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Il 27 novembre, al Teatro Nuovo di Torino, ha avuto luogo la prima tappa della manifestazione nazionale itinerante #Conibambini – Tutta un’altra storia. L’evento è stato promosso dall’impresa sociale Con i bambini, insieme alla Compagnia di San Paolo, la Fondazione CRT, la Fondazione CRC, e ha visto la collaborazione di 12 Fondazioni di origine bancaria (Fob) piemontesi aderenti al Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile, nato dall’intesa tra Governo, Fondo Nazionale del Terzo Settore e Acri.

L’impresa sociale Con i bambini è nata nel 2016 ed è responsabile dell’attuazione del Fondo per il contrasto della povertà educativa che mira a sostenere progetti e interventi volti a contrastare situazioni in cui la carenza economica, relazionale e culturale ostacolala crescita dei minori, soprattutto dal punto di vista educativo. Con i bambini è una società interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD, un ente nato dall’alleanza tra Acri e mondo del Terzo Settore e del volontariato al fine di incentivare e promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno.


La campagna itinerante Con i bambini: Tutta un’altra storia

Obiettivo di questa campagna itinerante è quello di rimettere al centro le storie di ragazzi e adolescenti, aprendo un dialogo con le famiglie e le istituzioni scolastiche, diffondendo buone pratiche educative attraverso esempi e storie positive di come, da situazioni disagiate, possano nascere delle opportunità. Insomma, restituire la voce a una generazione troppo spesso inascoltata, specie se inserita in contestimarginali e difficili, come le periferie delle nostre città.

Per questo motivo durante la tappa torinese, oltre all’intervento di Carlo Borgomeo (Presidente di Con i Bambini), di Giovanni Quaglia (Presidente della Fondazione CRT e dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte), di Francesco Profumo (Presidente della Compagnia di San Paolo) e di Giandomenico Genta (Presidente della Fondazione CRC), sono state condivise, con un pubblico di 900 ragazzi, le storie di Alessandro, Esa, Ivana e Maria. Quattro esperienze di vita diverse che hanno in comune il coinvolgimento in progetti supportati dalle Fondazioni del territorio, ma anche una sorta di riscatto che ha avuto luogo attraverso l’impegno e la costanza dei ragazzi per raggiungere i propri obiettivi. Ad accompagnare Alessandro, Esa, Ivana e Maria nella presentazione delle loro esperienze sono stati quattro ospiti d’eccezione: il campione di pallavolo Luigi Mastrangelo, il campione paraolimpico OneyTapia, il parkourer Gianpaolo Anastasi e la cantante Loredana Errore.

Il contest: le storie al centro

Il filo conduttore di questo evento itinerante sono le storie. #ConiBambini: Tutta un’altra storia, è infatti il primo contest letterario gratuito organizzato da Con i Bambini, che mira a rimettere al centro le voci e le storie, i problemi e le difficoltà affrontate ogni giorno, specialmente in territori disagiati o in situazioni e contesti difficili, dagli adolescenti, una popolazione troppo spesso invisibile nel dibattito pubblico e nelle politiche di intervento sociale.

Questo contest invita i ragazzi a raccontare la loro esperienza, a condividerla con i propri coetanei ma anche con le famiglie, gli operatori dell’ambito educativo, le figure di riferimento delle loro comunità e le istituzioni: le comunità educative. Rafforzarle attraverso la consapevolezza dello sguardo dei ragazzi e dei loro bisogni, favorendo il dialogo e sperimentando nuovi approcci educativi e didattici, come ha sottolineato Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo, significa valorizzare competenze e metodi formativi in grado di favorire, a partire dalla scuola, la crescita dei minori, specialmente quelli inseriti in contesti deboli. Il punto di partenza intorno a cui sviluppare il proprio contributo sono i concetti-chiave di periferie, povertà educativa e comunità educante. Dare spazio alle voci degli adolescenti, ai loro sogni e alle loro aspirazioni significa parlare di speranza e opportunità, ma anche di impegno e di diritti. Significa, in altre parole, stimolare la società e le comunità educanti a pensare a delle risposte necessarie per rispondere ai bisogni di questa generazione.

Come ha spiegato Carlo Borgomeo, Presidente di Con i Bambini, “l’obiettivo generale della campagna è quello di promuovere i temi legati al Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile e la missione che caratterizzano l’impresa sociale, meglio sintetizzati da tre parole chiave: povertà educativa minorile, comunità educante, periferie. Tre parole che potrebbero cambiare il presente e il futuro di molti bambini e ragazzi costretti a vivere periferie quotidiane, mancanza di opportunità, in contesti di povertà e dove, la comunità educante, non riesce a dare risposte concrete privandoli del proprio futuro. Dalle tappe della manifestazione emergeranno buone prassi che potrebbero rappresentare un esempio a livello nazionale, e allo stesso tempo fare notare le criticità, i bisogni di quella generazione talmente liquida da sembrare invisibile”.

Nel corso dell’evento, quindi, è stato dato spazio alle storie di quattro ragazzi, che dimostrano come possano nascere delle opportunità laddove gli interventi e le comunità circostanti offrono delle vie d’uscite in situazioni difficili, in cui è facile perdere la speranza di realizzare il proprio sogno. “L’attenzione alle periferie – ha detto Giovanni Quaglia, Presidente della Fondazione CRT e Presidente dell’Associazione delle Fondazioni di Origine bancaria del Piemonte – sia del territorio sia dell’anima, come terreno ricco di potenzialità da coltivare e su cui investire, è il primo passo per una crescita più equilibrata, sostenibile, solidale: in una parola, più equa e più giusta, proprio perché finalizzata a compensare le disuguaglianze che, con tutta evidenza, esistono nella distribuzione delle risorse nella società, tra contesti territoriali e tra le famiglie stesse”.

Alessandro racconta la sua esperienza formativa, e l’influenza che sul suo percorso ha avuto il progetto "PERCORSI", un progetto che da sette anni opera nelle scuole tecniche con il fine di prevenire situazioni di povertà, e supporta i ragazzi nei percorsi formativi per raggiungere alti livelli d’istruzione pur provenendo da famiglie che non possono sostenere i costi degli studi universitari o di percorsi di specializzazione. È in una situazione del genere che Alessandro si trovava, una famiglia come tante altre, che per pagare i suoi studi avrebbe dovuto fare i salti mortali. Per questo sua madre loha spinto aentrare a far parte del progetto, quando aveva 17 anni. Adesso Alessandro ne ha 23, sta per laurearsi in Scienze Motorie e intraprendere un master specialistico in Massofisioterapia.

La seconda storia è quella di Ivana che, figlia di padre bosniaco e madre serba cristiana, arriva in Italia con lo status di rifugiato politico. L’appartenenza al popolo Rom determina la loro sistemazione in un campo nomadi, sebbene la vita del campo fosse lontana dalla loro cultura. Dopo anni difficili, senza riuscire a vedere un’opportunità, a 16 anni scoppia la scintilla in autobus, mentre un uomo rivolge commenti razzisti a due ragazzi di colore. In quel momento Ivana capisce che vuole cambiare marcia, si assume nuove responsabilità nell’associazione ASAI di cui era già volontaria e diventa tutor del progetto Giovani Investimenti, sostenuto dalla Fondazione CRC per intervenire contro l’abbandono scolastico. Ivana oggi frequenta l’università, si è interessata al tema dei diritti umani nella sfera internazionale e sta per laurearsi.

Anche la storia di Esa parla di passione e impegno, stavolta però nella musica. Esa è un cittadino italiano di origine africana, ha 19 anni e il suo momento di svolta è stato quando, orfano di madre, viene tolto a un padre negligente e portato in una casa-famiglia, da cui qualche mese dopo esce con la sua famiglia adottiva. Comincia a studiare musica, si appassiona al flauto traverso, alle percussioni e alla chitarra, fino a quando non incontra l’orchestra giovanile torinese Pequenas Huellas, che attraverso la musica cerca di diffondere i temi della pace e della solidarietà, specialmente tra i ragazzi. Il suo ruolo di direttore d’orchestra della Pequenas Huellas gli fa vincere un premio per le sue qualità artistiche e lo porta a essere insignito del titolo di alfiere della Repubblica Italiana dal Presidente Mattarella.

Infine, la storia di Maria, 19 anni al primo anno del Politecnico di Torino. Maria cresce in una famiglia che fa parte della comunità “Papa Giovanni XXIII”, che ospita famiglie bisognose, in cui sono presenti patologie mentali o fisiche, oppure con problemi sociali. Già quindi sensibile ai problemi sociali, curiosa e altruista, con il sogno di conoscere il mondo e nuove realtà, a 17 anni parte con il progetto Intercultura per gli Stati Uniti, un’esperienza che le permette di aprirsi ad altre culture, nuovi incontri e nuove opportunità, e che dimostra come si possa crescere e seguire il proprio percorso inseguendo il proprio sogno.

La condivisione di queste storie con altri coetanei, con le famiglie, la scuola e le istituzioni riportano al centro il ruolo che le comunità educanti hanno nel sostenere i sogni e le attitudini, specialmente in quei contesti dove i problemi economici, sociali e i deficit culturali ostacolano la realizzazione dei propri desideri, e troppo spesso incidono sui percorsi dei ragazzi, determinando un senso di abbandono ineluttabile. Per questo motivo il contest nasce all’interno del più ampio orizzonte del Fondo per il contrasto della povertà educativa.


Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nel territorio piemontese

Il Presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta, nel corso della manifestazione ha ribadito come il Fondo rappresenti “un’occasione unica per contrastare, in collaborazione con tutti i soggetti che ogni giorno operano in campo educativo e sociale, la povertà educativa. Questo significa combattere il rischio di abbandono scolastico offrendo nuove opportunità ai giovani che abitano territori marginali, affrontare le sfide della multiculturalità e della costruzione di un’identità comune, stimolare la crescita di cittadini attivi e responsabili. Sfide essenziali a cui è necessario dare risposta, per costruire il futuro delle nostre comunità”.

In Piemonte i progetti approvati sviluppano strategie di coinvolgimento tanto dei nuclei familiari quanto delle comunità di riferimento: nell’area metropolitana di Torino, ad esempio, il progetto "X Mettersi in Gioco" punta sulla creazione di spazi in cui svolgere attività ludico-educative per i minori accompagnati da genitori e/o nonni e sull’accompagnamento delle famiglie particolarmente vulnerabili, con una platea di 3.500 bambini tra 0 e 6 anni e circa 800 genitori.

C’è poi il progetto "Thub06", che mira all’empowerment delle famiglie nella gestione dei servizi e nella cura dei minori attraverso la creazione di hub sul territorio torinese in grado di orientare e assistere le famiglie particolarmente vulnerabili e in situazioni di disagio in un percorso di crescita che coinvolge specialisti dei servizi sanitari e operatori dei servizi sociali. Oltre all’area torinese, ci sono progetti che interessano le province di Alessandria, con la creazione di percorsi di assistenza per le famiglie e la creazione di laboratori estivi per i minori; i comuni del cuneese, con lo sviluppo di un “sistema infanzia” provinciale che prevede un unico coordinamento pedagogico sui territori e la formazione degli operatori, la creazione di laboratori creativi e l’attivazione di programmi extra-scolastici; la città di Novara, con la sperimentazione di nuovi servizi, come l’assistenza e l’agevolazione nel pagamento delle rette scolastiche, ma anche il supporto per madri e figli in situazioni di emergenza abitativa.

Sono presenti anche due progetti che interessano i territori rurali e montani, come il progetto Canavese "Insieme per l’Infanzia" – che mira all’attivazione e al potenziamento di centri per l’incontro, il confronto e l’aggregazione delle famiglie, nonché di laboratori per rafforzare le capacità genitoriali e attività genitori-figli -, e il progetto "Io sto bene qui… in montagna" – che si propone di costruire un sistema integrato di servizi 0-6 in area di montagna, localizzato nei comuni della Val Pelice e che ha come obiettivo quello ci sperimentare un sistema di servizi per l’infanzia integrato, il cui accesso sarà aperto a tutti i bambini, indipendentemente dal reddito e dalla residenza, con spazi decentrati capaci di includere anche le famiglie più disagiate e in particolari situazioni di marginalità.

La campagna #ConiBambini: Tutta un’altra storia, attraverserà l’Italia facendo tappa a Reggio Emilia, Milano, Napoli, Brindisi, Catania e Roma, dove in primavera le storie raccolte e le esperienze positive, le buone pratiche che hanno aiutato i minori nel loro percorso saranno simbolicamente consegnate alle istituzioni.