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I dati relativi alla disoccupazione giovanile nell’Unione Europea sembrano essere in miglioramento anche grazie al contesto generale di ripresa economica. Per molti degli Stati Membri – tra cui anche l’Italia – tale fenomeno resta però una delle sfide maggiori per il prossimo futuro.

È quanto emerge da una recente nota pubblicata sul sito della DG Occupazione, Affari Sociali e Inclusione della Commissione Europea, in cui le parti sociali, i servizi pubblici per l’impiego, le imprese e le organizzazioni giovanili sono inviatate ad impegnarsi sul fronte della sensibilizzazione di quei giovani che sono esclusi dal mercato del lavoro, da percorsi di formazione e dalla scuola, partendo dal programma Youth Guarantee.

Attualmente, infatti, meno del 40% dei cosiddetti NEET (acronimo di Not in Education, Employment or Training) sono registrati al programma rivolto ai giovani con meno di 25 anni e finalizzata ad agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Secondo la Commissione Europea sarà fondamentale implementare percorsi di sensibilizzazione e di coinvolgimento di coloro che non sono ancora informati sulle potenzialità legate al progetto finanziato dall’UE. Per raggiungere questo obiettivo, è auspicabile che gli attori interessati collaborino a vari livelli per dar vita a partnership che consentano la diffusione di risorse, competenze e informazioni.

In questo senso la Commissione segnala anche una guida (disponibile qui), predisposta dall’ILO (International Labour Organization) nell’estate scorsa, per sensibilizzare i giovani inattivi.