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Lo scorso 11 giugno a Taormina è stata ufficialmente lanciata la campagna #HomelessZero promossa da fio.PSD (Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora) e patrocinata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lo stesso Ministro Poletti, che ha preso parte alla conferenza stampa di lancio della campagna, nell’Introduzione alle Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia, scrive «Il cambiamento di paradigma è già iniziato. Homeless Zero è il nostro primo obiettivo». Alla conferenza stampa è seguita la proiezione in anteprima del film di Richard Gere “Time out of Mind”. La proiezione ha visto la partecipazione dell’attore ed è stata dedicata a 300 persone, tra utenti e operatori provenienti dai servizi dei soci fio.PSD della Sicilia.
 

La campagna #HomelessZero, seguita per fio.PSD da Michele Ferraris, durerà un anno e cercerà di promuovere e sostenere la diffusione sul territorio nazionale di politiche abitative innovative che possano risolvere il problema primario delle persone senza dimora: la casa. Riconoscere il diritto alla casa significa riconoscere la casa come porta di accesso ai servizi, come luogo sicuro, confortevole e adeguato dal quale partire con un percorso di accompagnamento sociale professionale che pian piano affronti le diverse problematiche legate alla condizione di senza dimora di cui è stata data evidenza sopra (la salute, il diritto al lavoro, l’educazione, la cultura, la socialità, il godimento dei beni comuni, diritto alla partecipazione e alla rappresentanza).

È una campagna aperta, dinamica e rivolta al mondo politico, dell’associazionismo, del lavoro, della salute, alla società civile e all’opinione pubblica per richiamare la loro attenzione e invitarli a partecipare attivamente in una logica di welfare generativo alla messa in campo di azioni coordinate in cui le persone senza dimora siano parte integrante.

In Italia 50 mila 724 persone vivono in condizione di povertà estrema. Questo secondo i dati raccolti da fio.PSD ed elaborati da Istat nella Seconda Indagine sulle Persone senza Dimora (2014). Sono la povertà portata alla sue estreme conseguenze quando i disagi legati alla sfera personale, al lavoro, al reddito, all’abitazione, alla salute, all’educazione, alla legalità attivano processi esclusivi ed espulsivi tali da mettere ai margini, a volte anche inaspettatamente.
 

Rispetto al 2011, quando le PSD stimate erano 40 mila 648, la homelessness non aumenta ma si cronicizza: il 21,4 per cento delle PSD vive in strada da oltre quattro anni. Sono per lo più uomini (85,7%) (14,3% le donne). Sono in maggioranza stranieri (58,2%) ma gli italiani aumentano (dal 40,6% al 41,9%). Vivono da soli (78,3%), con figli e/o coniuge/partner (6,5%) o con amici (15,2%). Svolgono un lavoro saltuario (in media 15 giorni al mese), hanno un reddito basso (300 euro al mese) e, soprattutto, presentano legami familiari fragili. Frequentano regolarmente centri di accoglienza notturna (dormitori) e centri di distribuzione pasti (mense). Si rivolgono ai centri di ascolto, alle unità di strada ma prediligono i centri diurni dove possono socializzare e intrattenersi durante il giorno. Trovano in questi servizi, cosiddetti a bassa soglia, risposte immediate a bisogni primari, eppure le loro condizioni di vita peggiorano e incontrano sempre più difficoltà ad uscire da una condizione di disagio che diventa multipla, progressiva e stabile. Porre fine a questa violazione della dignità e dei diritti umani è l’obiettivo della campagna.