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La Legge Regionale 27 marzo 2017, n. 10 “Norme integrative per la valutazione della posizione economica equivalente delle famiglie” – approvata il 14 marzo dal Consiglio regionale della Lombardia, ha istituito il Fattore Famiglia Lombardo (FF). Come vi avevamo spiegato anche in questo articolo, si tratta di un indicatore sintetico della situazione reddituale e patrimoniale che funge dastrumento integrativo per la definizione delle condizioni economiche delle famiglie, ai fini della individuazione di modalità più eque di accesso alle prestazioni. Abbiamo chiesto a Paola Gilardoni, Segretario Regionale Cisl Lombardia, di raccontarci le sue impressioni sullo strumento e quali a suo giudizio sono i limiti e le prospettive di sviluppo. 


Perché è un passo importante l’adozione del FF in Lombardia?

Abbiamo seguito con attenzione l’iter del testo della proposta di legge nel corso delle audizioni in Commissione I° Programmazione e Bilancio di Regione Lombardia, convinti che, nella definizione delle politiche pubbliche, si dovesse porre in questa fase particolare attenzione alle famiglie con figli. Ciò non solo per contrastare fenomeni di deprivazione sociale ed economica, ma per promuovere – nell’ambito di politiche complessive di sostegno alla natalità – una adeguata tutela della famiglia e dei sui componenti, stante la complessità dei bisogni crescenti. Come Cisl, abbiamo sostenuto che il FFL fosse pensato come strumento utile a valutare le effettive condizioni economiche e sociali della famiglia, per individuare le modalità di accesso alle prestazioni regionali. In tal senso è importante evidenziare come il testo approvato in Consiglio abbia recepito la richiesta che il Fattore Famiglia venisse individuato chiaramente come specifico strumento integrativo dell’ISEE.

Quali sono i prossimi passaggi affinché l’approvazione della legge porti a dei risultati?

La legge ha individuato i principi, ma ora compete alla Giunta la definizione dell’indicatore sintetico della situazione reddituale e patrimoniale, primo passaggio da affrontare per la sua concreta attuazione. Esprimiamo l’interesse a seguirne la definizione, affinché si possa effettivamente individuare e successivamente declinare, nelle specifiche politiche, uno strumento che riconosca la composizione del nucleo famigliare, a partire innanzitutto dalla presenza e dall’età dei figli e agevoli l’accesso alle misure di tutela. Sarà inoltre necessario comprendere la modalità di gestione del servizio di elaborazione dell’indicatore, la cui gratuità per il cittadino è stata ben chiarita nella norma, come da nostra richiesta.


Quali saranno gli ambiti di applicazione del FFL? Ritenete si sia fatto tutto il possibile su questo fronte?

La LR 10/2017 individua gli ambiti per l’accesso alle prestazioni erogate da Regione Lombardia nei quali il FFL potrà trovare applicazione (nel sociale, nel sistema socio-sanitario, nel sostegno all’accesso all’abitazione principale, nei servizi scolastici e di formazione). La fase iniziale non prevede una sperimentazione ma una immediata declinazione per specifiche misure: il buono scuola e buono libri della Dote scuola, i progetti di inserimento lavorativo, i contratti di locazione a canone concordato ad eccezione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, il trasporto pubblico locale. Purtroppo non è stata ancora considerata l’attuazione del Fattore Famiglia al fine della definizione della compartecipazione alla spesa sanitaria – per il pagamento del ticket – nonostante la stessa Regione in altre occasioni avesse riconosciuto l’opportunità di introdurre sistemi di valutazione economica in riferimento al quoziente famigliare.


Dal vostro punto di vista come verrà gestita questa novità a livello di governance?

In riferimento agli ambiti di applicazione del nuovo indicatore dobbiamo considerare il suo utilizzo in relazione al sistema di governance da parte dei diversi livelli istituzionali titolari delle politiche sociali e socio-sanitarie del territorio regionale, oltre alla Regione. Tale attenzione è necessaria al fine di assicurare uniformità di tutela alle famiglie in Lombardia. Resta infatti da comprendere l’utilizzo e la gestione del Fattore Famiglia da parte dei comuni e degli ambiti, responsabili di interventi finanziati con risorse derivanti da trasferimenti regionali, quali ad esempio l’utilizzo del Fondo nazionale per la non autosufficienza – secondo quanto indicato dalla Regione con la misura B2 – o il Fondo per le politiche sociali che sostiene i Piani di zona.


Quali prospettive apre l’adozione del FF in termini di implementazione delle politiche per la famiglia?

La discussione sul FFL ha il valore di favorire di sicuro una riflessione nell’ambito dello sviluppo delle diverse politiche regionali e, noi auspichiamo anche concreti interventi di riconoscimento e valorizzazione della genitorialità, di tutela della famiglia, dei suoi componenti, a partire da quelli più fragili come i bambini. Ciò tenendo in considerazione l’evoluzione dei bisogni nel corso del tempo e nel contesto sociale ed economico del nostro territorio. Per questo riteniamo che sia fondamentale avviare in tempi rapidi un confronto con la Regione per arrivare alla definizione dell’indicatore per poi discuterne la successiva applicazione nei diversi ambiti.