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Sono stati presentati lo scorso 2 ottobre a Milano i primi dati regionali del 9° Censimento dell’industria e servizi, istituzioni e non profit dell’Istat. I dati, relativi all’anno 2011, riguardano il numero di imprese, organizzazioni non profit e istituzioni pubbliche presenti sul territorio regionale, e il numero degli addetti. Evidenziano inoltre le differenze provinciali, e comparano i risultati con la media nazionale e con i dati relativi al 2001. E’ infatti importante – come ha sottolineato Sergio Rossi, dirigente dell’Area Sviluppo del Territorio e del Mercato della Camera di Commercio di Milano – raccogliere, utilizzare in maniera puntuale, e diffondere i dati per favorire lo sviluppo di nuove configurazioni politiche in grado di “cambiare il senso del vento” di fronte a un settore pubblico che si ritira, soprattutto nelle aree del welfare e dell’assistenza. E’ dunque necessario puntare sulla conoscenza approfondita dei fenomeni e delle proporzioni, tanto della contrazione del pubblico quanto dello sviluppo del privato, specialmente se non-profit.

Il Censimento ha rilevato in Lombardia 811.666 imprese (il 18,3% del totale nazionale), 1.987 istituzioni pubbliche (16,3% del totale), e 46.141 istituzioni non profit (15,3 del totale): tutte queste unità – accomunate dal fatto di avere sede legale nella Regione – occupano 4.099.000 addetti complessivi, di cui 3.774.000 nelle imprese (22,8% del totale nazionale delle imprese), 189.000 nelle istituzioni (6,7% del totale nazionale delle istituzioni) e 166.000 nel non profit (24,4% del totale nazionale del non profit).

Grazie alle innovazioni tecnologiche e informatiche – ha spiegato Lia Coniglio, dirigente dell’Ufficio territoriale Istat per la Lombardia – è stato possibile svolgere la raccolta di dati via web, la gestione online della rilevazione, e attuare una campagna di comunicazione e sensibilizzazione che insieme hanno portato a ottimi risultati in termini di adesione: l’80,2% delle imprese e il 65,3% delle associazioni non profit hanno infatti risposto al questionario, e ben il 72,8% dei rispondenti lo hanno fatto attraverso il web. L’utilizzo di strumenti nuovi, primo tra tutti il portale web dedicato, e il coinvolgimento capillare delle strutture locali come gli uffici provinciali di censimento, Unioncamere regionale, gli uffici postali e il Forum del Terzo Settore, hanno reso possibile un’analisi dettagliata della realtà territoriale comprensiva di un focus sull’occupazione nei settori analizzati.

Per quanto riguarda il mondo delle imprese, i numeri mostrano livelli di occupazione essenzialmente invariati rispetto alle rilevazioni 2001 (solo +0,6% di addetti) – probabilmente a causa di delocalizzazioni e riorganizzazioni aziendali – a fronte di un maggiore “dinamismo” del mercato del lavoro, caratterizzato da un crescente numero di contratti flessibili, temporanei e ricorso a collaborazioni esterne. A seguito degli interventi di razionalizzazione dell’amministrazione pubblica, gli occupati nelle istituzioni sono invece sensibilmente diminuiti, il Lombardia anche più della media nazionale. Si registra invece un boom – a livello nazionale e ancor più marcato in Lombardia – del settore non-profit, sia per numero di associazioni che per addetti. Il 18% delle imprese italiane si trova in Lombardia, e impiega il 22,8% degli addetti. Sono lombarde anche il 15% delle associazioni no profit italiane, con poco meno di un quinto degli addetti totali. In più, in Lombardia si registra un utilizzo consistente di tipologie diverse dal lavoro dipendente, come i collaboratori a progetto, a tempo determinato ed esterni.

Il confronto tra i dati 2001-2011 evidenzia una difficile situazione per il mondo delle imprese, seppur meno drammatica in Lombardia rispetto alla media nazionale. Il numero delle imprese lombarde registra infatti un aumento soltanto dell’8%, il più basso incremento decennale degli ultimi 40 anni (era +22,6% tra il 1991 e il 2001). La regione si è mossa nell’ultimo decennio sostanzialmente in linea con i trend nazionali di calo dell’industria e terziarizzazione dell’economia nazionale. Tuttavia i distretti industriali continuano a convivere sul territorio lombardo con il crescente settore dei servizi, che vede in rapida ascesa commercio e ristorazione. In Lombardia dunque, accanto ai processi prevalenti di terziarizzazione e de-industrializzazione, la produzione industriale rimane rilevante (con un calo di addetti del 21% rispetto al 2001). Un trend generale è invece quello che riguarda il “dinamismo occupazionale” – come ha spiegato Flavio Verrecchia, dirigente dell’Ufficio territoriale Istat per la Lombardia – con un +22% di lavoratori temporanei rispetto al 2001. Si tratta comunque di una regione caratterizzata da un alto numero di centri direzionali, come testimoniato dal fatto che proprio qui si “raccoglie” il 35% dei quadri e dei dirigenti che lavorano in Italia.

Franco Lorenzini, dirigente della Direzione Centrale delle rilevazioni censuarie e dei registri statistici dell’Istat, ha parlato di un vero e proprio “boom del non-profit”, che cresce come numero di associazioni e di occupati, in Lombardia e in Italia. In Lombardia, dal 2001 al 2011 le cooperative sociali sono “esplose”, con un +98% di unità e +114% di addetti rispetto al 2001. In maniera simile le fondazioni hanno aumentato il loro numero del 102%, con un +122% di addetti. Il territorio regionale si caratterizza rispetto al resto del Paese per la presenza di realtà di dimensioni più grandi, più organizzate e – come le ha definite Lorenzini – “economicamente rilevanti”. Interessante poi notare che, diversamente dal dato nazionale, in Lombardia il numero degli addetti del settore non profit aumenta più che quello dei volontari.
I dati presentati da Sabrina Stoppiello, esperta della Direzione Centrale delle rilevazioni censuarie e dei registri statistici dell’Istat, hanno chiaramente evidenziato lo sviluppo del settore non profit in Lombardia, seppur con differenze provinciali. Nella regione si contano infatti 171 dipendenti, e ben 839 volontari del settore non profit ogni 10.000 abitanti, a fronte dei 115 dipendenti e 801 volontari della media italiana. A dimostrazione poi dell’elevato grado di organizzazione degli enti non profit lombardi, il 69% degli addetti lavora in organizzazioni con più di 50 dipendenti (media italiana 60%). Il 55% dei volontari svolge attività di natura culturale, ricreativa e sportiva, mentre gli addetti sono impiegati soprattutto nei settori della sanità, dell’assistenza sociale e della ricerca e istruzione. A questi si aggiungono poi gli altri collaboratori, per il 44% impiegati nei settori ricreativo, culturale e sportivo, e per il 22% in istruzione e ricerca. Una menzione a parte meritano le fondazioni lombarde che – con 50.000 dipendenti, 700 lavoratori temporanei, 6000 lavoratori esterni e 13.000 volontari – costituiscono un’ampia “fetta” del non-profit regionale e spaziano in tutti i settori di intervento.

Al contrario, la Lombardia presenta una contrazione del comparto pubblico superiore alla media nazionale, parzialmente compensata dall’aumento di personale con contratti temporanei o di collaborazione esterna, nonché dalla crescita del numero dei volontari, che spesso svolgono attività all’interno dei comuni e della PA e in ambito culturale e ricreativo. La forte contrazione della PA, come già accennato da Sergio Rossi all’inizio della presentazione, può fornire una interessante chiave di lettura rispetto al forte incremento del settore non profit. La crescita della quota di addetti del settore non profit dal 2,5% del 2001 al 4% del 2011 sembra infatti rispecchiare il sostanziale stallo nel numero degli addetti delle imprese e, ancor di più, il marcato calo di quelli delle istituzioni pubbliche (-11.9% rispetto al 2001, con una media nazionale del -4,8%).

Per informazioni più complete e per svolgere elaborazioni, è possibile consultare il datawarehouse I.Stat. Alla fine del mese di ottobre l’Istat metterà a disposizione dati più dettagliati riguardo le singole unità locali, mentre a novembre sarà pubblicato un focus sul settore non profit. A dicembre sarà infine disponibile la banca dati su imprese e occupazione.

 

Riferimenti

Il sito del 9° censimento dell’industria e servizi, istituzioni e non profit dell’Istat

Il datawarehouse I.Stat

 

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