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Creare occupazione per i giovani è uno dei “grandi obiettivi” di questo periodo, e guardare cosa stanno facendo gli altri Paesi può offrire spunti interessanti. Abbiamo recentemente parlato del piano di Obama per contrastare la disoccupazione di lungo periodo, ci spostiamo adesso in Francia, dove il governo ha istituito, due anni fa, gli “Emplois Francs” un interessante progetto per creare occupazione per i giovani residenti nelle zone economicamente e socialmente più emarginate.


Il contesto

Anche la Francia sta affrontando il problema della disoccupazione giovanile, nonostante il tasso dei giovani sotto i 25 anni senza un lavoro sia qui pari al 25,5%, cioè poco più della media europea (23,5%) e molto meno dell’Italia (40%). Per arginare la crescita – per quanto relativamente contenuta – del fenomeno, il governo sta mettendo in atto alcune riforme finalizzate a modernizzare il sistema vigente di politiche del lavoro (staffetta generazionale, emplois d’avenir, ecc.).

Un’iniziativa interessante è rappresentata dagli “Emplois Francs”, indirizzati ai giovani provenienti dalle ZUS, le zone urbane sensibili. Oltre alla disoccupazione giovanile, infatti, il paese soffre da tempo di una “carenza” di coesione sociale dovuta agli squilibri presenti a livello territoriale ma soprattutto urbano. Parliamo di aree periferiche che, afflitte spesso da povertà e degrado, sono sede di continue tensioni e problemi di ordine pubblico. Secondo Mathieu Zagrodzki, docente a Sciences Po Paris, possiamo dividere i problemi delle ZUS in tre categorie: “la prima tipologia, di ordine sporadico, è quella delle violenze urbane che si verificano in maniera regolare in Francia dall’inizio degli anni ’90”. A questa problematica episodica se ne aggiungono altre due “permanenti”: innanzitutto “lo spaccio di droga”, che ha fatto delle cité il suo terreno di elezione. Poi ci sono le inciviltà, in parte generate dal traffico di droga, in parte più generali (rumore, rodei in moto, episodi di vandalismo, ascensori danneggiati…)”.

Secondo l’analista, questo tipo di problemi è meno presente nelle zone rurali difficili, dove prevale “la delinquenza di appropriazione, itinerante, ovvero i furti messi in atto da gruppi organizzati”. In questi quartieri il tasso di disoccupazione giovanile è 2,5 volte più alto della media nazionale. Ovvero, a parità di qualifiche, un giovane proveniente da una zona urbana sensibile ha possibilità due volte inferiori di accedere a un impiego rispetto ai suoi colleghi delle aree urbane circostanti.


Gli Emplois Francs

Al fine di contrastare la disoccupazione dei giovani appartenenti ai quartieri disagiati ed evitare discriminazioni nei loro confronti, il governo francese ha introdotto nel 2013 il programma Emplois Francs, che sarà sperimentato per tre anni in oltre 40 città e, se darà i risultati attesi, sarà esteso all’intero territorio nazionale (l’obiettivo è la firma di 5.000 contratti entro il 2014).
Gli Emplois Francs sono rivolti a tutti i giovani dai 16 ai 30 anni, indipendentemente dal titolo di studio posseduto, residenti da almeno 6 mesi consecutivi in una delle zone urbane sensibili delle città selezionate, e in cerca di un impiego da almeno 12 mesi.

Per ogni assunzione di un giovane a tempo pieno e indeterminato, i datori di lavoro beneficeranno di un contributo forfettario di 5.000 euro (budget ministeriale delegato al Comune), amministrato da Pôle Emploi – Agenzia governativa per l’impiego – per conto dello Stato. Le imprese appartengono principalmente al settore commerciale, ma è previsto un margine di variabilità piuttosto ampio al fine di incentivare l’utilizzo della misura.


La politica “de la Ville”: le città al centro

L’iniziativa verrà sperimentata nelle 43 città che hanno un tasso si disoccupazione più alto della media nazionale. Si tratta di grandi città, come Lione o Montpellier, ma anche di città medio-piccole, come La Rochelle, Cherbourg, o Trappes, città simbolica scelta perchè nell’estate del 2013 ha registrato il maggior numero di disordini e guerriglie urbane di tutta la Francia. L’obiettivo del progetto è infatti quello di accompagnare alla risposta della polizia una risposta sociale.

L’iniziativa, che pone le Città al centro, si inserisce in un più generale contesto di riqualificazione urbana e di recupero della coesione sociale che rimanda alla cosiddetta “Politique de la Ville”. Questa consiste in una serie di azioni volte a riqualificare i quartieri urbani detti “sensibili” e ridurre le ineguaglianze tra i territori, che restano ancora piuttosto alte. Una politica che non ha dato al momento i risultati sperati: la classificazione vigente delle zone urbane appare infatti stigmatizzante e inefficace, a causa della frammentazione che ancora persiste nelle politiche pubbliche. L’obiettivo delle riforme recenti è invece di istituire delle politiche “omnicomprensive” che associno quindi le politiche educative, urbane, del lavoro, della giustizia, della sicurezza, trasporti e salute, per ristabilire l’equilibrio, facendo uso anche dell’approccio dell’empowerment, coinvolgendo e corresponsabilizzando direttamente gli abitanti. In questo senso si rivelerebbe fondamentale lavorare sulle partnership tra comuni, associazioni e locatori sociali.

Trattandosi di un’iniziativa recente non sono ancora disponibili dati o valutazioni ufficiali, tuttavia il programma prevede diversi aspetti potenzialmente positivi anche per altri Paesi, come il nostro, caratterizzati da forti squilibri territoriali non solo tra territori – ad esempio tra Nord e Sud – ma anche tra aree urbane.


Riferimenti

Presentazione del progetto Les Emplois Francs

Les emplois francs, l’autre mesure pour booster l’emploi
Le Parisien, 22 settembre 2013

Francia, la nuova geografia delle banlieues 
Francesca Chiericato, L’Indro

 

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