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Giovedì 15 marzo 2012 e stato presentato a Milano il bando regionale per favorire la conciliazione vita-lavoro nelle piccole e medie imprese. L’evento, organizzato dallo Sportello CSR della Camera di Commercio di Milano e dall’Assessorato Occupazione e Politiche del Lavoro della Regione Lombardia, ha raccolto un pubblico eterogeneo composto di datori di lavoro, consulenti e cooperative sociali. Il bando offre alle piccole e medie imprese fino a 249 dipendenti un servizio di consulenza gratuito finalizzato all’introduzione di strumenti di flessibilità per i dipendenti che riescano anche a conciliarsi con gli obiettivi di produttività aziendale.

L’apertura dell’incontro è stata affidata a Romano Guerinoni, membro della Giunta della Camera di Commercio di Milano nonché direttore della Fondazione Welfare Ambrosiano, che ha spiegato l’importanza di investire nello sviluppo del capitale umano. Non solo per il benessere del lavoratore, ma anche come componente essenziale della competitività dell’impresa.
Quando i dipendenti entrano al lavoro lasciano davvero i problemi fuori dalla porta? Un’utopia, secondo Guerinoni. E proprio ora, che la crisi economica induce a mettere in discussione certezze e valori, è necessario che tutte le parti che operano sul territorio si impegnino a realizzare un modello sostenibile di lungo periodo. La responsabilità sociale dell’impresa non deve e non può più essere una moda, un “fiore da mettersi all’occhiello”, ma deve diventare una pratica quotidiana. La necessità di conciliare vita privata e lavoro coinvolge, colpendo le donne, l’intera comunità. In Lombardia il 20% delle donne impiegate finisce per lasciare definitivamente il lavoro dopo la nascita del primo figlio, a causa dell’impossibilità di coniugare vita familiare e lavoro.

Per questo motivo la Camera di Commercio di Milano si impegna da anni e con diversi progetti per sensibilizzare circa la necessità di introdurre strumenti flessibili per i dipendenti, e diffondere l’idea che la competitività dell’impresa non possa essere svincolata dallo sviluppo del suo capitale umano. Tra le iniziative, anche la creazione dello Sportello CSR, nato nel 2004 in base al Protocollo di Intesa firmato nel novembre 2003 da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Unioncamere nazionale per la promozione della responsabilità sociale d’impresa, auspicata dalla Commissione Europea all’interno del Libro Verde del 2001. Attenzione particolare meritano le PMI, che non possiedono risorse finanziarie e organizzative per lo sviluppo della responsabilità sociale d’impresa e spesso si trovano, loro malgrado, a esercitare quella che Guerinoni definisce una “resistenza motivata”.

Diverse le idee in campo, come la creazione di network di imprese per l’innovazione sociale sul territorio, che richiedono però sempre l’azione congiunta delle istituzioni. E’ soprattutto a livello locale che esse devono farsi carico delle priorità sociali della comunità. Gli sforzi della Camera di Commercio si uniscono al percorso di informazione e sensibilizzazione sul territorio intrapreso dalla Regione Lombardia. Un “circolo virtuoso” che non può essere creato con forzature, ma necessariamente con partecipazione e condivisione di valori.

Francesco Foti, dirigente della Direzione Generale Occupazione e Politiche del Lavoro di Regione Lombardia, ha spiegato come l’iniziativa si inserisca all’interno del piano della Regione, iniziato nel 2010 per volontà del Presidente Formigoni e sotto la direzione dell’Assessore alla Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale Giulio Boscagli, con lo stanziamento di 27 milioni di euro per le politiche di conciliazione.
Dal novembre 2010 sono stati introdotti la Dote Conciliazione, accordi per la creazione di reti territoriali per la conciliazione, e sperimentazioni di welfare aziendale e interaziendale. Le reti territoriali sono forme di partenariato tra ASL, associazioni sindacali e di rappresentanza, ed esponenti del Terzo settore, mentre la Dote Conciliazione, avviata in via sperimentale, si rivolge sia ai cittadini che alle imprese. Nel primo caso agevola l’utilizzo di servizi di sostegno alla persona, mentre nel secondo offre incentivi alle PMI per l’assunzione di madri disoccupate.

Il nuovo bando è parte integrante di questo progetto regionale per la conciliazione famiglia-lavoro ma, a differenza di altri sperimentati in passato, non eroga un contributo economico diretto. Offre invece la possibilità di avvalersi gratuitamente di un consulente che lavori all’interno dell’azienda e con le sue specificità, per studiare e implementare una proposta organizzativa concreta che riesca a conciliare flessibilità per i dipendenti e produttività dell’impresa. I consulenti, selezionati da Cestec – Centro per lo Sviluppo Tecnologico, l’Energia e la Competitività proporranno soluzioni individuali, realizzate insieme a imprenditore e dipendenti, per l’attuazione di sistemi di “flessibilità reciproca”.

Marco Cecchini, Vicedirettore generale di Cestec, ha approfondito i contenuti del bando.
Cestec, la società operativa di Regione Lombardia che assiste le aziende operando nelle aree dell’utilizzo energetico, dell’internazionalizzazione e della nascita e sviluppo delle imprese, si occuperà direttamente per conto della Regione degli aspetti operativi. Innanzitutto con selezione e formazione dei consulenti, che costituiranno un “panel” all’interno del quale poi ogni azienda aderente sceglierà il proprio. I consulenti avranno il compito di dialogare con imprenditore e collaboratori per capirne le necessità specifiche, e fornire le competenze gestionali e organizzative necessarie alla realizzazione dei piani. Questi saranno di due tipi: piani di congedo per maternità per le donne e piani di flessibilità aperti invece a tutti i dipendenti.

Tra i numerosi vantaggi elencati da Cecchini anche il minore turn-over dei dipendenti e la conseguente “conservazione” di competenze e capitale umano, più attaccamento all’impresa da parte dei collaboratori e quindi generale miglioramento del clima aziendale, e una nuova e più efficiente pianificazione di tempi e risorse organizzative. Sarà inoltre meno costosa la formazione post-maternità, agevolata da tecniche “keep-in-touch” che favoriscano il reinserimento, per non parlare dei benefici in termini di reputazione e attrazione delle competenze. In un massimo di 12 giornate, l’imprenditore svolgerà insieme al consulente un percorso articolato in analisi della struttura aziendale, elaborazione di una serie di proposte, e definizione finale dei piani. La creatività di un professionista, ha commentato Cecchini, serve proprio quando, nonostante la volontà dell’imprenditore, il volume di affari e le dimensioni non consentono spese eccessive.

Arianna Visentini, collaboratrice di Cestec e presidente della società Variazioni, ha tenuto a precisare che i consulenti verranno formati in maniera completa, così da fornire al meglio le proprie competenze in tutti i quattro ambiti di lavoro della conciliazione: cultura, organizzazione, politiche fiscali e possibilità di finanziamento, e infine servizi. I consulenti saranno inoltre in grado di dare informazioni circa opportunità sul territorio e best practice cui ispirarsi. Un aspetto molto importante, ha sottolineato la Visentini, per le piccole e medie imprese, che spesso non sono informate a dovere circa attività e possibilità di partecipare a progetti condivisi. Foti ha concordato con la Visentini, aggiungendo che proprio l’esperienza di Regione Lombardia ha mostrato come talvolta le iniziative, seppur diffuse e pubblicizzate, non riescano ad arrivare a tutti. Il consulente è dunque anche una utile fonte di informazioni.

Vera Martinelli, responsabile del progetto all’interno di Cestec, ha evidenziato come anche aziende e cooperative che abbiano già attivato percorsi di conciliazione famiglia-lavoro per i propri dipendenti possano partecipare al bando e beneficiare delle competenze messe a loro disposizione. I consulenti sapranno, infatti, aiutare a formalizzare, affinare e organizzare in maniera ancor più efficiente modelli esistenti.

Brunella Agnelli, AD di BeM Service Center, supporto operativo dell’Associazione Commercianti di Abbiategrasso, è stata infine invitata a raccontare la propria esperienza. La concessione del part-time può essere un grande problema per la piccola impresa. Le mansioni sono generalmente condivise e ripartite in maniera meno ordinata tra le diverse funzioni, con il risultato di avere veri e propri “buchi di competenze” all’assentarsi di una persona. Tuttavia, trattandosi di una popolazione aziendale prevalentemente femminile, la Agnelli ha deciso nel 2005 di cercare un aiuto organizzativo, rivolgendosi allo sportello SIT – Impresa in trasformazione della Camera di Commercio. Grazie alle consulenze di manager a prezzi accessibili, anno dopo anno si è attuata una vera e propria rivoluzione, con spostamenti e nuove assunzioni, percorsi di formazione e persino la consulenza psicologica all’interno dell’impresa. L’azienda oggi è meno “artigianale” e più strutturata e ricca di professionalità, e continuerà il proprio percorso di espansione.

Al termine delle dodici giornate di consulenza, le aziende sceglieranno liberamente di implementare o meno i piani concordati insieme. Regione e Cestec stanno già pensando a un sistema di monitoraggio per valutarne, tra qualche tempo, risultati e gradimento.

Riferimenti

Il sito della Camera di Commercio di Milano

L’evento sul sito della Camera di Commercio

Il sito di Cestec

Il sito di Variazioni

Lo sportello SIT

La Dote Conciliazione di Regione Lombardia

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