Rassegna Stampa
Primo Welfare

La proposta dell’Inps contro la povertà: Reddito minimo garantito per gli over 55

Il Governo però frena "servono risorse che al momento non ci sono"

L’Inps scende in campo per abbattere del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione. Nel documento "Non per cassa, ma per equità" sono contenute proposte normative elaborate dall’Istituto e consegnate al Governo nel giugno 2015. Composto da 16 articoli, il pacchetto dell’Inps vuole offrire «una rete di protezione sociale almeno dai 55 anni in su: è la fascia di età in cui la povertà è aumentata proporzionalmente di più rispetto alle altre classi di età durante la Grande Recessione e la crisi del debito nell’area euro».

La proposta normativa consiste «nell’istituire un reddito minimo garantito pari a euro 500 euro (400 euro nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente ultracinquantacinquenne. Il trasferimento, che prende il nome di Sostegno di Inclusione Attiva per gli ultracinquantacinquenni (SIA55), prende come riferimento la famiglia, intesa come nucleo che condivide la stessa abitazione. Nel caso in cui nel nucleo familiare vi siano altri soggetti oltre all’ultra55enne, l’ammontare della prestazione sarà pari all’importo per un single (500 euro) moltiplicato per la scala di equivalenza Ocse modificata, che tiene conto delle economie di scala che si raggiungono condividendo la stessa abitazione. Questo significa che non solo l’over 55, ma anche eventuali figli disoccupati beneficiano del trattamento».

Le risorse per sostenere la misura saranno reperite facendo prelievi da circa 250.000 pensioni d’oro e dagli oltre 4.000 percettori di vitalizi, attraverso interventi sul fronte dell’assistenza – con tagli a 23.000 persone che percepiscono redditi particolarmente alti – e l’introduzione di flessibilità nel sistema pensionistico. Nello specifico si prevedono uscite a partire dai 63 anni con perdite medie che non andranno oltre il 10%, con una riduzione dell’assegno che si applica alla sola quota retributiva e che tende ad assottigliarsi nel corso del tempo. I costi, considerando anche i possibili risparmi, secondo l’istituto previdenziale sarebbero di circa 150 milioni per il 2016, destinati tuttavia a salire a 1 miliardo nel 2017, 2.5 miliardi nel 2018 e 3 miliardi per il 2019 e 2020. Secondo l’Inps queste proposte aumenteranno la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale, rendendolo più equo e dunque anche socialmente più sostenibile. 

Dal Ministero del Lavoro, tuttavia, le reazioni non sembrano essere particolarmente entusiaste. Le proposte del Presidente Boeri erano note da tempo al ministro Poletti, che le ha ritenute un contributo utile al dibattito sulla riforma delle pensioni ma "al momento si è deciso di rinviare perché quel piano oltre a misure utili, come la flessibilità in uscita, ne contiene altre che mettono le mani nel portafoglio a milioni di pensionati, con costi sociali non indifferenti e non equi". Per evitare che a pagare questi costi siano i pensionati "servono risorse che, al momento, non ci sono. Si vedrà presto come intervenire in modo organico sul tema, ma senza effetti collaterali. Come, peraltro, ha sottolineato anche il Presidente del Consiglio". 


Riferimenti

Il documento "Non per cassa, ma per equità"


Rassegna Stampa

Ecco la proposta dell’Inps contro la povertà: “Reddito minimo garantito per gli over 55”
La Stampa, 5 novembre 2015

Inps pubblica proposte fatte al governo: “Ricalcolo vitalizi e pensioni sindacalisti, uscita flessibile dai 63 anni”
Il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2015

Scontro tra governo e Inps. Il ministero del Lavoro stronca le proposte di Boeri
Gabriellla Cerami, Huffington Post, 5 novembre 2015

Pensioni, la proposta dell’Inps non piace al governo: "Inattuabile"
Repubblica, 5 novembre 2015

Inps: «Reddito minimo garantito» di 500 euro dai 55 anni in su
Antonella Baccaro,Corriere della Sera, 5 novembre 2015