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Il 20 dicembre scorso, nel corso dei lavori del Consiglio regionale per l’approvazione del bilancio di previsione 2017-2019, è stato approvato un emendamento che impegna la Giunta Regionale della Lombardia ad adottare, entro febbraio 2017, le opportune misure dirette all’ampliamento delle esenzioni, ovvero alla rimodulazione in riduzione, del cosiddetto superticket. Il nuovo anno, tuttavia, si è aperto con l’annuncio che entro il mese di febbraio il superticket sarà ridotto per tutti, da 30 a 15 euro, a fronte dell’utilizzo di 25 milioni di euro. Un taglio lineare, che non ha evidentemente tenuto conto di chi, come le parti sindacali, chiedeva una riduzione che riguardasse soprattutto le fasce più deboli della popolazione in tema di compartecipazione alla spesa socio-sanitaria e sanitaria. Abbiamo chiesto a Paola Gilardoni, Segretario Regionale Cisl Lombardia, di spiegarci meglio la questione.

Dottoressa Gilardoni, a suo parere che ne è stato allora dell’impegno assunto dalla Giunta con l’emendamento del 20 dicembre scorso?

Alla ripresa dell’attività ci saremmo aspettati passi avanti sul fronte dell’ulteriore riduzione del ticket, non la conferma di voler attuare il provvedimento di riduzione da 30 a 15 euro di superticket, che avevamo considerato insufficiente e di dubbia efficacia, anche per il limite di risorse messe a disposizione, 25 milioni di euro, ovvero risorse non utilizzate negli anni precedenti. Nessun impegno aggiuntivo da parte della Regione, dunque.

Da tempo come Cisl Lombardia chiediamo una riduzione significativa della spesa sostenuta dalle famiglie in tema di compartecipazione al costo per l’accesso alle prestazioni sanitarie di diagnosi e specialistica ambulatoriale, attraverso un intervento di eliminazione del superticket e di revisione del sistema di esenzione improntato a principi di maggior equità che riduca il costo sostenuto dalle famiglie e che superi effetti distorsivi che oggi rendono conveniente ai cittadini recarsi presso strutture sanitarie private per accedere alle prestazioni sanitarie.

I 25 milioni di euro messi a disposizione non sono adeguati per poter realizzare una riduzione significativa del superticket ed un riordino del sistema delle compartecipazioni e delle esenzione. La riduzione, infatti, si applica solo a circa il 22% delle ricette ed esclude le visite specialistiche e la maggior parte degli esami clinici di laboratorio.

Cosa chiedete che faccia la Regione su questo fronte?

Da tempo stiamo richiedendo un intervento strutturale di rimodulazione del sistema di compartecipazione, che vada oltre la logica dei ritocchi annuali introdotti in questi anni. Ci preoccupa l’esito incerto prodotto dagli interventi dello scorso anno: dei 500 mila ipotetici beneficiari della riduzione del costo del superticket per percettori di reddito famigliare inferiore a 18 mila euro annuali, le domande presentate sono state circa 38.000. Il costo di tale misura era stimato in 35 milioni di euro che quindi non sono stati spesi.

Inoltre, l’intervento previsto per il 2017 non si conforma ai basilari criteri di equità. Infatti la riduzione del superticket che verrà introdotta non si correla ad alcuna valutazione delle capacità economiche e di complessità del nucleo famigliare.

Ma la Regione al momento dispone delle risorse necessarie per attuare questo genere di intervento?

E’ possibile trovare le risorse necessarie portando a compimento il percorso di spending review e di efficientamento del sistema avviato in Lombardia, come già previsto dal Decreto 112 del 2008. Da parte nostra, confermiamo la volontà di arrivare ad un accordo che nel dare risposte di merito permetta di rivedere l’intero impianto di compartecipazione ed esenzione, un accordo che sia efficace negli effetti, uniformato a principi di equità, che permetta di individuare un’area di esenzione correlata alle capacità economiche e di composizione del nucleo famigliare.