Rassegna Stampa
Primo Welfare / sanità

Secondo welfare e fondi integrativi in sanità: opportunità o duplicazione di scarsa utilità?

Roberto Polillo, Il Sole 24 Ore, 4 aprile 2017
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Di fatto allo stato attuale in sanità i fondi integrativi sono oltre 300, e a questi aderiscono circa 9 milioni di persone, delle quali 7 milioni sono lavoratori dipendenti. E non finisce qui perché, dopo l’accordo tra il Ministro Madia e le confederazioni Cgil, Cisl e Uil del novembre 2016 oltre all’incentivo economico di 85 euro medio sono proprio i benfit di secondo welfare che entreranno a fare parte integrante delle piattaforme contrattuali.

Sembrerebbe dunque che la strada sia definitivamente spianata per un progressivo rafforzamento di quello che viene chiamato il secondo pilastro, ma i rischi connessi a questa scelta (ora fatta propria anche dai sindacati della Pa, finora ostili) rimangono tuttora in piedi. Da una parte rimane il problema dell’equità, perché le prestazioni vanno a favore di gruppi limitati di lavoratori (per un tempo peraltro limitato cessando con il pensionamento) ma i costi della decontribuzione vengono spalmati anche sui cittadini (ivi compresi quelli a basso reddito e pensionati) che di tali servizi non usufruiscono. Dall’altro sollevano dubbi le tipologie di prestazioni finora offerte. Un conto infatti è intervenire su quelle aree assistenziali poco coperte dal servizio pubblico (cure odontoiatriche e assistenza ad anziani e non autosufficienti), un altro è duplicare prestazioni già erogate dal servizio sanitario adducendo la giustificazione dei lunghi tempi di attesa.


Secondo welfare e fondi integrativi in sanità: opportunità o duplicazione di scarsa utilità?

Roberto Polillo, Il Sole 24 Ore, 4 aprile 2017