UE

I diritti sociali in Europa oggi richiedono di coniugare l'universalismo del XX secolo con la soddisfazione di bisogni diversi e complessi. Un articolo di Maurizio Ferrera su Social Europe.
Il contesto di policrisi che caratterizza il ventunesimo secolo ha fatto emergere nuovi rischi sociali che spesso non trovano risposte adeguate. Un recente volume di Maurizio Ferrera, Joan Miró e Stefano Ronchi riflette sulle prospettive di riforma del welfare.
Quali sono le organizzazioni che hanno ottenuto di più dai fondi europei? E che cosa ci dicono dati e storie sulla gestione di queste risorse? Ne parla Gabriele Cruciata su Slow News.
Nella discarica dei fanghi rossi di Portovesme sono sepolti materiali pregiati dal valore di miliardi di euro. Eliminare i rifiuti ed estrarli è possibile, e il Just Transition Fund potrebbe avviare il progetto. Ma partire è molto complicato. Ne parla Matteo Scannavini su Slow News.
A Bruxelles si è tenuta una riunione congiunta tra i Ministri dell’economia e delle finanze e quelli del lavoro e delle politiche sociali dei 27 Stati membri. Un fatto straordinario, che dice molto del momento che sta vivendo l’Unione Europea.
L’accesso e la gestione dei fondi da parte dei comuni è un elemento critico nell’attuazione del Pnrr. È un aspetto sul quale è necessario fare di più, attraverso provvedimenti che permettano alle amministrazioni di integrare le professionalità necessarie.
I problemi legati alla digitalizzazione dei servizi di welfare sono numerosi. Dall’esclusione dei più fragili alla discriminazione delle minoranze, fino all’uso “politico” degli algoritmi: cosa può imparare l'Italia dai casi di Belgio, Paesi Bassi e Francia?
Settant’anni e più di pace, democrazia e welfare hanno fatto perdere ai cittadini Ue la consapevolezza che alla base della politica c’è sempre la minaccia della violenza.
La Commissione UE sosterrà per il terzo anno il progetto che, unendo competenze giornalistiche e accademiche, vuole raccontare la Politica di coesione europea partendo dalle storie di persone, comunità e territori.
Sulla base dei dati offerti dall’Indagine Europea sulla Salute promossa dalla Commissione UE possiamo analizzare diverse dinamiche importanti che interessano il nostro Paese, dove i cittadini sono sempre più preoccupati dalla compressione del sistema sanitario e dalla sua incapacità di rispondere ai bisogni crescenti della popolazione.
Il provvedimento, spiega Giuseppe Guerini di CECOP-CICOPA Europe, conferma che l'UE ha dato al tema “uno spazio mai visto prima”. E pur trattandosi di un atto politico non vincolante, manda un segnale forte a tutti i Paesi membri sull'importanza del tema.
A luglio sono stati pubblicati appena 3 bandi, a conferma della stasi degli ultimi mesi che riguarda tutto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In attesa del via libera di Bruxelles alla "nuova" quarta rata, occorre forse ripensare il modo in cui analizzare l'andamento del PNRR.
Il Forum nazionale Terzo settore e la Fondazione Openpolis hanno deciso di dare vita insieme al progetto per il “Monitoraggio delle riforme e degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, prestando attenzione alle misure di maggiore interesse per gli enti del Terzo Settore.
In queste settimane il dibattito è tornato centrale. Cosa pensano partiti e parti sociali della misura? E quali sono opportunità e rischi di cui tenere conto?
A confermarlo ci sono i dati sui bandi e sulle risorse stanziate, ma anche l'atteggiamo sempre meno chiaro del Governo. L'Esecutivo continua a paventare l'ipotesi di una rimodulazione ma, intanto, la tabella di marcia è sempre meno rispettata. E rispettabile.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 87 miliardi alle amministrazioni locali, che spesso vanno in difficoltà. Ma ci sono anche Comuni che riescono a cogliere le opportunità grazie al sostegno delle fondazioni di origine bancaria. L’esperienza del bando Next Generation We.
Le risorse stanziate sono rimaste sostanzialmente le stesse di un mese fa. Sul fronte delle riforme qualcosa si è mosso anche se gli obiettivi di fine luglio restano distanti.
Le modifiche alla governance sono completate, ma i ritardi continuano ad accumularsi. Dopo il no della Commissione al trasferimento delle risorse sui fondi di coesione, la possibilità di modificare il piano è legata a REPowerEU. Ma il 31 agosto è sempre più vicino.