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La Regione Lombardia costituisce, grazie alle numerose iniziative realizzate dal 2010 in ambito di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, un interessante esempio di innovazione nel campo delle politiche sociali, e riflette al tempo stesso un significativo cambio di approccio rispetto al tema del welfare. Discostandosi infatti dall’idea “classica” dell’ente pubblico come primo e solo attore del welfare, l’amministrazione lombarda ha iniziato a lavorare per il progressivo coinvolgimento dei tanti soggetti, pubblici e privati, che operano sul territorio.

Una nuova idea di welfare
In un momento di contrazione delle risorse a disposizione, drammaticamente accompagnato dall’aumento dei bisogni sociali, la strategia regionale sembra andare nella direzione di un maggiore coinvolgimento degli ambiti locali così da creare “reti multistakeholder” capaci di mobilizzare risorse – finanziarie e organizzative – non pubbliche ma sempre fortemente radicate nei territori e legate ai bisogni degli abitanti. Disponibilità aggiuntive che possono essere veicolate, tramite una strategia di pianificazione lungimirante, perché integrino in maniera più efficiente la tutela di nuovi e vecchi rischi, che il pubblico fatica ormai a coprire interamente. La Regione non ha però certo rinunciato al “presidio” su politiche sociali e del lavoro. Ha optato invece per lo sviluppo di politiche su un “doppio binario”, costituito da misure di sostegno più tradizionali accanto a progetti sperimentali “di network” sui territori.

Alla base dell’architettura l’idea, condivisa dai diversi assessorati, di family mainstreaming intesa come la volontà cioè di riportare la famiglia al centro delle politiche pubbliche. Attenzione alla tutela della famiglia in ottica globale e all’interno di tutti gli ambiti della vita – impresa, lavoro, famiglia, e territorio – che segue il recente orientamento delle istituzioni europee. Anche il Parlamento Europeo si propone infatti ormai da anni di incoraggiare gli Stati Membri a considerare sempre l’impatto delle politiche sulla dimensione familiare, nel suo insieme e rispetto ai singoli membri. Proprio cavalcando il favorevole clima internazionale, la Regione Lombardia ha presentato con successo a Bruxelles lo scorso 25 gennaio il Libro Bianco “Roadmap per la conciliazione famiglia-lavoro” . Il Libro Bianco continua il percorso iniziato con la pubblicazione del Libro Verde e la successiva consultazione pubblica verso la definizione di una strategia di governance regionale multi-livello e multi-attore da sviluppare in un ciclo di programmazione triennale (2011-2013).

Il sistema regionale: conciliazione e flessibilità in azienda
Il tema della conciliazione famiglia lavoro, affrontato in maniera trasversale all’interno degli assessorati, ha richiesto lo stretto coordinamento delle attività della DG Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale e della DG Occupazione e politiche del lavoro, che hanno realizzato gli interventi più consistenti. Le politiche di conciliazione regionali sono poi supportate dalla recente istituzione del Consiglio per le Pari opportunità. Previsto dal nuovo Statuto di Regione Lombardia e costituito lo scorso 16 gennaio, il Consiglio è un organismo consultivo composto da sette rappresentanti elette dal Consiglio regionale. L’organo, che ha sede presso il Consiglio regionale, ha il compito di valutare l’efficacia delle norme antidiscriminatorie e la coerenza della normativa regionale in relazione all’attuazione del principio di parità tra donne e uomini.

Figura 1. Il sistema regionale per la conciliazione famiglia lavoro

Come mostra la figura 1, le due Direzioni Generali operano parallelamente una all’altra, proponendo iniziative simili e spesso complementari, sempre all’insegna della co-responsabilità rispetto al tema della conciliazione. La base del sistema è costituita dalla sperimentazione dei piani territoriali, nati a partire dagli accordi territoriali per le politiche di conciliazione sottoscritti da Province, Comuni, Ambiti distrettuali, Asl, Camere di Commercio e Consigliera di parità e realizzati nell’ambito del programma attuativo dell’Intesa sottoscritta fra Governo, Regioni, Province Autonome, ANCI, UPI e UNCEM del febbraio 2010.

Nel giugno 2011 la DG Famiglia ha promosso un bando di 5 milioni di euro per la realizzazione di progetti di conciliazione nelle PMI lombarde. Tra i criteri di selezione delle domande anche la sostenibilità delle iniziative, e il sostegno ad accordi di secondo livello e alla costituzione di modelli di welfare interaziendale a base territoriale. La DG Occupazione invece, dopo la conclusione della sperimentazione dei voucher di conciliazione – 250 euro mensili in buoni servizio per sostenere gli assegnatari di Dote Lavoro Ammortizzatori Sociali che hanno determinati carichi di cura familiare – ha presentato lo scorso marzo il bando regionale per le PMI che offre consulenza gratuita per l’introduzione di strumenti di flessibilità per i dipendenti. La DG famiglia ha anche messo in campo la Dote Conciliazione, distinta in servizi alla persona e servizi alle imprese.
La Dote Conciliazione Servizi alla Persona offre ai genitori rientrati al lavoro dopo l’astensione obbligatoria o facoltativa un rimborso per l’utilizzo di una serie di servizi per l’infanzia, mentre la Dote Conciliazione premialità assunzione è un voucher del valore di 1.000 euro erogato alle PMI che assumono madri escluse dal mercato del lavoro o in condizioni di precarietà lavorativa.

Ecco i primi risultati dell’impegno regionale in tema di conciliazione: tredici piani territoriali realizzati, che coinvolgono 177 soggetti nello sviluppo di 80 interventi conciliativi, e 33 progetti aziendali finanziati con bando, con oltre 60 partner coinvolti.

Il futuro della conciliazione
Lo scorso 29 marzo la deliberazione della Giunta regionale n. 3208 ha riassunto le prospettive di continuazione delle varie direttrici del progetto di family mainstreaming della Regione. Tra gli obiettivi futuri, l’estensione della sperimentazione del sistema Dote, attraverso l’utilizzo di voucher per servizi non solo rivolti all’infanzia ma anche alla non autosufficienza, in un’ottica di supporto globale alle necessità quotidiane della famiglia. Crescente supporto sarà dedicato allo sviluppo di progetti innovativi di welfare aziendale e interaziendale, con particolare attenzione alla istituzione di “reti” e sinergie sul territorio.

Cruciale importanza è affidata poi alla “cultura” della conciliazione all’interno delle aziende, che passa attraverso orientamento e sensibilizzazione, ma anche e soprattutto attraverso l’offerta di soluzioni organizzative adeguate, specialmente all’interno delle PMI. A questo proposito è essenziale promuovere nuove forme di organizzazione e “flessibilizzazione” del lavoro. Soluzioni come il part-time e il tele-lavoro sono l’espressione concreta dell’impegno aziendale a supportare il lavoro femminile, e non possono pertanto essere sostituiti, ma solo integrati, da strumenti come i voucher servizi.

Riferimenti

Libro Verde e Libro Bianco per la conciliazione famiglia lavoro

Pari Opportunità in Lombardia

La Dote conciliazione

Il Voucher di conciliazione

Il bando per la conciliazione nelle PMI lombarde

Il bando regionale di consulenza per le PMI

La deliberazione della Giunta regionale n. 3208

Il Consiglio per le Pari opportunità

 

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