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La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (CRC) ha promosso sabato 1° dicembre un convegno nazionale che, in prossimità della giornata internazionale delle persone con disabilità, ha invitato operatori, persone con disabilità, famiglie e interlocutori istituzionali e politici a confrontarsi sui percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità intellettiva. L’incontro si proponeva di fare un bilancio dell’impegno di Fondazione CRC a favore delle persone con disabilità intellettiva, di rilanciare le sfide poste al sistema dei servizi in questo ambito e di condividere spunti e buone prassi emerse dalla provincia cuneese. La giornata si è articolata in due parti: nel corso della mattinata sono state raccontate le azioni condotte dai diversi gruppi di lavoro di Orizzonte VelA; a seguire diversi esponenti dell’associazionismo e della politica si sono confrontati sulla promozione della vita indipendente. Nel pomeriggio sono stati organizzati diversi workshop volti a stimolare il confronto tra attori significativi intorno a temi di particolare rilevanza per il tema della disabilità intellettiva. Vi raccontiamo di seguito la prima parte della giornata.

Da Orizzonte VelA all’inclusione possibile

Il convegno “L’inclusione possibile” è parte del progetto Orizzonte VelA (di cui vi abbiamo parlato qui), un’iniziativa promossa da Fondazione CRC per sostenere le opportunità di vita indipendente per le persone con disabilità intellettiva. Questo grande tema è stato suddiviso in dieci ambiti di intervento: scuola; supporto alla genitorialità; attività formative e informative sui diritti; supporto ai siblings; sperimentazione di percorsi di autonomia e di un protocollo per la valutazione funzionale; sviluppo di modalità di intervento sul progetto di vita/qualità della vita; sviluppo del tema dell’abitare; sviluppo del tema degli inserimenti lavorativi; coinvolgimento della società e del territorio; appuntamento biennale sul tema della disabilità. I tavoli di confronto istituiti per lavorare su uno o più ambiti di intervento hanno visto la partecipazione di tutti i protagonisti locali del welfare: i sei enti gestori delle funzioni socio-assistenziali locali; le due ASL; cinque associazioni di genitori e di volontariato insieme al Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Cuneo; Confcooperative Cuneo in rappresentanza delle cooperative sociali; un istituto superiore di secondo grado – scuola polo per la disabilità a livello provinciale.

La giornata è stata condotta da Marco Espa e Francesca Palmas, rispettivamente Presidente e Segretaria nazionale di ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi). La mattinata è stata introdotta da due rappresentati della Fondazione CRC: Davide Merlino (consigliere) e Andrea Silvestri (direttore generale). Dopo i saluti istituzionali i due rappresentanti hanno ripercorso le principali tappe dell’impegno della Fondazioneverso la disabilità intellettiva: una ricerca sui servizi per la disabilità nel 2013, il progetto VelA – Verso l’Autonomia lanciato nel 2014 (concluso con un convegno nazionale nel 2016), infine il progetto Orizzonte VelA. Rispetto a quest’ultimo, inaugurato nel 2017, il consigliere Merlino ha confermato l’impegno della Fondazione anche per l’anno 2019. Queste iniziative, secondo Andrea Silvestri, sono emblematiche del valore aggiunto che le fondazioni di origine bancaria offrono al proprio territorio: non solo il trasferimento di risorse monetarie, ma la promozione dell’innovazione sociale attraverso iniziative sperimentali che, una volta valutate, possono generare un effettivo e stabile cambiamento nel sistema dei servizi pubblici e privati.

Orizzonte VelA: un obiettivo, molte anime

La mattinata è proseguita, in plenaria, con la presentazione dei diversi ambiti di intervento di Orizzonte VelA a cura dei protagonisti dei vari tavoli di lavoro.

Giuseppe Maurizio Arduino, psicologo e psicoterapeuta dell’ASL CN1, ha parlato del lavoro svolto per la predisposizione di un protocollo per la valutazione funzionale. La rilevazione di punti di forza e abilità, interessi e desideri della persona permette di andare al di là della semplice diagnosi di disabilità intellettiva e di mettere le basi per costruire il personalissimo percorso di inclusione della persona. Il protocollo di valutazione si propone quindi come strumento concreto a supporto della progettazione degli interventi educativi da parte degli operatori di riferimento. La sperimentazione realizzata ha coinvolto finora 56 adolescenti e giovani adulti con disabilità intellettiva, 73 operatori (educatori professionali e insegnanti) e 91 familiari.

Franco Fioretto, neuropsichiatra infantile dell’ASL CN1, si è fatto portavoce del tavolo sull’attività informativa sui diritti e sull’inclusione scolastica. Dal punto di vista dell’attività informativa il gruppo si è concentrato in particolare sul momento della prima diagnosi: esso rappresenta infatti una fondamentale occasione di informazione. Per rispondere a questo obiettivo è stato predisposto un sintetico documento informativo redatto in 9 lingue diverse che a breve sarà disponibile sul sito dell’ASL. Sul lato della scuola, il tavolo di lavoro si è concentrato su attività di formazione per gli insegnanti volte a promuovere l’inclusione scolastica.

Elvira De Nucci, educatrice professionale dei Servizi Sociali Intercomunali di Bra, ha raccontato gli sviluppi del tavolo di lavoro sul supporto alla genitorialità. Questo gruppo si proponeva di rispondere alle esigenze dei familiari valorizzando e ampliando l’esperienza già realizzata all’interno del progetto VelA con l’Officina della Vita indipendente (un approccio che promuove la capacitazione di genitori con figli con disabilità dagli 0 ai 14 anni). Secondo De Nucci, gli incontri realizzati hanno favorito l’acquisizione di una maggiore consapevolezza dei diritti da parte dei partecipanti e la creazione di reti formali e informali; hanno infine offerto ai genitori degli strumenti per accompagnare il proprio figlio nel percorso di crescita e autonomia.

Luisa Baracco, del Consorzio Alba, Langhe e Roero, ha reso conto del lavoro svolto insieme ai siblings (fratelli e sorelle di persone con disabilità). Il gruppo è partito dalla consapevolezza che la relazione fraterna è duratura e rappresenta un’occasione significativa di confronto e condivisione. Nel contesto della disabilità i siblings possono senz’altro rappresentare una risorsa fondamentale; sono però anche più vulnerabili rispetto ad alcune criticità, come l’isolamento e l’eccessiva responsabilizzazione). Al fine di intervenire indirettamente a supporto delle persone con disabilità e – in un’ottica preventiva – a sostegno dei siblings stessi, il tavolo di lavoro ha costituito tre gruppi di 40 siblings supportati da 30 operatori appositamente formati dall’associazione “I fiori sulla luna” (attore partner del progetto e tra i primi sul territorio ad affrontare il tema del supporto a fratelli e sorelle). I gruppi si sono preposti di creare possibilità di comunicazione e condivisione attraverso esperienze divertenti e di socializzazione.

Enrico Giraudo, assistente sociale del Consorzio Monviso Solidale, ha offerto una panoramica di quanto realizzato dal gruppo che ha lavorato su progetto di vita e qualità della vita, lavoro e abitare. Il tavolo si è posto diversi obiettivi nell’ambito dei tre temi di intervento: riflettere sull’individuazione di forme alternative di organizzazione dei servizi; realizzare un’integrazione socio-sanitaria progettuale e non solo di tipo prestazionale; realizzare una ricostruzione del contesto locale di servizi e bisogni; migliorare la relazione tra famiglie e servizi. Il gruppo ha partecipato a una mappatura dell’offerta e della domanda di servizi (curata dal Laboratorio Percorsi di secondo welfare), ha visitato e studiato alcune esperienze pilota sul territorio nazionale e ha redatto un protocollo d’intesa volto a stabilire alcuni impegni nel campo della qualità della vita, dell’abitare e del lavoro nel campo della disabilità intellettiva.

Manuela Caula, formatrice della cooperativa sociale Proposta 80, ha affrontato in maniera trasversale il tema del ruolo della cooperazione sociale nel progetto Orizzonte VelA. Iniziative di questo tipo offrono innanzitutto una possibilità di ascolto e confronto tra i vari attori pubblici e privati del sociale non solo in un’ottica di appalto ma allo scopo di promuovere un’effettiva co-progettazione. L’impostazione stessa di Orizzonte VelA appare, secondo Caula, assolutamente coerente con alcune fondamentali caratteristiche della cooperazione sociale: la responsabilità sociale verso il territorio; la dimensione democratica della partecipazione; la ricomposizione delle riflessioni, delle esperienze e delle risorse.

Infine Claudia Pirotti, mamma di un ragazzo con disabilità intellettiva e rappresentante del Comitato per l’attuazione della legge 162, ha condiviso con i partecipanti l’importanza della partecipazione delle famiglie al progetto Orizzonte VelA. La rilevanza del coinvolgimento dei familiari sta nella possibilità di creare occasioni di scambio con il mondo dei servizi. Il sistema di welfare ha invece avuto modo di confrontarsi più direttamente con le esigenze delle persone con disabilità e delle loro famiglie, esercitando quella capacità di ascolto che appare fondamentale ai fini della progettazione di percorsi di vita indipendente.

Politica e associazionismo a confronto

La seconda sessione dalla mattinata è stata moderata da Marco Espa, presidente di ABC, e ha coinvolto Vincenzo Falabella (presidente nazionale dell’associazione FISH), Emilio Rota (vicepresidente dell’ANFFAS), Federico Borgna (sindaco di Cuneo) e Paolo Allemano, consigliere regionale e vice presidente della commissione permanente per la sanità e le politiche sociali della Regione Piemonte.

I primi due interlocutori hanno sottolineato innanzitutto l’importanza dell’ascolto da parte degli enti di rappresentanza (come le associazioni) e dei decisori politici. Vincenzo Falabella si è poi concentrato sull’importanza di destinare agli interventi di sostegno alle persone con disabilità risorse economiche sufficienti. Tali risorse, secondo il presidente di FISH, non devono solo essere garantite a livello nazionale: gli enti locali e i territori si devono attivare per stimolare, reperire e ricomporre risorse e interventi da parte di tutti gli attori locali pubblici e privati. Emilio Rota ha evidenziato invece l’importanza di muoversi sempre più verso un paradigma di personalizzazione degli interventi; in questo senso iniziative come la valutazione funzionale permettono alle persone con disabilità di camminare verso un effettivo percorso di inclusione che sappia valorizzarne potenzialità e abilità.

I politici intervenuti hanno accolto con interesse i suggerimenti emersi dalla prima parte della mattinata e hanno confermato l’impegno dell’amministrazione comunale e regionale verso un più compiuto panorama di servizi e interventi personalizzati. In questo senso è emerso, in particolare, l’impegno a promuovere attraverso specifiche azioni politiche la piena realizzazione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità e l’implementazione di nuovi sistemi di finanziamento e intervento volti a superare la storica distinzione tra sociale e sanitario.

La mattinata si è conclusa con la presentazione dell’ultimo libro di Claudio Imprudente, giornalista e scrittore. L’intervento di Imprudente, che si esprime attraverso una tavoletta trasparente su cui indica le lettere e le parole che intende comunicare, ha restituito alla platea il racconto di un “percorso possibile” verso l’autodeterminazione e l’inclusione. L’autore del libro “Da geranio a educatore” ha raccontato che, alla sua nascita, i medici hanno comunicato ai suoi genitori che sarebbe stato un vegetale per tutta la vita. Imprudente ha deciso di cogliere questa sfida scegliendo di essere un geranio che, attraverso una costante azione informativa e culturale, riesce a respingere i pregiudizi che – sottolinea – “pungono come le zanzare”.