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Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha discusso e approvato il testo della Legge di Stabilità 2016. Si tratta di una manovra che vale complessivamente circa 27 miliardi di euro e che adesso passerà all’esame del Parlamento. La manovra, ha spiegato il Presidente del Consiglio, contiene molte buone notizie. L’Italia è ripartita ed è tornata alla crescita in virtù delle riforme che ha fatto, ha sottolineato Renzi, ma è ora decisivo che consolidi la ripresa senza affidarsi al “vittimismo rassegnato” di chi crede che il proprio destino sia in mani altrui. Una legge “di fiducia”, per creare un Paese più semplice e più giusto. Matteo Renzi si è detto orgoglioso delle riforme istituzionali fatte fino a oggi, e ha sottolineato che per la prima volta nella vicenda repubblicana le tasse continuano ad abbassarsi. Nel 2016, ha ribadito Renzi, il rapporto tra debito e PIL è calato per la prima volta dal 2007.

La vera discussione dietro alla legge di stabilità, tuttavia, sta nell’accettazione del rispetto delle regole europee, un impegno che il Governo auspica sia riconosciuto dalle istituzioni di Bruxelles. Per l’eccezionalità dei recenti eventi migratori, il nostro Paese sta infatti sostenendo spese pari a 3,3 miliardi di euro: qualora tale sforzo finanziario sarà riconosciuto dalla Commissione europea attraverso una clausola di flessibilità, ci saranno risorse aggiuntive per il taglio dell’IRES (altrimenti previsto nel 2017) e ulteriori investimenti sull’edilizia scolastica. A chi contesta la scelta di abbattere la tassazione sulla proprietà anziché sul lavoro, il ministro Padoan replica che la manovra dispone l’abbattimento delle tasse sia sulla prima casa che sull’attività delle imprese, e si concentra dunque su entrambi i fronti.

Matteo Renzi si è affidato, oltre che alle ormai famose slide, a 25 “tweet di buone notizie” per comunicare le novità previste dalla manovra. Con l’hashtag #italiacolsegnopiù Renzi ha indicato i principali contenuti della legge:
 

  • eliminazione delle tasse sulla prima casa (dopo il bonus di 80 euro e l’IRAP);
  • intervento straordinario sulle case popolari (170 milioni di euro per l’efficientamento energetico);
  • dal 15 ottobre 2015, superammortamenti per le aziende che investono;
  • semplificazione delle misure per contante, partite IVA e lavoratori autonomi;
  • lotta all’evasione attraverso la digitalizzazione, compresa la riduzione del canone RAI a 100 euro;
  • numerosi interventi sulla cultura e sull’educazione, con assunzione nella Pubblica Amministrazione;
  • aumento dei fondi per la cooperazione internazionale (121 milioni nel 2016);
  • taglio dell’IRES al 24% dal 2017;
  • investimenti dei Comuni oggi bloccati dal patto di stabilità saranno sbloccati, per 170 milioni di euro;
  • fondi per il Sud;
  • eliminazione dell’IMU e dell’IRAP agricole e semplificazione;
  • 400 milioni per il sociale, con quasi 100 milioni per il “dopo di noi” dei cittadini con disabilità;
  • prima misura organica contro la povertà, soprattutto per i minori, 600 milioni di euro nel 2016 e 1 miliardo per il 2017 e 2018; 100 milioni dal “rapporto fertile e fecondo” con Terzo settore, Fondazioni e Comuni;
  • 111 miliardi nel 2016 per il Fondo Sanità;
  • costi standard per tutti i livelli di governo, e trasparenza sui prezzi;
  • introduzione del “Jobs Act dei lavoratori autonomi”, una misura organica su fisco e nuove tutele;
  • sostegno sulle pensioni: in assenza della flessibilità, quattro nuove misure (no tax area; opzione donne; salvaguardia; part-time);
  • tagli su spese informatiche, riorganizzazione delle partecipate e novità per il personale della PA;
  • nessun taglio alle città metropolitane, a fronte del proseguimento dei tagli sulle Province; clausole di salvaguardia azzerate;
  • quasi 500 milioni di euro per la contrattazione di secondo livello, per chi contratta produttività e welfare aziendale;
  • agevolazioni IRAP per le PMI e ancora sgravi per chi assume anche dopo il 31 dicembre 2015 (sgravio contributivo al 40% fino al 2018).

Nonostante il testo della legge di stabilità non sia ancora disponibile, lo stanziamento di quasi 500 milioni di euro per sostenere e promuovere la contrattazione di secondo livello – sia rispetto alla produttività sia al welfare – sembra andare nella direzione indicata da tanti esperti, ed espressa anche sul nostro sito. Sarebbe infatti cruciale per la diffusione del welfare in azienda sostenere la contrattazione di secondo livello con agevolazioni fiscali e contributive, ma non solo. Occorre anche una attenta revisione della normativa fiscale di riferimento, gli articoli 51 e 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, nella direzione di una semplificazione delle regole e un aggiornamento dei limiti oggi previsti. Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane con l’avvio dell’iter parlamentare. 

Riferimenti

La conferenza stampa del Presidente del Consiglio 

I 25 tweet di “buone notizie” 

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