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Quei "nidi" di futuro. L'investimento che manca all'Italia

Massimo Calvi, Avvenire, 25 luglio 2018
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Gli asili nido non dovrebbero rappresentare solo un sostegno alle coppie che lavorano, un "parcheggio" che consente di armonizzare i tempi della famiglia con quelli del lavoro: dovrebbero piuttosto essere visti come una forma di "investimento" sui bambini che può fornire delle carte in più a chi ha meno mezzi. È anche per questo che nel 2010 l’Europa si è data come obiettivo far raggiungere agli Stati membri un’assistenza all’infanzia per almeno il 90% dei bambini tra i 3 e i 6 anni e il 33% per quelli da 0 a 3. In questo lasso di tempo l’Italia ha fatto passi notevoli: ha superato il primo obiettivo, ma è molto lontana dal raggiungere il secondo.

Tra i tanti investimenti che un Paese può fare per migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini negli anni a venire quello nell’educazione dei più piccoli è certamente strategico. Il sostegno può esprimersi in varie forme, attraverso strutture statali, con il coinvolgimento del Terzo settore o del mondo delle imprese, promuovendo servizi in cui sono protagoniste le stesse famiglie.

Quei "nidi" di futuro. L’investimento che manca all’Italia
Massimo Calvi, Avvenire, 25 luglio 2018

 

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