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Lo scorso 13 settembre i parlamentari europei hanno approvato la risoluzione "Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale", un chiaro impegno politico del Parlamento europeo per rafforzare le opportunità di conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa per le donne e gli uomini del Vecchio Continente. 

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La situazione attuale in Europa

La situazione della conciliazione vita-lavoro nell’Unione Europea è oggi preoccupante. Il tasso di natalità è sensibilmente diminuito, la perdita del PIL a causa del gender gap nel mercato del lavoro europeo è stimata a circa il 10%e costa all’UE circa 370 miliardi di euro all’anno. 3,3 milioni di cittadini europei di età compresa tra 15-34 sono stati costretti a rinunciare al lavoro a tempo pieno a causa della mancanza di servizi di cura per i loro figli o parenti.

La mancanza di un equilibrio tra vita familiare e lavorativa è particolarmente problematica per le donne. Oggi le donne sono più qualificate rispetto al passato ed ottengono risultati migliori rispetto agli uomini in termini di livello d’istruzione, eppure, al contempo, sono sottorappresentate nel mercato del lavoro (il tasso di occupazione femminile è soltanto del 63,5%) e sono spesso sovra qualificate per i posti di lavoro che ricoprono. A questa situazione si aggiungono una paga significativamente più bassa rispetto a quella degli uomini (del 16,5% in media) e il fatto che siano spesso le donne a dover scegliere un lavoro part time in modo da poter conciliare la loro vita lavorativa con la cura dei figli, della famiglia e della casa. Questi elementi hanno una forte ripercussione sulle pensioni femminili, che sono del 40% inferiori rispetto agli uomini in media a livello europeo. Inoltre dopo avere avuto figli, la mancanza di disposizioni di conciliazione ha spinto molti lavoratori (in maggioranza donne) a cercare forme di lavoro part-time o, nel peggiore dei casi, a lasciare il mercato del lavoro. Tale situazione contribuisce non solo al rischio di povertà e di discriminazione sociale, ma anche ad un significativo scarto di genere.

È quindi ora più che mai necessario affrontare gli stereotipi di genere esistenti e garantire la possibilità sia agli uomini che alle donne di poter intraprendere ogni tipo di carriera a qualsiasi livello. Inoltre, l’attuale crisi economica in Europa ha aumentato in modo significativo il numero di lavoratori che sono costretti ad accettare una paga inferiore, non lasciando a molti altra scelta se non quella di lavorare più ore, o tenere diversi lavori contemporaneamente, al fine di guadagnare un reddito sufficiente. Per queste ragioni l’UE e tutti i suoi Stati membri devono adottare misure che garantiscano salari adeguati e lavorare per ridurre al minimo il divario retributivo di genere. Infine è necessario garantire migliori servizi di cura a disposizione di famiglie e lavoratori. Sebbene gran parte dei paesi europei abbiano tentato negli ultimi decenni di dare servizi di assistenza diretti a bambini, anziani e disabili che fossero accessibili in termini di prezzo, tali servizi risultano infatti ancora oggi troppo spesso insufficienti e di scarsa qualità.


Le proposte del Parlamento europeo per creare condizioni favorevoli per work-life balance

Il Parlamento europeo ha lavorato in questi mesi su una relazione d’iniziativa per far luce su questa situazione preoccupante e sollecitare la Commissione a introdurre gli strumenti necessari, legislativi e non, per migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e familiare e procedere speditamente nella Roadmap per aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, aggiornando il quadro giuridico attuale. Durante l’ultima sessione plenaria a Strasburgo, i deputati hanno adottato tale risoluzione con 443 voti a favore, 123 contrari e 100 astensioni.

Secondo la corelatrice lituana Vilija Blinkevičiūtė (Gruppo dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento Europeo), con l’approvazione di questo rapporto il Parlamento manda un chiaro messaggio alla Commissione sollecitando la revisione della legislazione vigente, soprattutto per migliorare il congedo parentale e rivedere la direttiva sul congedo di maternità, e l’adozione di nuove direttive comunitarie in materia di congedo di paternità. La deputata ha poi sottolineato la necessità di tali miglioramenti per assicurare una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro. Oggi avere figli influenza infatti negativamente i tassi di occupazione femminile, e il quadro UE non è ancora riuscito ad affrontare adeguatamente questo aspetto della disuguaglianza di genere. Tali misure consentirebbero anche di migliorare l’equilibrio vita familiare-professionale per i lavoratori europei e di rispondere alle aumentate esigenze di cura.

In base alla risoluzione approvata, l’azione più importante è quella di garantire adeguati regimi di congedo parentale adeguati sia per le madri che per i padri. Nel 97% dei casi sono le donne a decidere di rimanere a casa dal lavoro dopo una gravidanza e l’insufficiente congedo previsto per i padri non fa altro che rinforzare la disuguaglianza di genere. Tale situazione contribuisce a compromettere lo status delle donne nel mercato del lavoro in termini di occupabilità, paga ed avanzamento di carriera. Nel frattempo, gli uomini fanno fatica a trascorrere del tempo con le loro famiglie, essendo il loro, in molti casi, l’unico reddito.
Più nello specifico, la relazione invita la Commissione Europea a:

  • Proporre una versione aggiornata della direttiva 92/85/CEE sulle lavoratrici in stato di gravidanza, che risale al 1992. Era stata adottata per affrontare i temi della salute e della sicurezza sul lavoro, piuttosto che l’uguaglianza di genere. L’attuale direttiva garantisce 14 settimane di congedo di maternità retribuito e protezione contro il licenziamento illegittimo. La revisione, tuttavia, dovrebbe prolungare il congedo pagato e includere una serie di opzioni differenti che tengano conto delle esigenze e delle tradizioni di tutti gli Stati membri.
  • Proporre una direttiva sul congedo di paternità, per che preveda per i padri un periodo di cura per i loro figli. Ciò dovrebbe includere un congedo obbligatorio e soprattutto non trasferibile.
  • Analizzare in maniera approfondita l’attuazione della direttiva sul congedo parentale 2010/18/UE , per evidenziarne le eventuali carenze di implementazione;
  • Proporre una direttiva sul congedo di cura per integrare i servizi alle persone anziane, ai bambini e alle persone con disabilità e per consentire ai lavoratori migliore assistenza per i loro familiari a carico.

I lavoratori non possono e soprattutto non devono vivere di solo lavoro ed hanno il diritto di prendere decisioni a beneficio delle loro famiglie. Un’altra area di miglioramento s’identifica nella necessità di offrire a lavoratori e lavoratrici una varietà di forme di lavoro, tra cui il cosiddetto telelavoro, orari di lavoro flessibili e part-time. E’ necessario inoltre che la Commissione affronti gli Stati membri che non applicano appieno la direttiva sull’orario di lavoro.

Evidentemente, numerosi fattori impediscono attualmente un corretto equilibrio vita-lavoro in Europa ed il quadro è particolarmente sfavorevole per le donne. Condizioni del mercato del lavoro favorevoli sono possibili solo se, oltre al lavoro, ognuno ha il tempo sufficiente per concentrarsi sulle proprie passioni, la formazione e la cura. Il rapporto preparato da Vilija Blinkevičiūtė e Tatjana Ždanoka (Verdi) definisce alcune azioni positive per affrontare efficacemente i problemi illustrati. Spetta ora alla Commissione Europea e agli stati membri realizzare questi necessari passi avanti.

 

Per approfondire

European Commission (2013, January 22), Reconciliation between work and private life

COFACE (2016, August 13), The European Parliament listens to families in Europe and votes in favour of the Work-Life Balance report! 

European Commission (2016, August ), Roadmap: New start to address the challenges of work-life balance faced by working families

OECD, Better life index: Work-life balance.

European Parliament (2016, August 2), Report on creating labour market conditions favourable for work-life balance – A8-0253/2016. 

 

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