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In Europa la filantropia per interventi di pubblica utilità muove complessivamente circa 60 miliardi di euro l’anno da oltre 140.000 tra donatori e fondazioni. In questo contesto l’Italia si colloca tra i Paesi più generosi: con 7,2 miliardi donati da individui è infatti al secondo posto in Europa (dopo UK, 16,4), mentre è in quinta posizione per le donazioni di imprese e fondazioni, pari a 1,9 miliardi (dopo Germania 17,2; UK 6; Francia 4,4 e Svizzera 2,2).

Duecento tra i protagonisti di questo panorama filantropico internazionale si sono riuniti a Milano, a Palazzo Clerici, in occasione del VI Philanthropy Day, organizzato da Fondazione Lang Italia, ente impegnato nella promozione di una filantropia consapevole e ad alto impatto attraverso attività di ricerca, formazione e consulenza.

“Un’attività non profit – ha dichiarato Tiziano Tazzi, Presidente di Fondazione Lang Italia – non va valutata solo per i suoi obiettivi ma anche per la capacità dell’organizzazione di raggiungerli e di replicarli in modo efficiente, vale a dire con un buon utilizzo delle risorse, ed efficace, centrando il risultato prefissato. Questo al fine di assicurare nelle iniziative sociali risultati solidi, misurabili e socialmente significativi. Questi principi, sui quali la nostra Fondazione si è sempre impegnata, anche attraverso il Centro Studi Lang, stanno diventando una guida per quei filantropi che seguono il cuore, utilizzando la testa”.

Questi temi introdotti dal Presidente di Fondazione Lang Italia sono stati analizzati in particolare nei keynote speech di Massimo Lapucci, Presidente dell’EFC e Segretario Generale della Fondazione CRT, e di Andrew Ratcliffe, CEO della britannica Impetus-PEF.

"Di fronte alla contrazione di risorse pubbliche su tematiche a forte impatto sociale, le Fondazioni possono giocare un ruolo cruciale nel panorama internazionale per lo sviluppo di un’economia sociale sostenibile – ha dichiarato Massimo Lapucci. Un ruolo fondamentale, da questo punto di vista, può essere giocato dalla Rivoluzione Impact, attraverso la messa in campo dei cosiddetti capitali pazienti che, ponendo maggior attenzione all’impatto degli investimenti e alla creazione di valore nel suo complesso, possono contribuire al riequilibrio delle diseguaglianze, al miglioramento del benessere della collettività e al superamento del tradizionale confine tra non profit e for profit, già peraltro evidente in varie practice internazionali”.

“Se vogliamo davvero aiutare le migliori organizzazioni ad avere successo – ha spiegato Andrew Ratcliffe -, dobbiamo diventare più abili e attivi per far sì che grandi risorse arrivino dove sono necessarie, per assicurarci che ‘fondi’ e ‘evidenza di impatto’ siano due fattori connessi. In particolare l’Agenda dei Social Impact Bond ha focalizzato l’attenzione anche sul valore aggiunto e sul cambiamento misurabile: il meccanismo finanziario in sostanza sta evidenziando l’importanza della metodologia di valutazione dell’impatto”.

L’Italia sta provando ad agganciarsi a questa evoluzione che unisce il mondo della finanza sociale a quello della misurazione dei risultati, come ha evidenziato Guido Cisternino, Responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca. “Strumenti finanziari come i Social Bond e i Finanziamenti ad Impatto Sociale, introdotti da UBI Banca, pur nella loro diversità e modalità di attuazione, perseguono finalità comuni in termini di sostegno alla crescita di progetti sociali ad impatto, avendo la misurazione dell’impatto sociale come elemento qualificante che li accomuna, tramite il calcolo dello SROI (Social Return on Investment) che è integrato nel loro processo di strutturazione”.

Al centro della giornata i principali temi che stanno segnando lo sviluppo del settore: i nuovi strumenti di impact investing capaci di generare un impatto sociale misurabile e compatibile con un rendimento finanziario; la valutazione dell’impatto negli interventi umanitari e nei progetti di cooperazione; il processo di capacity building per potenziare le competenze del Terzo Settore a partire dalla struttura delle ONP; il ruolo strategico della corporate foundation, come generatore di sviluppo per le comunità; i Donor-Advised Funds (DAFs), nuovi veicoli filantropici in crescita; la Theory of Change (ToC), modello che permette alle organizzazioni di definire la propria strategia e valutarne l’efficacia.


I Philanthropy awards

Quest’anno per la prima volta Fondazione Lang Italia ha assegnato i Philanthropy Awards dedicati alle organizzazioni che più si sono distinte a livello nazionale per visione strategica e capacità di impatto sociale a favore della comunità.

Il premio “High-Performing Award”, focalizzato sulla capacità delle organizzazioni di rinnovarsi e migliorare, è stato assegnato ex-equo a Fondazione CESVI e Good Sheperd International Foundation. La prima ha ricevuto il premio “per la consapevolezza dell’importanza strategica della governance, che si è tradotta in un importante e coraggioso rinnovamento della leadership con l’obiettivo di incorporare nuove e preziose competenze” mentre la seconda “per la grande attenzione alla qualità della progettazione degli interventi orientata ai risultati e alla partecipazione di tutti gli attori coinvolti attraverso lo strumento della Teoria del Cambiamento”.

Il premio “Strategic Philanthropy Award”, incentrato sulla capacità di sviluppare approcci e strategie di intervento a lungo termine, è stato conferito secondo le due categorie “Fondazioni di famiglia” e “Filantropia istituzionale e imprese”.

La vincitrice della prima categoria è risultata Fondazione Golinelli, per “la grande lungimiranza del programma Opus 2065, pianificazione strategica cinquantennale che, facendo leva sullo strumento del trust, agirà come leva di continuità nel tempo per preservare e mettere a sistema azioni progettuali già avviate per il futuro dei giovani”.

Per la seconda categoria la realtà vincitrice è Con i Bambini Impresa Sociale, “per aver introdotto, in qualità di Soggetto Attuatore del Fondo per il contrasto della povertà minorile, in particolare nella gestione dei Bandi, l’elemento della valutazione dell’impatto sociale quale pilastro imprescindibile per la realizzazione delle attività progettuali”.

Una menzione speciale “Cultura della Filantropia”, inoltre, è stata assegnata al settimanale del Corriere della Sera Buone Notizie – L’impresa del Bene, sfida giornalistica controcorrente, com’è stata definita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e modello editoriale di grande ispirazione per stimolare un costruttivo dibattito attorno ai temi sociali più rilevanti per l’Italia.

Infine due menzioni ad honorem vanno ai professori Franco Mandelli e Franco Pannuti, recentemente scomparsi, che hanno rappresentato ciascuno nel proprio ambito modelli di ispirazione ed esempi di straordinaria visione filantropica.