Rassegna Stampa
Primo Welfare / lavoro

Ecco i nuovi rischi della quarta rivoluzione industriale

Christophe Degryse, Social Europe, 29 febbraio 2016
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La quarta rivoluzione industriale, basata sulle tecnologie avanzate, può aprire certamente nuove opportunità in campo economico, sociale, politico, ma anche creare nuovi pericoli per il mondo del lavoro. Pericoli illustrati in uno studio di Christophe Degryse, ricercatore dell’European Trade Union Institute (ETUI).

A cominciare dalla ridefinizione del concetto di lavoro, in cui la macchina, da strumento a disposizione del lavoratore, ne sta diventando un sostituto, anzi, l’uomo – il cui operato è facilmente controllabile – perde sempre più la propria autonomia organizzativa e sembra quasi diventare lui stesso una macchina da sfruttare al massimo.

I posti di lavoro persi sembrano che possano superare quelli creati – negli Usa si stima che il 47% dei posti di lavoro siano minacciati dalle nuove tecnologie, in Europa tra il 40% e il 60% – soprattutto nei settori manifatturiero, contabilità, traduzioni, vendite ecc.

Un altro rischio deriva dal delegare mansioni e compiti a lavoratori ben istruiti che vivono in paesi dove il costo del lavoro e le tutele sono nulli (è il caso, ad esempio, degli informatici filippini, che fanno concorrenza ai colleghi europei e statunitensi), compiti svolti a distanza che vengono spesso pagati “a cottimo”, anche a meno di tre dollari l’ora.

Infine, la polarizzazione della società. Sono infatti proprio coloro che hanno un’istruzione di livello medio, medie competenze e salari medi ad essere maggiormente tagliati fuori dal mondo del lavoro, schiacciati tra un’ élite altamente qualificata e una massa di lavoratori very low-skilled. Una polarizzazione che potrebbe trascinare verso il basso la sicurezza sociale e erodere la base fisclae imponibile.

Uno scenario che potrà essere evitato dall’azione di congiunta di governi, studiosi e lavoratori.

 

Here are the new social risks of the Fourth Industrial Revolution
Christophe Degryse, Social Europe, 29 febbraio 2016