeva infatti la possibilità di adesione da parte di nuovi soggetti per tutta la sua durata. A due anni dalla sottoscrizione, sono 34 gli enti che hanno aderito all’Accordo territoriale. Tra questi abbiamo enti pubblici, soggetti del Terzo settore, associazioni datoriali, imprese, enti di formazione, e il forum delle associazioni familiari.

La ASL ha inoltre coordinato le varie attività “innovativo-sperimentali” del piano di lavoro territoriale che si sta concludendo.

• Quale sarà il “nuovo” impegno della ASL a fronte di questi sviluppi?

S.N.: Per quanto riguarda il futuro, sappiamo che Regione Lombardia darà indicazioni per il rinnovo degli accordi territoriali per la conciliazione. In questa logica la ASL continuerà l’azione di promozione e di coordinamento insita nel ruolo di capofila: tra le priorità, la volontà di operare in stretto raccordo con le associazioni datoriali. Abbiamo già in agenda azioni condivise mirate alla sensibilizzazione sui temi della conciliazione nei confronti di aziende del territorio.

• Come si sta sponsorizzando l’iniziativa presso le aziende? C’è un piano di comunicazione?

S.N.: Oltre alle azioni di Assolodi nei confronti dei propri associati, l’ASL e gli Enti promotori sono impegnati nella diffusione dello strumento, ad esempio con la pubblicazione di informazioni sui siti internet. Inoltre, il collegamento con le aziende che si crea a partire dalle varie iniziative per la conciliazione già attive – come la dote conciliazione, il voucher di conciliazione, e il bando per la flessibilità – costituisce una preziosa occasione per un’informazione capillare alle singole imprese, e per la diffusione di informazioni più dettagliate circa la nuova opportunità.

• Ci sono già dei primi risultati? Quanti hanno firmato e depositato l’accordo?

S.R.: Per ora sono pervenute ad Assolodi diverse richieste di chiarimenti in merito alla compilazione del modulo allegato all’accordo territoriale da parte di aziende interessate. Ad oggi, siamo in attesa di conoscere l’esito delle richieste.

• Quali sono le iniziative di welfare più spesso implementate?

S.N.: Abbiamo esaminato i testi di accordi sindacali di secondo livello di numerose aziende, e possiamo dire che le iniziative di welfare maggiormente presenti riguardano l’accesso ai servizi alla persona e gli incentivi a favore dei figli dei dipendenti, come le borse di studio e i buoni acquisto. E la Banca Ore, specialmente nelle Cooperative.

 

Riferimenti

Il bando per il welfare aziendale di Regione Lombardia

Il D.d.u.o. del 13.12.2012 n. 12138 di Regione Lombardia

La sezione del sito della ASL Lodi dedicata alla conciliazione famiglia-lavoro
 

Allegati

L’accordo firmato a Lodi

L’accordo firmato a Monza

 

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