6 ' di lettura
Salva pagina in PDF

E’ stato presentato il 9 luglio il programma nazionale ‘Servizi di cura all’infanzia e agli anziani non autosufficienti’ che si colloca nell’ambito del Piano d’Azione Coesione (Pac), avviato, d’intesa con la Commissione Europea, per accelerare l’attuazione di programmi che favoriscano la coesione tra le regioni dell’Unione Europea riducendo le disparità esistenti. Obiettivo condiviso: trasformare le risorse in servizi, assicurando minore carico sulle famiglie offrendo, al contempo, nuove opportunità di lavoro e maggiori possibilità di inserimento nel mercato del lavoro per le donne. “È necessario incrementare le dotazioni di capitale sociale, attivando politiche di inclusione e sostegno. Offrire maggiori tutele a bambini e anziani è un obiettivo di civiltà” sono le parole con cui il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico ha commentato l’iniziativa. Il programma metterà in circolo complessivamente 730 milioni di euro provenienti da fondi Ue, di cui 330 destinati ai servizi per gli anziani non autosufficienti (over 65) e 400 a quelli per l’infanzia (da 0 a 36 mesi).  

Il Programma nazionale

Il programma nazionale avrà durata triennale, dal 2013 al 2015.
La sua attuazione è stata affidata al ministero dell’Interno, individuato quale autorità di gestione responsabile. 
Le risorse stanziate sono destinate alle quattro Regioni ricomprese nell’obiettivo europeo “Convergenza”: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, ritenute più fragili perché con un Pil pro capite inferiore al 75% della media comunitaria.

Le risorse sono ripartite secondo piani regionali di intervento al fine di favorire la presentazione e l’attuazione di progetti differenziati in relazione alle diverse normative regionali e alle diverse realtà territoriali.

La strategia che contraddistingue il programma è quella di mettere in campo un intervento aggiuntivo rispetto alle risorse già disponibili, di conseguenza, i beneficiari del programma sono identificati nei Comuni, o nei raggruppamenti di Comuni, perché soggetti responsabili dell’erogazione dei servizi sul territorio. Essi potranno avere accesso alle risorse una volta soddisfatti i requisiti organizzativi e progettuali richiesti dai piani territoriali di riparto. Agli enti locali spetta infatti il compito di presentare i progetti, che dovranno essere esaminati e validati nell’arco di 60 giorni. Alla fine della validazione, verrà già concesso un anticipo non inferiore al 5% dell’intero progetto. Occorrerà quindi uno sforzo progettuale per trasformare le risorse in servizi reali e fruibili.

L’obiettivo posto è quello di potenziare nei territori ricompresi nelle 4 regioni l’offerta dei servizi all’infanzia (0-3 anni) e agli anziani non autosufficienti (over 65), riducendo l’attuale divario rispetto al resto del Paese.
In particolare i risultati attesi per i due ambiti di intervento sono i seguenti. Per quanto riguarda i servizi all’infanzia:
aumento strutturale dell’offerta di servizi (asili nido pubblici o convenzionati; servizi integrativi e innovativi);
estensione della copertura territoriale e sostegno alla gestione delle strutture;
sostegno alla domanda e accelerazione dell’entrata in funzione delle nuove strutture;
miglioramento della qualità e della gestione dei servizi socio-educativi. Relativamente ai servizi agli anziani non autosufficienti, invece, si punta a raggiungere:
aumento del numero di anziani in assistenza domiciliare; 
aumento e qualificazione dell’offerta di servizi residenziali e semi-residenziali; miglioramento delle competenze di manager, operatori professionali e assistenti familiari; sperimentazione di protocolli innovativi di presa in carico personalizzata dell’anziano socialmente “fragile”. Non solo quindi una più efficace offerta di servizi, ma anche una migliore gestione e un aumento delle competenze dei professionisti coinvolti, per un welfare non solo di quantità, ma anche di qualità.

Al fine di evitare una cattiva gestione delle risorse, una rendicontazione ad hoc verrà tenuta con l’aiuto delle Regioni, mentre l’Autorità di gestione monitorerà tutte le fasi di attuazione. Il tutto nel rispetto delle competenze degli enti locali. Secondo il Vice-Ministro Bubbico con questo programma: «Non ci sostituiamo a Regioni e Comuni, ma li affianchiamo, offrendo un contributo per affrontare alcune fragilità».

Il primo riparto

Il primo riparto delle risorse finanziarie, che ha dato avvio al Programma, è stato adottato dall’Autorità di Gestione in data 20 marzo 2013. Le risorse oggetto di riparto in questa prima fase rappresentano un’importante occasione per sostenere l’avvio dei nuovi servizi, oltre che per rimuovere gli ostacoli e i vincoli per il mantenimento e il potenziamento dei servizi in essere.

Il primo riparto impegna 120 dei 400 milioni di euro complessivamente assegnati dal PAC ai servizi per l’infanzia e 130 dei 330 assegnati ai servizi per gli anziani. Le risorse sono distribuite tra le quattro Regioni delle Convergenza applicando la formula di riparto utilizzata per i Fondi strutturali europei 2007-2013 (Figure 1 e 2). Il riparto interno alle Regioni è invece effettuato con riferimento ai soggetti responsabili a livello locale della programmazione dei servizi sociali. Si tratta di aggregazioni di Comuni, di norma coincidenti con i confini dei distretti socio-sanitari o ad essi riconducibili, e legati generalmente da rapporti di convenzione, che assumono denominazioni e funzioni diverse a seconda della normativa regionale di attuazione, per comodità chiamati “Ambiti”. Sulla base del plafond regionale, le risorse sono assegnate agli Ambiti secondo un criterio di riparto demografico in cui l’allocazione finanziaria misura la popolazione di età 0-36 mesi alla data del Censimento 2011 per la parte riservata all’infanzia, e quella superiore i 75 anni per quella riferita agli anziani. Il criterio di riparto proposto valorizza il livello di domanda potenziale e può dunque consentire a tutti gli Ambiti di accedere a questa prima assegnazione finanziaria del PAC.

Figura 1 – Distribuzione regionale delle risorse del primo riparto PAC Servizi per l’infanzia

 

Fonte: Ministero dell’Interno.

Figura 2 – Distribuzione regionale delle risorse del primo riparto PAC Servizi Cura anziani

Fonte: Ministero dell’Interno.

Le risorse potranno essere utilizzate subordinatamente all’approvazione di Piani di intervento specifici per Infanzia e Anziani da inoltrare per l’istruttoria di conformità a quanto previsto dai documenti di riparto all’Autorità di Gestione del Programma e più chiaramente esplicitato in apposite Linee Guida (Link), diversificate per ogni Regione a causa del differente contesto e della diversa normativa regionale. Per questa prima tranche, gli enti locali avranno circa sei mesi – fino a dicembre 2013 – per presentare i progetti.

La governance del progetto

Nella realizzazione del Programma è impegnato un articolato sistema di governance composto da diversi livelli di governo, in relazione alle differenti politiche e competenze legate alla natura degli interventi (Figura 3).
Preposta all’attuazione del Programma è l’amministrazione centrale, il Ministero dell’Interno, in veste di autorità di gestione con il compito di svolgere tutti gli atti che consentono l’attuazione del programma e di gestire il circuito finanziario secondo gli standard previsti. Per lo svolgimento delle attività connesse alle sue funzioni, l’autorità di gestione è supportata da un gruppo di lavoro interno composto da un rappresentante del dipartimento per le Politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie; uno del dipartimento della Pubblica sicurezza e uno del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, così da avere una visione omnicomprensiva dei problemi trattati.
Nel sistema di gestione e controllo (SiGeCo) sono invece compresi: il Comitato di indirizzo e sorveglianza (CIS), che comprende tutte le componenti del sistema ed ha il compito di vigilare sull’attuazione del Programma; il Comitato operativo per il supporto all’attuazione (COSA), con il compito di esaminare gli atti di esecuzione degli interventi strategici più rilevanti.

Figura 3 – Il sistema di governance del progetto


Fonte: Ministero dell’Interno.

L’impatto

Per avere un’idea dell’impatto sociale che i progetti potranno generare se diverranno realtà, il Prefetto Riccio, a capo dell’Autorità di gestione che monitorerà tutte le fasi di attuazione, anticipa una proiezione: «Si potrebbero accogliere negli asili nido campani, pugliesi, calabresi e siciliani 14mila bambini in più». Per quanto riguarda, invece, il comparto anziani, basta considerare invece che le risorse ripartite in questa prima fase, pari a 130 milioni di euro, ammontano a quasi il doppio delle risorse ordinarie del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza destinate alle 4 Regioni interessate per l’anno 2013 (circa 73 milioni di Euro).

Tuttavia, è necessario guardare anche al futuro, quando i fondi triennali finiranno: «Resta aperto il problema della continuità delle risorse, per non creare delle aspettative che potrebbero poi venire deluse», ha continuato la Riccio. Ricordiamo infatti i problemi cronici delle quattro Regioni, dove la spesa per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati è meno della metà della media italiana (135 euro), salvo che per la Sicilia (74 euro) [Istat, 2013]. Problemi che, se non adeguatamente gestiti, ridurranno il programma ad un “rattoppo temporaneo”, anziché ad un input virtuoso.

Riferimenti

La pagina dedicata sul sito del Ministero dell’Interno

Viminale: 730 mln euro per piano in favore di anziani e minori