Rassegna Stampa
Primo Welfare

Il Welfare italiano? È il più caro d’Europa

Paolo Baroni, La Stampa, 15 febbraio 2017

Il Welfare in Italia è il più caro d’Europa. Lo rivela il Quarto rapporto di Itinerari previdenziali che mette in fila una serie di numeri inediti. La spesa per prestazioni sociali nel 2015 ammonta a 447,396 miliardi di euro e incide per il 54,13% sull’intera spesa statale, comprensiva degli interessi sul debito pubblico, e del 27,34% rispetto al PIL, cioè uno dei livelli più elevati in Europa. Dallo studio emerge, inoltre, che la spesa netta per le pensioni non solo è stabile ma è praticamente allineata con la media Ue, mentre sono le spese per assistenza ad essere troppo elevate e a correre troppo.

Il conto totale però è talmente alto che per finanziare la spesa complessiva per welfare relativa all’anno 2014 (ultimo anno di cui si dispone del valore delle entrate tributarie, ma utile per poter replicare le stesse considerazioni sul 2015) – che è stata pari a 444,507 miliardi – occorrono oltre a tutti i contributi sociali per pensioni e prestazioni temporanee, quelli versati all’Inail, tutta l’Irpef, l’Ires, l’Irap e il 36% dell’Isos. In pratica tutte le imposte dirette per cui il resto della spesa pubblica è finanziato dalle sole indirette.

Per quanto riguarda il sistema pensionistico, il numero di pensionati è sceso a quota 16.259.491 – in calo di 80.114 rispetto al 2014 (riportando i valori a quelli del 1998) – e anche il numero di prestazioni è diminuito a 23.095.567 (tornando ai valori del 2004). Nonostante il calo del numero di prestazioni e quello dei pensioni, però, la spesa per prestazioni e quella assistenziale è aumentata e ciò si riflette nell’incremento della pensione media (+4,12%). Inoltre, altro dato fondamentale per la tenuta del nostro sistema pensionistico strutturato secondo lo schema della «ripartizione» è il rapporto tra occupati e pensionati che nel 2015 è pari soltanto a 1,388 attivi per pensionato. Mentre un rapporto più equilibrato, secondo Brambilla (presidente del Centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali), sarebbe attorno a 1,55.

In merito alla spesa per l’assistenza, invece, nel 2015 l’insieme degli interventi assistenziali ha riguardato 4.040.626 soggetti per le prestazioni assistenziali pure e 4.265.233 soggetti beneficiari di integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali, per un totale di 8.305.859 beneficiari (in riduzione nei 5 anni), cioè ben il 51,34% dei pensionati. Il numero delle pensioni assistite rispetto al totale è molto alto e non riflette la situazione economica generale del Paese. Il costo totale dei trattamenti assistenziali per il 2015 ammonta a 103 miliardi, completamente a carico della fiscalità generale.

In questi ultimi 5 anni sono in continua crescita le pensioni di invalidità civile e le indennità di accompagnamento che per il 2015 sono rispettivamente 934.995 e 2.045.804 prestazioni. In crescita anche le pensioni e gli assegni sociali giunti a 857.003 mentre le pensioni di guerra, in calo fisiologico, si attestano a 74.649 dirette e 128.175 indirette. A queste vanno aggiunte le altre prestazioni di natura assistenziale, tutte in linea di massima in calo rispetto agli anni precedenti.


Il Welfare italiano? È il più caro d’Europa

Paolo Baroni, La Stampa, 15 febbraio 2017