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Sabato 25 novembre 2017 si svolgerà in tutta Italia la 21ª Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, appuntamento promosso dalla Fondazione Banco Alimentare per raccogliere cibo da destinare alle organizzazioni che nel nostro Paese sostengono gli indigenti. 

L’iniziativa si svolgerà in 13.000 supermercati lungo tutta la Penisola, dove oltre 145.000 volontari inviteranno gli italiani a donare alimenti a lunga conservazione che verranno distribuiti a 8.035 strutture – come mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà e centri d’accoglienza – che ogni giorno aiutano più di 1.585.000 persone bisognose in Italia, di cui quasi 135.000 bambini con meno di 5 anni.

I prodotti raccolti – gli organizzatori richiedono in particolare alimenti per l’infanzia, tonno in scatola, riso, olio, legumi, biscotti, sughi e pelati – andranno ad integrare le 66.000 tonnellate di cibo recuperate nel corso del 2017 dal Banco Alimentare grazie alla sua attività quotidiana di contrasto allo spreco di cibo.

Un grande gesto, con grandi numeri. A cui è comunque importantissimo partecipare. Perché? Perché oggi in Italia il problema della povertà alimentare è ancora molto forte e richiede l’aiuto di tutti per essere affrontato adeguatamente. Secondo le ultime rilevazioni sono infatti 4.742.000 le persone che nel nostro Paese faticano ad alimentarsi adeguatamente; di questi 1.292.000 sono minori. Un mare di bisogno a cui si può iniziare a dare risposta donando una parte della propria spesa per chi ha bisogno: un piccolo gesto con cui si può contribuire a cambiare la situazione, ma che può aiutare anche a cambiare la prospettiva con cui si guardano i poveri e la povertà.

La Fondazione Banco Alimentare usa le parole di Papa Francesco scritte in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri per spiegare questo cambiamento possibile. “Non pensiamo ai poveri come destinatari di una buona pratica di volontariato da fare una volta alla settimana […]. Queste esperienze, pur valide e utili […] dovrebbero introdurre ad un vero incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita […] La loro mano tesa verso di noi è anche un invito […] a riconoscere il valore che la povertà in se stessa costituisce. La povertà è un atteggiamento del cuore […] e permette di vivere in modo non egoistico e possessivo i legami e gli affetti”.